“Ortodossia ed eresia  nel mondo antico e tardo-antico” è il tema dell’incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos

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Ortodossia ed eresia  nel mondo antico e tardo-antico” è il tema dell’incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos  congiuntamente con la Biblioteca “Pietro De Nava” e con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria nell’ambito degli incontri “La percezione dell’antico” volti ad approfondire aspetti e temi di quella che siamo soliti chiamare Antichità che si terrà giovedì 23 marzo alle ore 16,45 presso la sala Giuffrè della Villetta De Nava. Ad affrontare il tema sarà il Prof. Augusto Cosentino, Studioso di Storia delle Religioni,  Dottore di Ricerca in discipline storico-religiose alle Università di Roma e  Messina,  Docente di Lettere presso il  Liceo Classico “Luigi Nostro” di Villa San Giovanni,  e licenziato presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Egli si occupa di cristianesimo, di giudaismo, di gnosticismo, di religione greca e romana; è membro di varie società scientifiche, tra cui la Società Italiana di Storia delle Religioni, la European Association for Jewish Studies, la Society of Biblical Literature. Per la “Collana di Studi Patristici” ha curato il Contro le Eresie di Ireneo di Lione e il Testamento di Salomone e da ultimo uno dei testi più complessi della letteratura patristica  quella “Confutazione di tutte le eresie” dello PseudoIppolito e molto di recente “Prigionieri del Cosmo/Un profilo storico e tipologico dello Gnosticismo che Anassilaos presenterà nel prossimo mese di aprile. Il tema è tra i più ardui di quella vicenda storico-religiosa che ha interessato il Cristianesimo fin dalla sua nascita. E’ comunque da rilevare che almeno nei primi due secoli dell’Era Volgare le diversità di opinioni tra i Cristiani, per quanto aspre e laceranti, costituivano, per così dire, una questione interna alla Comunità ed estranea all’autorità imperiale impegnata peraltro in una cruenta seppure  intermittente opera di persecuzione,  con l’eccezione forse del movimento Montanista che per il suo carattere anche di rivolta sociale coinvolse nella repressione l’autorità imperiale. Allorquando però con Costantino il Cristianesimo divenne religione di stato le controversie dottrinali tra i Cristiani divennero un affare di stato  che impegnò gli imperatori e in qualche maniera indebolì lo stesso impero poiché ben presto dietro ogni controversia religiosa fecero capolino contrasti di natura politica tra i vari popoli che componevano il variegato impero. Pensiamo soprattutto alla controversie cristologiche: all’Arianesimo che negava la divinità di Cristo e fu condannato al Concilio di Nicea del 325 d.C. (ancora oggi noi recitiamo in chiesa il simbolo niceno-costantinopolitano) e al Monofisismo del monaco Eutiche  che negava  la duplice natura, divina e umana, del Cristo, riconoscendo in lui la sola natura divina, teoria   condannata come eretica dal Concilio di Calcedonia (451). Nonostante i successivi sforzi di conciliazione portati avanti dall’autorità imperiale regioni come le Siria e l’Egitto non accettarono mai Calcedonia e restarono fedeli al monofisismo  allontanandosi così “spiritualmente” dall’impero e favorendo le successive conquiste di quei territori da parte degli Arabi.

 

 

 

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