Maria Immacolata Dunia dopo aver saluta i presenti, ha ringraziato l’Assessore alla Cultura Maria Fedele, per il suo impegno a favore della cultura e del territorio.
A seguire il dott. Luigi Ottavio Cordova, Editore “Il Corriere della Piana”, ha sottolineato l’impegno dell’autore nell’ambito dell’archeologia e della cultura.
Subito dopo Maria Immacolata Dunia ha tracciato la biografia dell’autore.
Gianluca Sapio è nato a Roma nel 1981.
È cresciuto in Calabria dove ha coltivato i suoi interessi culturali e sociali.
È archeologo specializzato e giornalista pubblicista dal 2007.
Dottore PhD in archeologia e docente di Storia dell’Arte negli istituti superiori, ha pubblicato diversi saggi ed articoli scientifici su riviste specializzate, come narrativa ha pubblicato “ Una voce nel Vento”.
La Dunia ha dialogato con l’autore.
Dal dialogo è emerso che “I sette giorni” nei quali è scandito il romanzo, vanno dal sabato 7 ottobre 1815, quando due imbarcazioni con a bordo Gioacchino Murat ex re di Napoli e i suoi fidi giungono alla costa calabra, al venerdì 13, giorno della sua fucilazione e solennità di un altro re, sant’Edoardo confessore.
In questo spazio di tempo è un passare continuo dai colloqui formalmente cortesi tra Murat prigioniero e colui al quale è affidato in custodia, il generale Nunziante, alla parlata dialettale di Nato e dei suoi conterranei , popolani all’oscuro di ciò che avviene dietro le grigie muraglie del castello e comunque poco interessati a quale re prestare obbedienza, tanto più che rivoluzioni e avvicendarsi di potenti hanno sempre cambiato di poco la sorte della povera gente del borgo.
Sapio, descrive magistralmente il progressivo passaggio di Murat dalla speranza iniziale di trovare un Ferdinando clemente allo sconforto.
Murat rievoca il suo passato e i scrive commovente addio ai suoi congiunti, esuli in Austria.
“Pensò alla moglie, ai giochi e ai momenti passati con i figli tra le belle stanze della Reggia di Napoli; sperò che per loro il suo ricordo potesse diventare una guida importante nella vita. Era certo che tutto il bene che era riuscito a condividere con la sua famiglia non si sarebbe disperso e non sarebbe stato dimenticato come invece era avvenuto per il suo operato di sovrano…”.
Un romanzo storico corale con figure di due mondi che paradossalmente si trovano nello stesso luogo e nello stesso momento, ma non si incontrano mai.
Turi, il pescatore Nato, Mela, don Liborio e tanti altri.
Un romanzo che vuole anche, attraverso la storia raccontare la Calabria.
Emerge infatti il diario di un borgo marinaro all’epoca fiorente per la pesca del tonno, con le abitudini, i comportamenti e le tradizioni della gente del posto.
L’evento è stato intervallato dalla lettura di alcuni brani del libro, da parte dell’attrice Assunta Spirlì.
Ha concluso l’evento l’Assessore alla Cultura Maria Fedele,la quale si è soffermata sull’importanza della storia, che ci fa conoscere e comprendere il nostro passato.