Nell’ambito delle attività didattiche del Master di II livello “Sepsi in Chirurgia”, diretto dal professor Gabriele Sganga, il 15 giugno si è svolto a Roma presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS un incontro su “dieta mediterranea e sepsi”.
I due relatori, professori Carlo Chiarla, ricercatore del CNR-Centro Nazionale delle Ricerche del Centro IASI di Roma, esperto di nutrizione e metabolismo e docente in vari master di Nutrizione Clinica, e il professor Sganga, direttore della Chirurgia d’Urgenza e del Trauma del Gemelli, hanno evidenziato come i principi della dieta mediterranea vengono applicati anche nelle nutrizioni artificiali, parenterali ed enterali, che si somministrano a pazienti critici in terapia intensiva assai spesso affetti da infezioni gravi denominate anche “sepsi”.
Nell’occasione non si è mancato di ricordare che la dieta mediterranea ha visto le sue origini scientifiche in uno studio effettuato
negli anni 1957-1969 nel territorio di Nicotera, ad opera di un fisiologo americano Ancel Keys coadiuvato da vari altri scienziati italiani.
Oggi L’Accademia della dieta mediterranea di Nicotera, presieduta dal dottor Antonio Leonardo Montuoro, ne mantiene il ricordo e sviluppa svariate iniziative per continuare a valorizzare ed espandere la cultura di tale dieta, dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’Umanità, anche con l’ausilio di un folto Comitato Scientifico di esperti, presieduto dal professor Gabriele Sganga.
La dieta mediterranea – spiega il prof. Chiarla – è da tempo riconosciuta come un fattore fondamentale nella prevenzione e nel controllo di varie malattie ad evoluzione cronica, come le malattie cardiovascolari, tumori, diabete, obesità e relative complicanze.
E’ stato riconosciuto che alla base dell’insorgenza e dell’evoluzione di queste patologie c’è un’infiammazione cronica “silente” che la cui evoluzione può essere efficacemente prevenuta e contrastata con la dieta mediterranea, per noi abituale, e dei cui benefici siamo spesso inconsapevoli.
Infatti il consumo costante di ortaggi e di frutta, pane e pasta da cereali anche integrali, legumi, frutta secca, olio di oliva, il consumo frequente di pesce soprattutto “azzurro” ed un uso equilibrato di latte e derivati, uova e carni bianche, limitando ad un uso più occasionale le carni rosse, sono i principi per una dieta equilibrata e salutare.
Durante l’incontro è stato messo in evidenza che questo modello di apporto nutrizionale può essere vantaggiosamente applicato anche a pazienti ricoverati in ospedale in condizioni critiche, con gravi infezioni che coinvolgono tutto l’organismo (stato di sepsi): in tali pazienti l’organismo mette in atto meccanismi di protezione e difesa contro i microrganismi aggressori (risposta infiammatoria acuta) e ha quindi bisogno di essere sostenuto in questa specie di “guerra” con un appropriato sostegno nutrizionale, da affiancare alla terapia curativa chirurgica e/o antibiotica.
Inoltre la risposta infiammatoria deve essere opportunamente moderata, per evitare che la sua eccessiva amplificazione diventi dannosa
per l’organismo stesso.
Con la nutrizione artificiale per via enterale (cioè utilizzando la via digestiva) oppure con la nutrizione parenterale (utilizzando la via endovenosa) è oggi possibile fornire una buona parte delle sostanze che caratterizzano la dieta mediterranea, e che favoriscono la risposta di difesa dell’organismo, proteggendolo al tempo stesso da un’amplificazione eccessiva di mantenimento del processo infiammatorio.
Ad esempio, un provvedimento fondamentale è quello di fornire un quantitativo adeguato di olio di pesce, ricco di acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, per proteggere l’organismo da un aumento troppo elevato della risposta infiammatoria, e di olio di oliva, naturalmente ricco di antiossidanti ed utile per regolare l’attività del sistema immunitario.
E’ fondamentale mantenere un giusto equilibrio tra le diverse classi di acidi grassi, in particolare riducendo l’apporto di acidi grassi saturi e ottimizzando il rapporto tra acidi grassi polinsaturi omega-3 (anti-infiammatori) ed omega-6 (pro-infiammatori).
Anche il ruolo delle proteine nella nutrizione di questi pazienti è centrale: vanno somministrate miscele nutrizionali contenenti tutti gli aminoacidi, specie quelli essenziali, presenti nelle proteine “nobili”, arricchite con aminoacidi specifici, come gli aminoacidi ramificati, per sostenere la grande sintesi di proteine, anticorpi e molteplici sostanze di cui hanno bisogno, evitando il consumo delle proteine dei loro stessi muscoli (il cosiddetto “autocannibalismo” della sepsi).
Oltre ad un giusto apporto di zucchero (glucosio), necessario per il metabolismo di diversi organi, è di primaria importanza fornire a questi soggetti vitamine ed altri “microelementi” indispensabili ed estremamente preziosi come antiossidanti.
Sulla base di questi presupposti – conclude il prof. Sganga – sono allo studio ulteriori modalità per rendere disponibili in nutrizione artificiale altre sostanze nutritive (ad esempio alcune molecole antiossidanti presenti naturalmente nell’olio di oliva ma poco stabili nelle soluzioni) che porteranno a riprodurre ancora di più la dieta mediterranea nella sua integrità.