Per una sera, l’incantevole piazza della Cattedrale di Oppido Mamertina si è trasformata magicamente in Teatro Greco per accogliere una compagnia teatrale di eccezione, composta da professori e studenti che, uniti dalla passione per la cultura classica, hanno messo in scena la tragedia dell’Amore: “Ippolito” di Euripide. Così per una sera, gli studenti del S. Paolo sono stati splendide dee e regine, nobili principi, austere donne greche, superbi cacciatori, severe coreute. I giovani attori hanno fatto il loro ingresso in scena prima del calar del sole per concludere la loro rappresentazione quando ormai era sceso il buio, rigorosamente in linea con la tradizione teatrale greca.
Mettere in scena l’Ippolito ha significato per i ragazzi entrare nel dramma di oscure e affascinanti storie di mitologia: Teseo e Ippolito, padre e figlio, nato dalla leggenda il primo e da una unione non nobile il secondo, entrambi legittimati da mortali illustri; Fedra, moglie legittima di Teseo, prigioniera della passione amorosa con accanto una nutrice insidiosa e severa. Le vite di tutti loro non dipendono dalla propria volontà, niente di quanto accade è determinato direttamente da loro.
L’artefice del dramma è Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore che, oltraggiata da Ippolito, fedele alla pudica dea Artemide, si vendica in modo spietato, come gli dei sanno fare, sanno ordire infatti, terribili vendette contro chi non li onora e Afrodite si sente oltraggiata da Ippolito. Come è possibile resistere ai piaceri della carne e rifiutare il sentimento afrodisiaco dell’amore? Perciò mette in pratica un piano perfetto. Fa infiammare Fedra di cieca passione amorosa per il figliastro Ippolito che, fedele alla sua verginità, la rifiuta. Fedra, logorata da tale passione insana, si toglie la vita dopo aver scritto un messaggio per Teseo che accusa Ippolito di averla insidiata. Accecato dall’ira, Teseo, scaccia via quel figlio illegittimo, avuto da una Amazzone e invoca Nettuno perché lo tenga lontano da lui. Non c’è scampo per il casto Ippolito, figlio della regina delle Amazzoni, che prima di morire perdona il padre. Sarà Artemide, ex machina, a rivelare la verità a Teseo quando ormai il dramma è consumato.
Gli studenti sono riusciti ad entrare brillantemente nei panni dei personaggi, interpretandoli con sicurezza, in modo superbo, immergendo l’intera piazza in un clima di forte emozione che ha tenuto il numeroso pubblico con il fiato sospeso per l’intensità delle scene che si sono susseguite con un climax incalzante che ha culminato alla fine della rappresentazione, quando tutti i presenti, come liberati dall’ effetto catartico della poesia greca, hanno rotto il silenzio facendo esplodere scroscianti ed interminabili applausi.
Grande la soddisfazione della Preside Prof.ssa M. Aurora Placanica che non ha lesinato parole di apprezzamento rivolte alle Professoresse Grazia Ascrizzi e Carla Minasi per l’impeccabile regia, l’organizzazione, le scene, i costumi e ai suoi Studenti per la loro ottima performance, il loro impegno, l’entusiasmo con cui si sono cimentati in un lavoro di non semplice realizzazione.
Espressioni di lode anche da parte del Gestore Don Giancarlo Musicò.
Con l’Ippolito, la Tragedia dell’Amore, il Liceo San Paolo chiude in bellezza un ricco e fruttuoso anno scolastico ed augura a tutti
BUONA ESTATE !