“La Geopolitica delle tecnologie e l’intelligence” è il titolo della lezione tenuta da Alessandro Aresu, consigliere scientifico della rivista “Limes” e autore de “Il dominio del XXI secolo”, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Aresu ha delineato le questioni tecnologiche che influenzano la competizione geopolitica, con particolare riferimento alla competizione tra Stati Uniti e Cina, proponendo alcuni esempi storici dove scienza e tecnologia si sono intersecati segnando l’ascesa, lo sviluppo e caduta di grandi potenze.
Il forte collegamento delle economie nella globalizzazione evidenzia gli aspetti competitivi e strategici della costante sfida nella ricerca di tecnologie di frontiera, che possono determinare vulnerabilità e vantaggi di un paese rispetto ad un altro.
Il docente ha poi individuato, sul campo dell’intelligence ad ogni livello, Stati Uniti e Cina come i due principali contendenti dell’arena globale.
La Cina sconta ritardi nel settore dei semiconduttori sia in senso industriale che politico quale settore essenziale del digitale, ma è una superpotenza nei processi manifatturieri, ponendosi al centro di una filiera industriale tecnologica globale, fondamentale per il cambiamento del sistema energetico e della mobilità sostenibile.
L’intervento è proseguito analizzando la politica tecnologica e commerciale che si sviluppa da una parte in una stretta collaborazione tra paesi nella produzione di determinati prodotti di aziende private, come l’Apple iPhone che vede protagonisti Stati Uniti, Cina e Taiwan, dall’altra si manifesta con l’estensione dei veti governativi statunitense ed europei nella concessione delle licenze di esportazione per aziende dall’alto contenuto tecnologico.
La competizione nell’innovazione crea nuovi livelli di complessità per l’intelligence nel riconoscimento di minacce più profonde e che si rivelano in forme diverse: dalla minaccia di acquisizione diretta di proprietà intellettuale all’acquisizione illegale di informazioni sui fornitori chiave, segreti o poco noti delle aziende strategiche.
Un esempio di questo processo nell’intelligence si può individuare nelle minacce di sicurezza economica da parte nella Cina individuate dall’intelligence dei Paesi Bassi, in corrispondenza all’ascesa del rilievo assunto dall’azienda dei Paesi Bassi ASML.
L’ondata dell’Intelligenza Artificiale costituisce l’ultima frontiera di questi processi, confermando la linea di tensione di sicurezza economica tra USA e Cina.
Il nuovo ruolo dell’intelligence davanti alla complessità delle filiere tecnologiche proietta gli operatori a dover comprendere rapidamente i colli di bottiglia delle industrie e di leggere tempestivamente la riorganizzazione delle filiere globali e la loro possibile direzione, operando con dati e informazioni riservate ma anche sfruttando l’opensource intelligence, che riveste un ruolo crescente.
Il docente ha quindi sottolineato che è chiara la volontà cinese nella riorganizzazione delle filiere tecnologiche, finalizzata a portare la Cina da economia manifatturiera a un’economia che conserva tutta la sua capacità produttiva unendovi un valore aggiunto tecnologico sempre più significativo in alcune filiere.
Analogamente gli Stati Uniti monitorano costantemente la capacità tecnologica della propria supply chain premendo sulla base industriale della difesa, delle materie prime critiche, dei dispositivi di storage dell’energia, dei semiconduttori, dei farmaci e delle biotecnologie.
Il monitoraggio fondamentale, tuttavia, è quello del panorama aziendale mondiale, per individuare i colli di bottiglia più rilevanti, nel presente e nel futuro.
Su questi interrogativi, gli operatori di mercato possono rispondere solo in parte perché direttamente coinvolti.
Aresu ha quindi ribadito che è necessario un forte rapporto tra mercato e apparati governativi.
Le strutture di intelligence sono sicuramente chiamate a nuove sfide in quanto la tecnologia è così pervasiva e strategica che non può permettere ai decisori politici di farsi trovare impreparati al continuo cambiamento.
La politica e l’intelligence devono allora interagire con le aziende tecnologiche private in un rapporto simbiotico di apprendimento costante.
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