Non ho avuto modo di partecipare al consiglio comunale dell’altro ieri per impegni improrogabili e documentati, presi oltre un mese prima e dopo che la Presidente del Consiglio – e la maggioranza alla quale si è dimostrata sempre subalterna – ha omesso di rispettare ancora una volta le date del regolamento: quella dei venti giorni dalla nostra richiesta del 10 marzo e quella, ancor più cogente, del 15 marzo per la presentazione in consiglio del bilancio preventivo e del DUP 2024-2026 che ha prodotto l’ennesima diffida prefettizia. Ma se pure ci fossi stato, avrei abbandonato l’aula per protesta, come d’altronde ha fatto la collega Maria Adele Buccafusca e quelli dell’altro gruppo di minoranza.
Non si possono infatti avvalorare, sia pure con la sola presenza, atti, situazioni e comportamenti viziati da irregolarità quando non da illegittimità. L’elenco sarebbe lungo, ma ci limitiamo ai principali: una delibera di Giunta di approvazione dello schema di Bilancio e del DUP, avvenuta (fuori tempo massimo) il 21 marzo (e non il 15, checché ne dica l’assessore al Bilancio, in concorso di falsità col sindaco); la trasmissione (la sola che conti) degli atti ai consiglieri, con pec inoltrata appena cinque giorni prima del Consiglio (e con una domenica di mezzo) senza aver prima verbalizzato il deposito degli stessi, il ché costituirebbe di per sé materia di impugnativa della delibera consiliare di approvazione; la mancata pubblicazione anche in forma semplificata del Bilancio e del DUP, come prescritto dalla Corte dei Conti e dal Regolamento di contabilità armonizzato (art. 7 c. 2).
Ma soprattutto la mancata convocazione della Commissione Bilancio per l’esame istruttorio e la trasmissione degli atti alla Giunta (art. 21 c. 4 del Regolamento di cui sopra). Ma vi era un altro motivo pregiudiziale per giustificare la protesta, condivisa con l’altro gruppo, che ha portato all’abbandono dell’aula della Consigliera Buccafusca in assenza (giustificata) dei suoi colleghi: il deposito con pec del 29 marzo u.s. di una mozione di sfiducia al sindaco, concordata con l’altro gruppo soltanto dopo la riunione dei capigruppo del giorno precedente, che superava e dava ben altra valenza all’originario punto della semplice richiesta di dimissioni, peraltro inserito al dodicesimo posto (!) dell’odg. Una mozione che ci auguriamo venga calendarizzata quanto prima e che chiede un confronto urgente e prioritario a qualsiasi altro atto consiliare, trattandosi del reato a carico di Marasco di un grave abuso edilizio con correlativa ordinanza di demolizione di una consistente parte di opere della sua abitazione.
E’ questo il confronto serio al quale non può sottrarsi il sindaco, come invece ha fatto in tutto il corso della consiliatura rifiutando sempre il nostro invito a un dibattito pubblico; altro che derubricare la cosa a fatto personale, come ha dichiarato nel suo soliloquio l’altro ieri, disattendendo anche il regolamento del c.c., dal momento che, in nostra assenza, il punto non doveva neppure essere trattato. Un intervento peraltro a dir poco esilarante, concluso prendendo a prestito la frase di un noto gioco televisivo: “Rifiuto e vado avanti” (!). Ci sarebbe da chiedere cosa rifiuta il Nostro, visto che la nostra offerta in questo caso era quella di avere uno scatto di dignità, lasciando un posto che gli è diventato antitetico per aver tradito il giuramento prestato all’atto del suo insediamento: quello di rispettare le leggi e la Costituzione dello Stato. Un’altra occasione persa dunque da Marasco.
Per quanto riguarda infine l’assessore abusivo, e giova ricordare anche assenteista, che ha relazionato sul DUP 12 secondi e sul bilancio 51 sec (quindi un po’ “abusivo” anche nell’intascarsi lo stipendio) non crediamo di dover dedicare tempo ed inchiostro. Ma visto che siamo in tema di citazioni, una ce l’ha strappa a forza; quella dell’indimenticato Forrest Gump, attualizzata per l’occasione: “bugiardo è chi il bugiardo fa”. E non da ora.