Nicotera. Il Comune disciolto politicamente, evita l’onta dello scioglimento mafioso. Nicotera. Il Comune disciolto politicamente, evita l’onta dello scioglimento mafioso.

Nicotera. Il Comune disciolto politicamente, evita l’onta dello scioglimento mafioso.

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Il Ministro dell’Interno si è finalmente espresso con proprio decreto sull’esito della Commissione di accesso agli atti del Comune di Nicotera, stabilendo in maniera sibillina, come lo è la legge in materia, che “non sono compiutamente emersi nei confronti dell’amministrazione comunale, gli elementi concreti, univoci e rilevanti …idonei all’adozione del provvedimento dissolutorio”. Quasi a dire che qualcosina ci stava, ma non era concreta, univoca e rilevante. Beh questo già si sapeva perché le opposizioni lo avevano in più riprese fatto rilevare nei consigli comunali. Una perdita di tempo e una perdita di democrazia partecipativa da parte dello Stato, comunque invadente con i suoi falsi pregiudizi.

La notizia fa piacere a tutta la comunità nicoterese con particolare sollievo per la maggioranza che si è ricandidata con una unica lista in questa competizione elettorale, per il rinnovo del Consiglio comunale.

Se da un lato si gioisce per l’evitato scioglimento per la mancanza di elementi concreti, univoci e rilevanti  dal condizionamento mafioso, dall’altro emerge un quadro caratteriale che non riguarda l’esame del Ministro dell’Interno, ma che si riverbera sul comportamento politico del Sindaco Marasco e della sua Giunta che hanno dimostrato una continua “arroganza” politica tanto da subire, da parte delle opposizioni, vari richiami e proteste di “antidemocraticità”, con due consiglieri di maggioranza che con dichiarazioni al vetriolo avevano finanche abbandonato la maggioranza.

Un vicenda che si chiude senza vincitori e né vinti tra sindaco e opposizioni, ma solo con il recuperato onore per la città che non doveva e non deve subire l’onta della Commissione di accesso agli atti, segno appunto di atteggiamenti e comportamenti estremizzati sempre al limite, che hanno innescato quei sospetti amministrativi, da condizionamenti mafiosi.

Chiusa positivamente questa vicenda sul mancato rischio scioglimento, adesso Marasco e i suoi 9 candidati devono superare  altri due scogli elettorali per essere rieletti. Il quorum e poi il 50% dei voti validi. Se i cittadini daranno il loro voto, questo andrà rispettato, anche se si prevede tra i partiti e movimenti, una seconda emergenza “antidemocratica“ e di “arroganza” per i prossimi 5 anni, salvo che questa lezione non sia servita a far crescere in umiltà e democrazia Marasco e la sua giunta.

Resta l’incognita amministrativa di un probabile conflitto di interessi del Sindaco per la nota vicenda dell’abuso edilizio notificato a marzo u.s. dai carabinieri per la propria abitazione, che dovrebbe inficiare l’eleggibilità, annullando immediatamente le elezioni.  Staremo a vedere cosa accadrà.

Se tutto questo dovesse verificarsi il 9 giugno, il Prefetto sarà costretto a inviare un Commissario prefettizio che gestirà per alcuni mesi il Comune alfine di indire nuove elezioni, in tal caso con la presenza di più liste, in un clima di partecipazione con i partiti, movimenti, associazioni e società civile che, in questa tornata elettorale, sono stati sopraffatti dalla burocrazia prefettizia che ha inviato una commissione di accesso tardiva, rivelatasi inutile e dannosa al confronto democratico elettorale. Un involontario favore alla lista Marasco e un danno alla partecipazione democratica. Comunque un male minore per la politica nicoterese e la città intera.

I Partiti presenti a Nicotera FDI, Lega, FI,UDC-CDU,PSI, DM e MoviVento, che prudenzialmente hanno preferito non presentare liste, stante l’incertezza dello scioglimento, in più occasioni hanno manifestato l’intenzione di non recarsi alle urne atteso che il clima politico ed elettorale era apparso ormai compromesso.

Forse ne subirà il danno anche la partecipazione elettorale per le elezioni europee in concomitanza con le comunali, stante l’invito prevalente a disertare il voto.

Nicotera non meritava l’onta di una Commissione di accesso agli atti, ma neanche l’onta di una maggioranza che, nei fatti, ha rotto con il tessuto sociale, isolata in questa avventura elettorale in una campagna percorsa in solitaria, con una lista monca di candidati e  con il popolo confuso e disorientato.

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