Prima lo sfratto dalla sede in comodato d’uso, ora il varo di una delibera mirata a far sì che Nicotera <possa fregiarsi degli appellativi “Città della dieta mediterranea” e “Terra del magliocco canino” da inserire in tutti gli atti pubblici del Comune> e che, invece, penalizzerebbe l’intero territorio.
Tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pino Marasco e l’ “Accademia della dieta mediterranea italiana di riferimento” presieduta da Antonio Montuoro è guerra a tutto campo. Senza esclusione di colpi. In sostanza, il Comune, anzichè unire le forze e lavorare in sinergia per esaltare un territorio ricco di risorse economiche, culturali e storiche si è scelto il ricorso ad un braccio di ferro privo di prospettive. Dell’accesa diatriba l’Accademia ha messo al corrente anche il prefetto di Vibo Valentia. A scatenare la ripresa delle ostilità tra l’amministrazione comunale e l’Accademia è la delibera n. 77 dello scorso 7 novembre.
Nella stessa la Giunta formula un atto di indirizzo agli uffici comunali affinché vengano attivati tutti i percorsi utili a promuovere il brand “Nicotera terra del magliocco canino” provvedendo anche a costituire un gruppo di lavoro del quale, oltre all’assessore alle Attività produttive Roberto Massara e al consigliere Pino Leone, dovranno far parte altri quattro esperti <nel campo dell’agronomia, del marketing, della produzione vitivinicola e della storia patria locale>. A base dell’iniziativa dell’amministrazione ci sarebbe la volontà di riaccendere i riflettori sulle tradizioni enologiche di Nicotera e, in particolare, delle frazioni di Badia e di Comerconi sulle cui colline ancora oggi trova spazio preponderante la coltivazione della vite e soprattutto del vitigno magliocco canino.
Peraltro, tra Nicotera e Limbadi, in passato, la coltivazione della vite si sarebbe estesa per circa 160 ettari. Non a caso l’Associazione viticoltori vibonesi con sede in città sta lavorando per ottenere l’indicazione geografica tipica Igt-Costa degli dei per i vini prodotti nel Vibonese contribuendo all’adozione del disciplinare di produzione secondo i canoni tradizionali del territorio. Sin qui tutti d’accordo. Anche l’Accademia.
A dare il via alla contestazione, invece, sono <alcuni passaggi lesivi – sostiene Antonio Montuoro – per la città stessa, nonché nei confronti dell’Accademia, dell’Odmir e dell’Admen arbitrariamente esclusi da ogni consultazione e coinvolgimento da parte della giunta comunale anche in spregio alle norme dello Statuto comunale>. A suo avviso il fatto che il Comune voglia parlare di “Città della dieta mediterranea” e non di “Città della dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera” è qualcosa di inaccettabile in quanto non si farebbe altro che <declassare e danneggiare una realtà riconosciuta a livello internazionale>. In maniera più rasoterra, sarebbe come dire che “cipolla rossa” e “cipolla rossa di Tropea” sono la stessa cosa. In tema di dieta mediterranea, Montuoro addebita al sindaco Marasco anche altre “colpe” che, a suo parere, potrebbero, alla fine della fiera, rallentare e danneggiare le procedure in corso per il riconoscimento di Nicotera comunità emblematica della dieta mediterranea di riferimento da parte dell’Unesco, già avviate dall’Accademia, dall’Adimen e dall’Odmir.