“Assistiamo attoniti al miserevole tentativo di cancellazione della storia finanziaria e contabile di Joppolo che qualche paludato soggetto tenta di mettere in atto, raccontando agli ignari “alberi”, la sua origine legnosa, salvo poi calare la parte ferrosa della scure su di essi, quando diventerà nuovamente comodo”.
Ad intervenire su una delle pagine più buie della storia del comune tirrenico, la dichiarazione di dissesto finanziario, è l’ex gruppo consiliare di maggioranza “Insieme per Ricominciare”. Una strenua difesa del perché l’amministrazione dell’ex sindaco Carmelo Mazza non ha dichiarato il dissesto molto prima.
“Leggiamo della dichiarazione di dissesto – affermano gli ex consiglieri -, della gestione della nostra amministrazione e delle magnificenze indagatorie, di nuovi ma sempre più “vecchi” amministratori, nella forma e nella coscienza di fresco lavata nelle acque dello Stige, per tornare immacolata a dispiegare i suoi effetti. Bene, guardiamo ai fatti semplificando al massimo le questioni fondamentali che si leggono dagli atti, ma soprattutto, la valida sponda ci viene dalla illuminata relazione del vice sindaco allegata al
Rendiconto 2021. Sostiene il vice sindaco che noi abbiamo approvato un piano di riequilibrio nel 2019 per nascondere un dissesto. Beh, ha ragione, totalmente ragione, ma dovrebbe avere l’onestà di aggiungere gli elementi più importanti di questa comunicazione. Vi è un documento che attesta all’inizio della vita amministrativa del nostro mandato elettorale, che evidenzia una montagna di debiti, i soggetti che li hanno creati nel tempo, e i creditori. Tale dato è un assioma. Ma a voler prendere un documento redatto dall’amministrazione Dato, di cui l’attuale vicesindaco ne faceva parte, in data 7.3.2016, registrato al protocollo n.1539, si trova la “fotografia” di una situazione catastrofica con un disavanzo da ripianare pari a € 3.918.428,15 con una rata annuale di € 130.614,27 e inoltre € 2.984.695,40 di debiti di cui la metà senza copertura nel bilancio. Praticamente una ditta “fallita”. Tutti quelli che l’hanno amministrata prima hanno creato solo debiti. Hanno chiesto forniture a imprese e poi non le hanno pagate“.
“Cosa poteva fare l’amministrazione Mazza? – si chiedono gli ex amministratori -Dichiarare il dissesto come predica il vicesindaco, con le conseguenze che vedremo, o tentare di riequilibrare il bilancio? Cosa questa contemplata dal legislatore per evitare i danni creati da un dissesto. Danni sociali, economici e morali, i cui responsabili, se avessimo scelto questa strada, sarebbero stati facilmente individuabili in tutte le amministrazioni precedenti. E i cittadini, come anche il vice sindaco contabile, conoscono bene”.
Dissesto significa blocco delle attività esecutive da parte dei creditori e pagamento dei servizi resi al 40% del debito, questo come prima offerta dell’Organo Straordinario di Liquidazione.
“Quindi – dichiarano – per il vice sindaco, sarebbe “eticamente” corretto ordinare forniture, poi dichiarare il fallimento e pagare i fornitori al 40%. La nostra amministrazione non ha condiviso e non condivide questa linea, ha anzi tentato, con ogni mezzo utile di salvare il Comune, nel contesto concesso dalla normativa. Il piano di riequilibrio, che qui confermiamo essere la scelta migliore. Come volevamo riequilibrare il bilancio? Nei modi consentiti dalla legge. Mettendo in vendita gli immobili comunale, senza gravare le conseguenze di un dissesto sui cittadini e sui precedenti amministratori, per le responsabilità che ne derivano. Per fare ciò, è stato stimato il patrimonio e data una esatta valutazione anche con l’ausilio dell’Agenzia delle Entrate, patrimonio il cui valore consentirebbe benissimo di riequilibrare il bilancio, se potesse dare frutti”.
Perché non siamo riusciti a vendere gli immobili? “Noi abbiamo constatato – affermano gli ex consiglieri di maggioranza -, cercando di venderli e in particolare riguardo all’hotel Cliffs, che chi negli anni, dopo il fallimento della prima impresa che aveva sottoscritto il contratto con l’Ente, ha seguito l’iter di restituzione dell’immobile al legittimo proprietario, ossia il Comune, è stato così incapace da non riuscire a tornarne in possesso, nonostante una battaglia legale ancora in atto intrapresa da noi. E ancora ad oggi, nonostante il contratto ventennale si scaduto lo scorso mese di marzo, non ci risulta che il Comune ne sia ancora entrato in possesso. Ma la domanda è: Chi dimostra più senso del dovere e del rispetto dell’Istituzione chiamata Comune di Joppolo? Chi tenta di salvarne i conti e la reputazione, tentando di riequilibrare o chi semplicemente dichiara un dissesto (fallimento) lavandosene le mani? Per noi la scelta è stata semplice: sacrificarsi in una impresa difficile nel tentativo di salvare tutto e tutti, compreso il buon nome del Comune. Arrendersi è sempre facile, lottare per raggiungere un risultato difficile è la strada più faticosa, ma richiesta da valori che risiedono nel profondo dell’anima, non certo in freddi calcoli utilitaristici. Ma a ben vedere, la scelta dell’amministrazione attuale, identifica una società che i valori fondanti dell’etica e del coraggio li ha smarriti, e questo spaccato joppolese ne è testimonianza. Noi pur avendo trovato una situazione pessima ci siamo messi a lavorare per dare risposte concrete facendo poche parole. Non ci riteniamo “clamorosamente bocciati”, riteniamo di avere idee diverse, non condivise dalla maggioranza, e di questo potremmo anche andarne orgogliosi, visto il contesto. Idee che continuiamo a sostenere, e delle quali il tempo ci dirà di più. Noi non abbiamo mai voluto amministrare per governare chissà quali dinamiche, ci siamo semplicemente messi a disposizione dei cittadini che hanno scelto altri, e noi rispettiamo le scelte. Rispettiamo le idee di tutti, anche di chi si vuole arrendere dichiarandosi “fallito”, ma questa non va confusa con la nostra. Noi abbiamo combattuto fino all’ultimo giorno per non dichiarare “fallito” il Comune di Joppolo, e possiamo sostenerlo ancora oggi con leggi alla mano. I conti li faremo alla fine, senza pregiudizi, guardando prima le azioni di questa amministrazione”.