“Maestri del ‘900 dalla collezione d’Arte Contemporanea di Palazzo della  Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria

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Maestri del ‘900 dalla collezione d’Arte Contemporanea di Palazzo della  Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria è il tema un ciclo d’incontri promossi congiuntamente dalla  Città Metropolitana di Reggio Calabria, Deputazione di Storia Patria per la Calabria, AIParC -Associazione Italiana Parchi  Culturali, Club di Territorio di Reggio  Calabria del Touring Club Italiano, Associazione  Culturale  Anassilaos, FIDAPA Sezione   Morgana di Reggio Calabria nel corso del quale saranno analizzati alcuni dei capolavori conservati presso Palazzo Crupi.  Al centro del 2^ incontro, che si terrà lunedì 16 ottobre alle ore 17,30 presso la Biblioteca Trisolini di Palazzo Alvaro il “Surrealismo: Dali’,  Magritte, Miro’, Ernst/l’arte come voce dell’inconscio/l’automatismo psichico”. Porteranno i saluti   Filippo Quartuccio, Delegato alla Cultura della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, Salvatore Timpano, Presidente Nazionale AIParC, Domenico Cappellano, Console Club di Territorio di Reggio  Calabria del Touring Club Italiano, Stefano Iorfida, Presidente Associazione  Culturale  Anassilaos e Emira dal Moro, Presidente FIDAPA Sezione   Morgana di Reggio Calabria. A parlare sarà Salvatore Timpano, esperto e studioso d’arte. Introdurrà Domenico Cappellano.  Il  Surrealismo si affermò nel campo  delle arti figurative nel 1924. Costituì un’ideale continuazione del Dadaismo, di cui ereditò la tendenza a  esaltare il non-senso e l’irrazionalità; collegandosi direttamente alla  scoperta freudiana dell’inconscio,  ambì a diventare un processo di autoconoscenza. Secondo la  teoria surrealista, l’uomo può liberare il proprio spirito dagli impedimenti della civiltà organizzata solo calandosi nel suo io profondo. Nelle sue  opere, l’artista surrealista violava le  leggi dell’ordine naturale e sociale:  attraverso l’accostamento di due termini della realtà inconciliabili, egli  cercava di mettere in moto l’immagi nazione dello spettatore.  René Magritte sviluppò una poetica basata sull’accostamento di  oggetti disparati, proposti secondo  analogie mentali e rimandi ambigui  con l’intento di far emergere le sen-  sazioni inconsce dello spettatore. Salvador Dalí caratterizzò le sue  tele con rappresentazioni oniriche e morbose: dipinse paesaggi  allucinanti e deserti, popolati di personaggi simbolici, carichi di significati e  di allusioni sessuali, segnati da ossessioni di impotenza o disfacimento.  Il suo dipinto più celebre è La Persistenza della memoria del 193. Joan Miró dipinse i suoi quadri dei  sogni, sviluppando un linguaggio  pittorico composto da figure geometriche o curvilinee e dettagli anatomici elementari. Egli non si calò nell’inconscio profondo ma volle recuperare, attraverso il sogno, la gioiosa e giocosa festività di un’infanzia  felice.

Max Ernst realizzò tele da  con paesaggi cosmici di foreste e città popolati da mostri maligni  chimere surreali.

 

 

 

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