Rosa Vorluni la mistica di Tresilico

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La mistica Rosa Vorluni, figlia di Domenico e di Caterina Schiava, nacque  a Tresilico il 14 agosto del 1799, come risulta ancora nel registro dei battesimi della  parrocchia, dove,  è scritto che il 14 agosto 1799 veniva Battezzata Rosa, Josepha, Maria, Domenica, Vittoria Vorluni.

Madrina  la signora   Julia Ripepi .

Rosa Vorluni apparteneva ad una nobile famiglia e le testimonianze dell’epoca, raccontano che visse la sua vita  in fama di santità, dedita alla fede, sempre con il Rosario in mano, pronta ad aiutare i poveri e i bisognosi, rinunciando agli agi che le sue condizioni economiche le permettevano, dormiva in quel “basso” dove oggi c’è la statua della  Madonna, e si racconta che per cuscino usava un masso, fino a qualche tempo fa ancora custodito nello stesso “basso”, come sono ancora custodite le “naspe”, strumenti fatti di canna per tessere le tele, con le quali lei lavorava.

Nel  periodo storico  in cui  visse la mistica, in tutti i paesi della Diocesi di Oppido Mamertina(Oggi Oppido Mamertina-Palmi) la Chiesa e quindi la fede erano al centro della vita del popolo.

Ci si rifugiava sempre in Dio, nella Madonna e nei Santi.

La preghiera era il “pane quotidiano” delle  donne che, anche dopo un’intera giornata trascorsa nei campi, non trascuravano mai la recita del Rosario e non mancavano mai di partecipare alla Santa Messa.

L’Eucaristia era di vitale importanza, ricordo per esempio che mia nonna, la mia bisnonna e le loro vicine di casa, andavano a Messa senza far colazione, per non “far entrare” Gesù in una bocca sporca e, dopo aver partecipato alla Messa, prima di fare colazione bevevano un bicchiere d’acqua, per non contaminare eventuali tracce.

Rosa Vorluni incarnava perfettamente il modello puro di fede di quel tempo.

La mistica non si vestiva come conveniva ad una donna del suo rango, ma  quasi come una suora, sempre di lana nera e portava un lungo Rosario al fianco.

Il suo eloquio era intriso di dolcezza e dal suo sguardo traspariva una luce celestiale.

Gaetano Morizzi, in un suo manoscritto del 1837 descrive la mistica dedita alla preghiera a favore dei sofferenti e  di  tutta la comunità  di Tresilico.

Lui stesso è stato guarito dalla Madonna delle Grazie, da una terribile malattia nel marzo del 1835, grazie alla preghiera d’intercessione della mistica.

Nel settembre dello stesso anno grazie alle preghiere della Vorluni, Tresilico fu protetta dal terremoto, registrato il 12 ottobre 1835 nel cosentino e che causò oltre 240 feriti e 115 morti.

Nel dicembre successivo, la pia Rosa riesce ad ottenere la grazia della maternità per la figlia di donna Maria Eugenia Ravese, vedova di don Filippo Brancati di Ciminà.

Nell’anno successivo , sempre grazie alle sue preghiere ebbero beneficio il Canonico don Francesco Antonio Medici-l’Economo curato che l’aveva battezzata- e il nobiluomo Saverio Pugliese.

In  occasione della guarigione di quest’ultimo la Madonna avrebbe detto alla mistica:

<< Io sono la Madre della Grazia, la madre della Misericordia. Felici Tresilicesi, felici tutti quelli che m’invocano. Saranno da me esauditi e consolati tutti coloro che a me s’accostano con filial fiducia e ferma speranza>>.

Sempre nel 1836, si registrano le guarigioni della figlia di mastro Ferdinando Pellegrino; della sorella del Morizzi, Francesca; di Francesco Caruso di Tresilico; dell’oppidese don Domenico Grillo; di donna Maria Larenna Maidesa e della moglie di don Carmine Zoiti di Zurgunadio.

Rosa Vorluni non vedeva solo la Madonna ma anche gli angeli e i Santi.

Sempre grazie al manoscritto  del  Morizzi, abbiamo il racconto dell’apparizione della Madonna avvenuta il 2 ottobre del 1836, Festa della Beata Vergine del Rosario.

Così è scritto:<<Il devoto soggetto attendea in chiesa alli esercizii di peità del mattino…ed  ecco che già manifestatisi assisa un’amabilissima signora…la Divina Madre, assistita da due Sante Vergini e Martiri, l’una delle quali era Santa Veneranda di Gerace… Assisa su  di ricca sedia ornata a fiori e con pometti dalla parte della spalliera, per dentro i quali uscivano due mazzetti di gelzomini.

Sostenea, sul sinistro ginocchio, il bambino, rivolto alla mammella dell’istesso lato, che sembrava aver abbandonato da fresco, prossimo così a dormire.

Sostenuto in tal posizione dalla Madre con la sinistra mano per sotto le ascelle, reggea con la destra le gambe, che vacillavano; in atto che il tronco inclinava per la parte della spalla della medesima.

Le pupille della madre , che incantavano, rivolte erano alquanto, sul volto del dormicchiante fanciullo. La posizione era dell’intutto maestosa autorevol ed amabile: il capo cinto da nobilissimo diadema, circa il colorito degli abiti, non ritrovò a quali dei naturali colori paragonarlo…>>

In genere nelle apparizioni la Madonna appare senza il Bambino in braccio, invece alla Vorluni  appare seduta in trono e con il bambino.

La realizzazione della statua fu commissionata all’artista napoletano Arcangelo Testa e la statua arrivò a Tresilico lunedì 30 ottobre 1837, accolta calorosamente ed è  la Statua della Madonna delle Grazie che oggi vediamo nella chiesa di Santa Caterina V. M. e San Leone Magno,  elevata a Santuario.

La prima statua invece si trova in quella che fu la casa della mistica.

Rosa Vorluni è morta a Tresilico il 10 agosto del 1871.

Nel  2005,  Don Benedetto Rustico, parroco di Tresilico decise di avviare trattative di acquisto del palazzo Vorluni con l’ultima erede proprietaria, donna Francesca Vorluni, residente nella capitale, figlia di Giuseppe e nipote dell’illustre Giudice Luigi.

Trattative che andarono a buon fine con la cessione a titolo definitivo dei locali alla parrocchia di Tresilico, con lo scopo  di realizzare “La Casa della Madonna” , un’area per l’oratorio parrocchiale e la Casa del Pellegrino, che ospiterà chiunque desideri  recarsi  Tresilico visitare i luoghi di culto mariano e soggiornare.

Inoltre alla mistica, qualche anno fa, è stata intitolata  una piazzetta.

Da tempo  desideravo scrivere su questa straordinaria figura che porto nel mio cuore dal 1997, anno in cui ho lavorato ad Oppido Mamertina.

Un pomeriggio ho voluto visitare le antiche e suggestive vie di Tresilico e così “ho conosciuto” Rosa Vorluni.

Il culto della Madonna delle Grazie è particolarmente sentito non solo nei paesi pre-aspromontani, ma anche nella Piana del Tauro, e riporta al mio cuore mia nonna Grazia che ogni anno, il 2 luglio si recava a Tresilico.

Conservo ancora un bianco Rosario  acquistato da lei  in Chiesa.

Da Amato frazione di Taurianova, ogni anno la notte tra l’uno e il 2 luglio,  un nutrito gruppo di fedeli, parte per recarsi a piedi a Tresilico da Lei che Regina seduta sul suo trono, aspetta i suoi  figli.

Un anno mi sono unita al gruppo di Amato, insieme a mia cugina Sara e la sua cara mamma Nina.

E’ stata un’esperienza straordinaria di fede e bellezza.

Vedere l’alba alla Ferrandina è stato un sogno, è stato magico, così come l’arrivo davanti alla Regina.

Come ho detto prima Rosa Vorluni, mi era rimasta nel cuore e ringrazio don Letterio  Festa, grande sacerdote e uomo di cultura, perché senza il suo prezioso aiuto non avrei potuto scrivere niente.

Lo ringrazio di cuore.

Inoltre ringrazio il signor Vincenzo Vorluni per la squisita disponibilità.

Questo umile scritto è un atto d’amore verso la Mistica, verso la Madonna delle Grazie e verso la terra mamertina, ricca di fede, storia e bellezza.

Verso una terra che nel corso del tempo, ha contribuito ad arricchire la mia anima, il mio spirito e il mio bagaglio culturale, verso una terra che meriterebbe di più e che potrebbe a ragion vedute diventare la Pompei della Calabria.

 

 

 

 

 

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