E’ stato presentato a Laureana di Borrello “Il Coraggio dei Tre No “ di Nicola Marazzita.
L’evento è stato magistralmente presentato e moderato da Eleonora Palmieri, che dopo aver dato il benvenuto a tutti i presenti, si è soffermata sull’importanza dell’opera.
Nella vasta e complessa trama degli avvenimenti del XX secolo, vi sono storie rimaste nell’ombra, racconti di coraggio, sacrificio e resistenza che meritano di essere conosciute da tutti, soprattutto dai giovani.
In particolare le vicende degli Internati Militari Italiani (IMI).
Lo scopo di questo interessante ed emozionante libro è far emergere, in particolare, una di queste storie, quella di un giovane uomo che ha vissuto i dolori e gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.
Nicola Marazzita racconta così la storia del padre Giuseppe .
Fu il padre stesso una sera a raccontargliela “mescolando cibo ed emozioni”.
Gli raccontò dell’’angoscia che si portava dentro.
Gli italiani prigionieri dei nazisti, dopo l’8 settembre, dissero dei “no” e furono trattati come traditori; poi, tornati in Patria, vennero umiliati come collaboratori dei tedeschi.
Continuando la Palmieri, ha sottolineato che la scelta di presentare il libro il 20 settembre non è stata casuale, perché in Parlamento è stata approvata all’unanimità la giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi.
Con il provvedimento si ricordano quanti, cittadini italiani, militari e civili sono stati internati nei campi di concentramento nazista a causa del proprio rifiuto di collaborare con il nazionalsocialismo dopo l’8 settembre del ’43. Tra questi circa 650mila Imi (internati militari italiani).
L’ opera è una biografia molto intensa, con una scrittura semplice, scorrevole e allo stesso tempo molto curata.
A seguire Mario Lucia Vice Presidente ANEI-Sezione metropolitana di Reggio Calabria, dopo aver rimarcato l’importanza dell’opera , ha presentato l’ANEI, nata nel 1948, la cui azione è stata dirompente su tutti i livelli.
I fondatori dicevano:” Se vuoi la pace devi conoscere la guerra”, e per questo hanno sempre raccontato le atrocità della guerra.
Mario Lucia, si è soffermato sull’opera, affermando” Giuseppe Marazzita per aver detto no è stato un eroe. Come eroi sono stati tutti i soldati che hanno combattuto nel corso della Seconda Guerra Mondiale”.
Infine Lucia ha ricordato il prof. Domenico Distilo, recentemente scomparso.
Subito dopo Paolo Alvaro, ha sottolineato che l’opera ricorda come in quel periodo sia stata violentata la dignità umana.
E’ stata una grande follia mettere degli uomini in campi di concentramento.
Dal libro si evince la semplicità e la grandezza del protagonista che pensa alla sua famiglia, alla sua terra e alla sua casa.
Articolato ed intenso è stato poi l’intervento di Nicola Rombolà.
“ Coraggio vuol dire agire con il cuore. Il libro attraverso una lettura coinvolgente permette di entrare nell’ anima del protagonista che, con i suoi tre no sceglie il proprio destino, dimostrando una grandissima forza spirituale, che gli ha donato una nuova dimensione. Quando l’uomo sceglie definisce sé stesso”.
Rombolà ha poi ricordato: Ipazia, Socrate, Giordano Bruno , Tommaso Campanella Danilo Dolci, Primo Levi e Don Lorenzo Milani esempi di coraggio e bellezza interiore.
Infine Rombolà, ha sottolineato che oggi la tecnica ha disumanizzato l’uomo.
La scienza senza conoscenza porta alla mostruosità
Interessante l’intervento del prof. Pugliese, che ha raccontato la storia del padre, simile a quella di Giuseppe Marazzita.-
Infine l’autore si è soffermato sul dolore, il rimpianto, la speranza e sui valori che il padre ha trasmesso.
Infine ha raccontato di Helga una ragazza , che il padre aveva conosciuto in quel periodo e di cui si era innamorato contro ogni pregiudizio dei commilitoni.
Helga era stata per lui una boccata d’ossigeno e il suo i ricordo lo aveva accompagnato per tutta la vita.
Numeroso e attento il pubblico presente, tra cui l’Associazione AMPA venticinqueaprile, l’A.N.P.I. Sezione Intercomunale Laureana di Borrello-Serrata- Galatro, componenti dell’ANEI e il maresciallo Spataro.