SETTEMBRE

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Settembre è il nono mese  dell’anno, il nome deriva dal latino september, a sua volta da septem, “sette”, perché era il settimo mese del calendario romano, che iniziava con il mese di marzo.

Nel 37 l’imperatore  Caligola cambiò il nome del mese in “Germanico” in onore dell’omonimo padre, ma alla morte dell’imperatore il nome tornò quello originale.

Sempre nell’antica Roma a Settembre si svolgevano i festeggiamenti in onore di  Giove Capitolino che insieme a  Minerva e Giunone costituiva la Triade Capitolina.

Nel corso di questi festeggiamenti che duravano 16 giorni, si svolgevano  giochi circensi, sfilate di musici, danzatori, giocolieri, atleti e  parate militari.

Le statue degli Dei venivano portate in processione e al termine molte vittime erano sacrificate sugli altari, dopo essere state cosparse di mola (germe di grano tostato), da cui deriva il verbo immolare.

Settembre può definirsi al tempo stesso ultimo mese dell’estate e primo mese dell’autunno; è in questo mese che cade l’equinozio di autunno il 23, momento particolare in cui la durata delle ore di luce e di buio è uguale su tutto il pianeta.

Settembre da sempre, per me rappresenta uno spartiacque, tra la magia dell’estate, dei libri e  dell’inchiostro,   all’arrivo della nostalgia portata  dall’autunno e dalla malinconica danza delle foglie.

E’ una sorta di Capodanno, dove il 31 agosto altro non è che la vigilia di San Silvestro, diversa dall’originale perché foriera di nostalgia e non di speranza.

Settembre: le ombre si allungano sulla spiaggia solitaria e un gabbiano pensoso saltella, inchinandosi alla magia del tramonto sullo Stromboli.

Non si odono più le voci  gioiose dei bimbi, l’ allegria,  la spensieratezza e  le canzoni. Tutto ora tace.

Le giornate si accorciano, facendo spazio alle prime ombre della sera che riportano al cuore ricordi lontani, echi di un tempo che fu e che non ritornerà più.

Settembre più di ogni altro mese è sinonimo di saudade.

Mi rivedo bambina, sul terrazzo della casa dove nacqui, c’era un pergolato e l’uva era matura, qualche ape ronzava intorno, mentre il tramonto dondolava sui tetti del borgo natio.

Io guardavo le montagne e immaginavo che dietro quelle montagne ci fosse il mare, o meglio una città adagiata sul mare, con musei, biblioteche e scuole di danza, di  recitazione e di  canto.

Mi piaceva stare lassù perché mi stordivo di sogni, di profumi e di colori.

L’odore della terra e degli ulivi arrivava fino lassù.

Sentivo le voci di Rosa Sgrò e di  suo figlio Pinuccio da un lato e di Grazia Mamone e dei suoi figli dall’altro.

Su quel terrazzo mentre settembre stregava la mia anima io sognavo di cantare, ballare, recitare scrivere. Sognavo una città che mi accogliesse e mi capisse.

La casa dove nacqui mi è rimasta nel cuore, stanotte in questo “Capodanno” l’ho sognata, ho sognato di salire le scale che  portavano sul terrazzo e nel sogno era ancora più bella.

Saudade: a  settembre tante volte, prima dell’inizio della scuola, andavamo al mare.

Al borgo natio gli anziani dicevano: “L’acqua settembrina è medicina”.

Ricordo in particolare settembre del 1992, sulla spiaggia dell’Ulivarella splendeva ancora il sole, il mare era incantevole, sembrava un giorno di luglio, ma l’atmosfera settembrina danzava nell’aria regalando saudade.

La spiaggia dell’Ulivarella, è rimasta per me il posto più bello del mondo, come la Marinella, sempre a Palmi.

Qualche anno fa ci sono andata, era settembre, la bellezza del luogo e la magia di questo mese mi hanno incantata, stregata, ammaliata  fino a farmi piangere.

Settembre: è tempo di bilanci: quest’anno la mia estate è stata caratterizzata dal mio amore per il giornalismo. Tanti gli avvenimenti seguiti , tanti gli artisti che ho conosciuto e intervistato  e che porterò nel cuore.

Non posso elencare tutti gli eventi,   ne riporto tre, particolarmente emozionanti: le “Corti Aperte” a Polistena, il Corteo Storico a Seminara e le “Pagine Scolpite” di Maria Morgante  a Terranova Sappo Minulio.

Eventi che profumano non solo d’estate , ma di storia, bellezza, arte, inchiostro e adesso anche d’immagini e parole.

Non posso, inoltre non ricordare il Museo delle Pipe a Scido e il Museo del Bergamotto a Reggio Calabria, eccellenza made in Calabria, curato sapientemente dal dott. Vittorio Caminiti.

Imperdibile ancora,  l’appuntamento con la Madonna dei Poveri di Seminara e il mitico San Rocco d’Acquaro, il ballo dei giganti e il palio.

L’estate non può chiamarsi estate se non vado da loro.

Settembre mi riporta ancora al borgo natio, al tempo della vendemmia, l’odore dell’uva che danzava nell’aria

I contadini finita la lavorazione dei terreni  si preparavano alla semina del grano.

Ricordo  oltre l’uva: le castagne,  le prime noci, le  nocciole le  mele le pere e le giuggiole.

Papà iniziava ad andare in montagna a raccogliere funghi.

E ancora ricordo l’odore del diario nuovo, dei quaderni e  dei libri che papà con amore ci comprava.

L’ultima festa di settembre per noi, allora era quella di San Rocco a Cittanova e subito dopo iniziava la scuola.

Nel settembre 1982 ero a Reggio Calabria a casa di zia Caterina perché volevo vedere la processione della Madonna della Consolazione e le bancarelle.

Ricordo ancora l’emozione, nel vedere  tutte quelle persone, aspettare l’arrivo della Madonna e la collana che avevo comprato, quell’anno si usavano le collanine che riproducevano i pacchetti delle sigarette, io scelsi quella delle MS.

Strano perché non ho mai fumato.

Allora Reggio Calabria, per me era la città più bella del mondo.

La via Marina a settembre è ancora più bella, il fenomeno della fata Morgana fa sempre sognare.

Si narra che  Morgana dopo aver condotto suo fratello Artù fino ai piedi dell’Etna, dove voleva fissare la spada Exalibur, decise di non andare più via dalla Sicilia e di costruire la sua casa, ossia un palazzo di cristallo, tra l’Etna e lo Stretto di Messina.

Nessun marinaio poteva avvicinarsi, a causa delle forti tempeste che si scatenavano nei pressi della casa e tutte le volte  che qualcuno cercava di raggiungere la Sicilia dalla  Calabria, Morgana gli faceva credere che le due sponde fossero vicine: tra gli sfortunati anche il Re normanno Ruggero, che si gettò in acqua convinto di poter raggiungere presto l’altra sponda ma annegò dopo poco.

Ancora oggi, si pensa che ogni tanto Morgana emerge dall’acqua,   getta tre sassi e fa dei segni nel cielo; il mare si gonfia e diventa come un cristallo sul quale compaiono immagini di uomini e di città.

In realtà Fata Morgana è uno dei fenomeni ottici, in campo naturale, tra i più rari e straordinari, la cui genesi è legata alla curvatura dei raggi di luce originata dal loro passaggio attraverso strati d’aria a temperature differenti, in condizioni di inversione termica, e quando si registra nella transizione tra gli strati, un brusco gradiente termico, che porta alla formazione di un condotto atmosferico.

L’effetto Fata Morgana si verifica quando, in seguito a particolari condizioni atmosferiche favorevoli, minuscole goccioline d’acqua rarefatte presenti nell’aria fungono da “lente d’ingrandimento”, specchiando il paesaggio siciliano nel cielo o nel mare della Calabria. Grazie a questo spettacolare effetto ottico, osservando l’orizzonte è possibile distinguere palazzi e case, o addirittura  le automobili della vicina Messina.

Io che ho sempre amato le fate, preferisco credere alla leggenda più che alla scienza.

Il 3 settembre di quell’anno a Palermo, uccisero in un  agguato il generale Carlo Alberto Della Chiesa e sua moglie Emanuela Setti Carraro, ricordo il pianto di mia zia e il mio schok, un dolore immenso come quello provato per l’uccisione di Aldo Moro.

Settembre forse perché  come saudade inizia con la S, è sinonimo di nostalgia, di visioni lontane , di solitudini.

Quest’ anno ho incontrato Settembre  a Nicotera Superiore al largo Roberto  il Guiscardo, l’ho sentito sussurrami qualcosa e un brivido mi ha percorso la schiena.

Un anno  fa l’ho incontrato sulla spiaggia di Joppolo, mi ha parlato, mi ha raccontato, mi ha fatto emozionare fino alle lacrime e poi l’ho incontrato a Mammola, mi ha chiesto di fermarmi ancora un po’ e sognare insieme a lui .

Nei boschi dell’Aspromonte l’autunno con la sua bacchetta magica inizia a preparare le sue magie, gli elfi e le fate danzano leggeri nell’aria , sulla spiaggia la notte la luna canta un’antica nenia e tra gli ulivi del borgo natio ombre silenti recitano antiche preghiere, mentre io ostaggio del travaglio della mia anima, mi vesto di foglie , mi trucco con l’inchiostro  e mi profumo di saudade.

Settembre : presto arriverà l’autunno  e come sempre  mi parlerà ancora di fantasmi lontani, di ombre silenti, ed io continuerò a sognare un settembre, che mi regali finalmente un po’ di perduta serenità.

Mentre scrivo guardo una tartaruga che ho comprato a Seminara, l’estate è ormai lontana, ma so che tornerà e che la Madonna dei Poveri e  San Rocco  mi aspetteranno ancora e ritornerò a danzare insieme a Mata e Grifone e a raccontare ancora la loro storia d’amore.

 

 

 

 

 

 

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