Intelligence, Lifang Dong al Master dell’Università della Calabria: “Nuovo paradigma geopolitico: “coesistenza” tra USA e Cina?”

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I Servizi di Intelligence Cinesi ai tempi della Nuova Via della Seta” è il titolo della lezione tenuta da Lifang Dong, “fondatrice dell studio legale internazionale Dong & Partners e Presidente dell’Associazione Silk Council” al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri. Dong ha spiegato l’evoluzione del nuovo ruolo geopolitico della Cina, dell’organizazzione di sicurezza di Pechino, per poi analizzare le relazioni della Cina con gli Stati Uniti, l’Europa e l’Italia, ai tempi del conflitto Russo-Ucraino, della crisi in Medio Oriente e delle tensioni nell’Indo-Pacifico. La docente ha sviluppato una panoramica in merito ai risultati di 46 anni di riforme e apertura della Cina sul piano economico e sociale e geopolitico internazionale, soffermandosi sulle tre fasi di evoluzione della Cina, che coincidono con i Presidenti: Mao Zedong (1949-1976), protagonista della “lunga marcia”; Deng Xiaoping (1978-1992), che ha inaugurato nel 1978 la politica di Apertura della Cina all’Occidente e l’attuale Presidente Xi Jinping (in carica dal 2012). Dong ha sottolineato le due strategie di lungo termine della presidenza di Xi Jinping. Accanto al piano strategico del “Made in China 2025”, che mira a ristrutturare radicalmente l’industria cinese da “fabbrica del mondo” a “potenza industriale competitiva e all’avanguardia”, c’è l’ambizioso progetto della “Nuova Via della Seta”, promossa nel 2013 e che, a oggi, vede più di 155 Paesi coinvolti, permettendo così, di collegare la Cina con l’Asia, il Medio Oriente, l’Africa, l’Europa e l’America Latina. In concreto – ha sostenuto – chi aderisce alla “Nuova Via della Seta”, entra a far parte di un sistema di connessioni infrastrutturali, che facilitano il trasporto e la circolazione terrestre, marittima, aerea e digitale delle merci e delle persone. L’interconnessione delle infrastrutture è la base per creare connessioni finanziarie, per incentivare gli investimenti, per rafforzare connessioni culturali, per lo scambio di conoscenze per accrescere il turismo ed aumentare gli scambi commerciali e la cooperazione. Per la docente, ai tempi del Covid-19 questo modello multilaterale win-win si è ampliato anche alla cooperazione sanitaria. Dong è così passata ad illustrare gli indirizzi politici ribaditi durante le riunioni plenarie dell’Assemblea del Popolo e della Conferenza Consultiva del Popolo (cosidetta “Due Sessioni”) di marzo 2024, che costituiscono un cambio di paradigma rispetto al passato. La nuova politica di Pechino è basata su quattro principi, già ribaditi nelle “Due Sessioni” di marzo 2022 e 2023: rafforzamento del mercato interno, per non dover essere dipendente solo dalle esportazioni; la resilienza è e l’autosufficienza tecnologica e l’autosufficienza scientifica, attraverso la realizzazione del progetto della “Nuova Via della Seta”, insieme al progetto “China Standards 2035”, finalizzato ad incentivare l’innovazione tecnologica creata in Cina; la crescita dell’eco-sostenibilità, per raggiungere il carbon free nel 2060 e infine, la promozione del multilateralismo nelle relazioni internazionali, a partire dal conflitto Russo-Ucraino alla crisi in Medio Oriente e alle tensioni nell’Indo-Pacifico. Nelle “Due sessioni” di marzo 2024 il Partito Comunista ha dato priorità al nuovo principio di “nuove forze produttive di qualità” (Xin zhi sheng chan li). Tale termine già utilizzato dal presidente Xi nel settembre 2023, fa riferimento a tutte le tecnologie in grado di consentire l’ottimizzazione dello sviluppo cinese: intelligenze artificiali (AI), robotica, satelliti ed energie rinnovabili. Dong ha poi enunciato gli obiettivi del 14° piano quinquennale per lo sviluppo economico e sociale 2021-2025: stima di crescita del PIL cinese del 5% per il 2024 inferiore rispetto al 2023, che è stato del +5,2%, aumento delle spese annuali per il settore Ricerca e Sviluppo e Difesa, politica fiscale espansiva e politiche di sostegno all’istruzione, alla sanità e all’occupazione, riduzione dell’esposizione dell’economia a rischi debitori e potenziamento della produzione di grano, abolizione delle restrizioni agli investimenti stranieri nel settore manifatturiero, rimozione delle restrizioni per gli stranieri, che desiderano lavorare, studiare e viaggiare in Cina ed accellerazione della ripresa dei voli internazionali. Ha quindi ricostruito lo sviluppo storico dei servizi d’intelligence in Cina nell’età contemporanea. Con l’apertura al mondo, iniziata con la politica di Deng Xiaoping e la globalizzazione, il sistema d’intelligence cinese si è evoluto, sviluppando una raccolta informativa anche verso l’esterno. Con l’ascesa al potere di Xi Jinping, è stata introdotta una struttura più complessa e centralizzata di sicurezza nazionale, facente capo alla Central National Security Commission, per preservare la stabilità politica, economica e sociale. Nel sistema cinese lo Stato è direttamente controllato dal Partito Comunista, tanto che il Presidente cinese ed il Segretario Generale del Partito coincidono ora nella persona di Xi Jinping. Oggi, per la Cina, la sicurezza nazionale riguarda non solo i campi tradizionali come l’integrità territoriale e la difesa da attacchi militari, ma anche altre aree come l’immagine internazionale della Cina e la presentazione della Cina al mondo esterno. I servizi di intelligence cinese hanno un approccio più proattivo, coinvolgendo la società civile per la sicurezza nazionale, utilizzando massicciamente le nuove tecnologie “per la sorveglianza di massa” e adottando nuove leggi per rafforzare il “sistema centralizzato ed il controllo sulla circolazione dei dati”. In tale contesto rientra il “Grande firewall”, un sistema che blocca i contenuti on line di dati sensibili, come, ad esempio, le critiche al governo e i contenuti pornografici. Inoltre, vengono implementate le “Smart cities”, attraverso vari progetti pilota, che migliorino la qualità della vita della comunità attraverso applicazioni digitali. Un esempio dell’utilizzo della tecnologia per il controllo sociale ai fini di sicurezza, sono le telecamere per il riconoscimento facciale e l’utilizzo del “social credit system”, un sistema per cui il governo, sempre attraverso una sorveglianza di massa e basandosi su una serie di parametri, attribuisce ai cittadini una reputazione sociale, da cui poi derivano delle premialità. Dong ha successivamente illustrato la legislazione cinese in materia di sicurezza nazionale e intelligence. La docente è poi passata alla disamina del nuovo scenario geopolitico ed economico ai tempi del conflitto Russo-Ucraino, della crisi in Medio Oriente e delle tensioni nell’Indo-Pacifico. Quanto alle relazioni Cina–USA, la docente ha commentato che sotto l’amministrazione di Donald Trump e di Joe Biden, gli Stati Uniti hanno adottato politiche militari, economiche e tecnologiche, che mirano al contenimento della Cina, perchè è considerata una minaccia alla supremazia globale degli Stati Uniti. Diversamente il presidente cinese Xi Jinping ha invitato Cina e USA ad assumersi congiuntamente le responsabilità che competono a due grandi potenze, coordinandosi e creando sinergia win-win per affrontare le attuali sfide globali. In tal senso, a metà novembre 2023 a margine dell’APEC a San Francisco, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente americano Joe Biden hanno affrontato questioni strategiche, che determinano la direzione delle relazioni bilaterali, la pace e lo sviluppo nel mondo, tra cui l’economia, il commercio e l’agricoltura, il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale e la lotta contro il narco traffico, con particolare riferimento al fantanyl. Inoltre si è parlato del conflitto Russo-Ucraino e della questione spinosa di Taiwan. Sul versante degli accordi bilaterali, i due presidenti hanno concordato di promuovere e rafforzare il dialogo bilaterale e la cooperazione in aree come i colloqui intergovernativi sul AI e hanno concordato l’istituzione di un gruppo di lavoro sulla cooperazione nella lotta al narcotraffico. Successivamente, il 2 aprile 2024 i presidenti Joe Biden e Xi Jinping hanno continuato a discutere in una telefonata le relazioni bilaterali e situazione geopolitica internazionale. Entrambi hanno ribadito la necessità di mantenere aperte le comunicazioni a livello diplomatico e militare. Sono state toccate anche questioni particolarmente spinose, da Taiwan alle restrizioni tecnologiche imposte dagli Stati Uniti, al conflitto Russo-Ucraino, alle tensioni nella penisola coreana e implicitamente alla crisi in Medio Oriente. Al termine della telefonata è stata annunciata la visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken in Cina a fine aprile 2024. Dal 4 al 9 aprile 2024 la segretaria al Tesoro americana Janet Yellen ha visitato Canton e Pechino per espandere la cooperazione bilaterale sulla lotta alla finanza illecita, rafforzare la stabilità finanziaria, affrontare il cambiamento climatico e risolvere il problema del debito tra i paesi in via di sviluppo. In quest’ottica di distensione dei rapporti Cina-USA, le due potenze mondiali sembrano confermare il proprio interesse nell’evitare un ulteriore aumento delle tensioni, sebbene appaia difficile trovare soluzioni condivise sulle questioni che le dividono. Dong ha poi effettuato una disamina tra le relazioni Cina – Europa, rilevando che le discussioni al 24° vertice Cina-EU tenutosi il 7 dicembre 2023 a Pechino si sono incentrate sulle relazioni economiche e commerciali e sulle questioni internazionali, tra cui: il conflitto Russo-Ucraino, la guerra in Medio Oriente (ribadendo una soluzione fondata sulla coesistenza dei due Stati, Israele e Palestina), il cambiamento climatico e la salute, la ripresa del dialogo sui diritti umani e infine la preoccupazione per le crescenti tensioni nello stretto di Taiwan e nei mari della Cina orientale e meridionale. Un altro tema cruciale è stata l’importanza strategica delle relazioni commerciali tra Cina-Italia, che ha portato l’Italia ad essere il 4° Paese in Europa per investimenti diretti cinesi dopo Regno Unito, Germania e Paesi Bassi e il 4° esportatore europeo verso la Cina dopo Germania, Olanda e Francia. Tuttavia – secondo la docente – per ragioni puramente politiche ed economiche, l’Italia, sotto il Governo Meloni, ha dichiarato l’uscita ufficiale dalla Nuova Via della Seta i primi di dicembre del 2023. Tuttavia, la posizione dell’Italia per Dong è ambigua: da una parte, l’Italia già sotto il Governo Draghi ha espresso il proprio allineamento al Patto Atlantico, orientamento condiviso dall’attuale Governo Meloni; d’altro canto, il Belpaese intende coltivare il partenariato strategico con la Cina e continuare a fare business con il Paese del Dragone. Infatti di recente proprio l’11 e 12 aprile 2024 a Verona si è tenuto la Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) e il Business Dialogue Forum Italia-Cina in occasione di un evento commemorativo in onore di Marco Polo e delle relazioni tra Italia e Cina alla presenza del Ministro degli Esteri Antonio Tajani e del Ministro del commercio cinese Wang Wentao e le rispettive delegazioni commerciali. La Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) è il principale strumento di cooperazione con la Cina in materia economica e commerciale ed è inclusa tra i meccanismi di dialogo del Partenariato Strategico Globale istituito nel 2004 dal presidente Silvio Berlusconi; mentre il Business Dialogue Forum Italia-Cina si propone di offrire un foro di dialogo e di promozione della cooperazione economica in settori prioritari, tra cui agritech, e-commerce, investimenti, farmaceutico e biomedicale. Si prevedono inoltre due visite ufficiali in Cina da parte del Presidente Sergio Mattarella e da parte della Premier Giorgia Meloni nel 2024. Nel frattempo il governo Meloni già dal 2023 ha cercato nuove opportunità fuori della “Nuova Via della Seta”: da una parte, stringere accordi strategici e commerciali più stretti con Taiwan, Giappone, Regno Unito ed India e dall’altra, rafforzare l’influenza dell’Italia nell’Indo-Pacifico e in Africa anche con il piano strategico Mattei. Indubbiamente la presidenza italiana del G7 nel 2024 costituisce una grande opportunità per l’Italia, che vede riuniti Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti insieme all’Unione Europea per discutere sulle attuali sfide globali: conflitto Russo-Ucraino, crisi in Medio Oriente, migrazioni clandestine dall’Africa, tensioni nell’Indo-Pacifico, sicurezza alimentare ed energetica, cambiamento climatico, intelligenza artificiale, sicurezza tecnologica e stabilità strategica e altro. E’ evidente – per la docente – che l’Italia sta cercando di trovare la propria posizione strategica in Europa, Africa e Asia in questo nuovo scenario multipolare per far fronte alle nuove sfide globali, ribadendo il suo allineamento alla NATO. In conclusione, per Dong la supremazia globale rivendicata dagli Stati Uniti dal secondo dopo guerra è in crisi, soprattutto dopo l’ascesa della Cina, come superpotenza rivale agli Stati Uniti nel nuovo ordine mondiale che si sta delineando. È necessario forgiare un nuovo paradigma geopolitico, adeguato al sempre più competitivo scenario internazionale. Gli Stati Uniti non possono affrontare contemporaneamente le tensioni geopolitiche scoppiate nel cuore dell’Europa tra Russia-Ucraina, in Medio Oriente tra Israele-Iran, nell’Indo-Pacifico tra Cina e Taiwan e tra le due Coree, poichè le risorse sono limitate e cresce il malcontento socio-economico negli Stati Uniti. Nei prossimi dieci anni, gli Stati Uniti dovrebbero pertanto disimpegnarsi dal Medio Oriente, trasferire all’Europa gli oneri della propria difesa e promuovere una coesistenza competitiva con la Cina. Infatti la principale sfida strategica tra Stati Uniti e Cina è proprio l’egemonia nell’Indo-Pacifico e non in altre regioni. In questo nuovo scenario internazionale, “coesistenza” dovrebbe dunque essere la parola d’ordine nelle relazioni sino-americane. Anche perché alle due principali potenze mondiali conviene creare sinergie per affrontare le nuove sfide del XXI secolo, tra cui il cambiamento climatico, le epidemie, la sicurezza alimentare ed energetica, l’intelligenza artificiale, la stabilità strategica, la sicurezza tecnologica anzichè adottare una mentalità da “guerra fredda”, che non giova a nessun attore internazionale, al fine di assicurare a tutta la comunità internazionale un futuro pacifico, stabile e prospero.

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