Intervista a Frate Damiano Zavaglia

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In un villaggio abbandonato dell’incantevole  Limina,   nel Comune di Mammola,  Frate Damiano vive in una casetta  a stretto contatto con gli animali e con il verde delle montagne.

Frate Damiano per 30 anni ha fatto il parrucchiere a Genova.

M ad un certo punto  ha deciso di abbandonare tutto ed  entrare in convento, nell’ordine dei frati Cappuccini.

Successivamente ritorna in Calabria e sceglie di vivere secondo le  regole di San Francesco d’Assisi .

Siamo andati a trovarlo e Frate Damiano, ci ha gentilmente concesso la seguente intervista.

1)Perché ha scelto di vivere lontano da tutto?

Vede è una scelta che è maturata nel tempo con l’esperienza.

Vivevo in provincia di Viterbo e già alle 6,00 mi piaceva pregare in solitudine.

Cercavo il dialogo con il Signore, sempre in solitudine.

Poi alle 7,00 pregavo insieme alla Comunità.

Mi affascinava pregare nel silenzio, un dialogo meraviglio con il Signore.

Con il passare del tempo ,ho capito che desideravo stare da solo, volevo ritirami nel silenzio e così grazie a Mons.  Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace  e don Antonio Mazza che mi hanno dato questa possibilità di vivere qui e gestire la chiesetta, ho realizzato questo mio desiderio.

2)Quella dell’eremita è una vocazione?

La vera vocazione è seguire il Signore.

Ognuno lo segue come vuole: nel silenzio, nel lavoro, nella comunità e in famiglia.

Tutti siamo chiamati a seguire il Signore, ognuno con la propria vocazione.

3)Che cosa le piace in particolare?

Mi piace tutto, perché tutto fa parte di un unico punto che è partenza e arrivo.

Una scelta racchiude in sé tantissime cose. Tante facce di un’unica medaglia.

4)Come trascorre la sua giornata?

La mattina mi sveglio alle 5,00 e la magia del silenzio mi avvolge.

Alle 6,00 mi alzo e inizio a pregare prima il Monastico, dopo ascolto le Lodi, il Rosario e la Messa su Radio Maria.

Leggo e medito San Francesco d’Assisi e altre letture.

Leggo tantissimo e dopo vado nel  bosco a procurarmi un po’ di legna, quindi accudisco l’adiacente chiesetta del villaggio.

Accolgo le persone che spesso mi vengono a trovare e  condivido con loro quello che c’è da mangiare.

A tutti consiglio di pregare, perché tutte le preghiere arrivano al Signore, che Ascolta sempre.

Il Curato d’Ars diceva” Importunate il Buon Dio”.  Dico pure di stare attenti ai segni che il Signore manda, magari non  sono capiti subito, ma con il tempo si capiscono.

Io vivo di preghiera e lettura.

5)Il mondo di oggi è costruito sulla comunicazione e i media. Vivere e invitare al silenzio vuol dire essere fuori tempo?

Ognuno vive il proprio tempo, non è vero che una volta si stava meglio, perché c’era tantissima povertà.

Oggi abbiamo anche il superfluo.

Io dico che dobbiamo vivere il presente.

Vivere il silenzio è importante. Ognuno lo deve vivere e sentire dentro di sé.

Il silenzio è dentro di noi.

6)Un messaggio per le persone

Affidarsi sempre al Signore, non c’è nessun’ altra strada. Solo Lui ci può aiutare e lo fa sempre, anche attraverso i Suoi segni e non ci abbandona mai.

Non dimentichiamo il nostro Angelo Custode, Lui è sempre con noi, non ci abbandona mai, nemmeno quando facciamo i monelli.

A volte nel silenzio sento un fruscio e avverto la sua presenza.

L’angelo custode è un dono che il Signore ha fatto a ciascuno di noi.

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