Ora la maggioranza teme la minoranza. Come mai? Non è abbastanza solida? O l’uscita del consigliere Staropoli è il segno premonitore di un qualche terremoto? Non lo sappiamo e non ci interessa granché. A noi del gruppo Movi@Vento interessa soltanto che vengano rispettate le così dette “regole del gioco”; proprio quelle che questa maggioranza, ancora una volta con la complicità della sodale presidente Barillari, calpesta senza alcun ritegno.
Cos’altro rappresenta infatti quanto avvenuto nella capi-gruppo di ieri? Era all’odg la programmazione del prossimo Consiglio comunale con al suo interno il punto più pesante: l’approvazione del bilancio preventivo 2023-2025 e relativo DUP. Cominciamo col dire che tutto avviene a termine scaduto dal momento che l’ultima data utile era il 15 settembre (peraltro più volte oggetto di rinvio da parte dello Stato). Un fatto già questo poco comprensibile, dal momento che la Giunta comunale aveva approvato lo schema da sottoporre all’organo consiliare il 17 agosto scorso.
Vi erano quindi tutti gli elementi per accelerare al massimo la data della seduta. E invece la presidente del consiglio, del tutto autocraticamente – e aggiungiamo prepotentemente – decide di fissarla per il 26 settembre, a nulla rilevando per lei le richieste di tre consiglieri sui quattro presenti (uno dei quali il sindaco) di anticipare l’adunanza al 23 o al 24 settembre. Istanze più che motivate dagli importanti e improrogabili impegni assunti da tempo dai tre (ai quali si è aggiunta poi la consigliera Buccafusca) tutti programmati per le date successive a quella del 15 settembre, tale essendo, ripetiamo, il termine ultimo per l’approvazione dei fondamentali atti di programmazione economica.
Arroganza istituzionale? Paura della minoranza? Documenti a tutt’oggi incompleti per come dichiarato dal sindaco durante l’incontro e come confermato oggi dal dirigente dell’area finanziaria a proposito della mancanza tra gli atti della relazione del Revisore? Forse un po’ l’uno un po’ l’altro o forse tutti e tre i motivi. E allora che fare se non rivolgersi alla prefettura perché metta un argine a questi comportamenti troppe volte segnalatile? Questo abbiamo fatto; nella speranza che avvenga questa volta ciò che purtroppo non è avvenuto in passato.
E se ancora una volta le nostre speranze dovessero restare deluse, assumeremo le nostre decisioni dopo aver tristemente constatato, ancora una volta che, se di giudici a Berlino ve ne sono, di Prefetti a Vibo continuiamo a cercarne.
Per il gruppo Movi@Vento
Antonio D’Agostino
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