Ieri a Padova  presso la  basilica Cattedrale, in un clima denso di emozione e spiritualità,  è stato ordinato vescovo Mons. Giuseppe Alberti, vescovo eletto della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi.

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Ieri a Padova  presso la  basilica Cattedrale, in un clima denso di emozione e spiritualità,  è stato ordinato vescovo Mons. Giuseppe Alberti, vescovo eletto della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi.

La celebrazione con il rito di ordinazione è stato presieduta dal vescovo di Padova Mons. Claudio Cipolla, con Mons. Antonio Mattiazzo e Mons. Francesco Milito.

Tra i sacerdoti della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi erano presenti don Antonio Spizzica cancelliere della Diocesi e don Cosimo Ciano, vicario episcopale.

Inoltre  è stata presente  una  delegazione  di fedeli, tra cui una forte presenza  di Taurianova (Miriam Sorace ha proclamata la prima lettura), un centinaio tra sacerdoti, diaconi, seminaristi, suore e anche i sindaci di Oppido Mamertina (Bruno Barillaro) e di Palmi (Giuseppe Ranuccio).

Don Antonio Spizzica ha letto  la Lettera apostolica con cui papa Francesco il 21 settembre scorso ha nominato mons. Alberti vescovo di Oppido Mamertina-Palmi.

Dopo l’omelia di Mons. Claudio Cipolla, Mons. Giuseppe Alberti ha confermato i suoi impegni di fedeltà al ministero apostolico, alla predicazione del Vangelo, all’obbedienza al Papa; di custodia e cura del popolo di Dio e dei presbiteri a lui affidati; di accoglienza e misericordia verso i poveri; di osservanza della preghiera e dell’esercizio del ministero sacerdotale.

A seguire il rito dell’imposizione delle mani sul capo dell’eletto da parte del vescovo Claudio Cipolla e subito dopo di tutti i vescovi concelebranti, quindi l’imposizione del Vangelo sul capo del nuovo vescovo, l’unzione con il crisma, la consegna del Vangelo, dell’anello, della mitra e del pastorale. E quindi il neo-vescovo è stato invitato a sedersi “primo” fra tutti i vescovi concelebranti.

Al termine della celebrazione eucaristica il vescovo Giuseppe Alberti ha percorso la navata per la benedizione dei fedeli.

Prima della conclusione ha portato il suo saluto al vescovo neo ordinato mons. Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, presidente della Conferenza episcopale calabra”

IL MOTTO che accompagna il suo  stemma  è uno dei versetti finali del Vangelo di Matteo (28,19-20): “Euntes ergo, Ego vobiscum sum” – “Andate dunque, Io sono con voi”.

LO STEMMA:

L’Agnus Dei, simbolo dell’innocenza e della mansuetudine, trova in Cristo il suo pieno compimento. Il Signore è l’Agnello immolato che dona la vita per i fratelli, modello di dono e di servizio che “ama sino alla fine”. È l’Agnello pasquale che reca i segni della vittoria della Risurrezione.

La conchiglia è segno del dono battesimale che attraverso l’acqua infonde vita nuova a chi la riceve con la apertura della fede. Ricorda anche la prima evangelizzazione che sempre è chiamata a rinnovarsi in contesti di cambiamento come nuovo annuncio del Vangelo che libera e salva.

Il mastio e la palma, congiunti esprimono la realtà diocesana che unisce Oppido a Palmi. Più profondamente la torre esprime la forza di Dio che infonde stabilità e fermezza, difende e dona coraggio. La palma è sinonimo di vittoria, di rigenerazione e di immortalità.

La stella rappresenta la figura di Maria che appare come segno luminoso nel cielo del mattino, aurora di speranza per la Chiesa in cammino. Le otto punte alludono alla pienezza che è Cristo risorto nell’orizzonte dell’umanità, modello di vita nella ‘magna carta’ delle beatitudini evangeliche.

La croce unisce e sintetizza la simbologia araldica che trova nella Pasqua il suo inizio e il suo fine, il principio della creazione, compimento della storia.

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