Sa anche di commovente magia l’incontro avvenuto questa mattina nel municipio, intorno ad uno dei più celebri dipinti di Pietro Barillà – “La Fattucchiera” – collocato nella stanza del sindaco Roy Biasi.
A conclusione della due giorni di studi sull’artista originario dell’antica Radicena, inserita nel programma della “Capitale del Libro”, le sorelle Lidia e Laura Barillà – toscane e nipoti del pittore scomparso nel 1953 – sono state ricevute dal primo cittadino, potendo ammirare per la prima l’opera del nonno.
Nel loro primo viaggio fino a Taurianova, le discendenti dell’artista nell’anniversario della sua morte – che cade proprio ieri – hanno anche conosciuto la taurianovese Maria Grazia Martino, la cui mamma Maria Barillà era figlia di uno dei fratelli del maestro le cui spoglie riposano nel cimitero monumentale di Taurianova.
La visita nel municipio, che ha avuto come guida d’eccezione la ricercatrice Laura Mileto – appassionata ideatrice di un convegno che ha portato a Taurianova studiosi da diverse università italiane – ha concluso i lavori, servito anche a far conoscere di più e meglio al vasto pubblico taurianovese quest’altro concittadino illustre.
Non a caso, anche gli studenti del Liceo Artistico Guerrisi di Cittanova hanno assistito al benvenuto speciale che il sindaco Biasi e l’assessore Maria Fedele hanno voluto riservare alle sorelle Barillà, che avevano conosciuto al Salone del Libro di Torino al quale avevano partecipato nelle vesti di rappresentanti della fondazione Lionello Balestrieri, rinomato sodalizio culturale dedicato al suocero di Barillà che ha sede a Cetona, in provincia di Siena.
«E’ una doppia emozione indescrivibile quella che proviamo, nel vedere un’opera di cui abbiamo sempre sentito dire tanto e che non immaginavamo di queste dimensioni così grandi, ma anche nel vedere finalmente di persona quei panorami intorno a Taurianova che influenzarono certamente la produzione pittorica del nonno», hanno dichiarato le sorelle Barillà che nel loro intervento durante il convegno hanno anche espresso apprezzamento per come «si è voluto collegare questo studio originale sulla biografia e sulle opere, ad una manifestazione così importante e seguita come Taurianova Capitale del Libro».
Anche durante la visita al quadro arrivato alla municipalità taurianovese in circostanze che ancora non si conoscono, o in occasione di uno dei tanti rientri temporanei da Napoli a Taurianova di Barillà – oppure quando decise di stabilirsi definitivamente nel paese d’origine – è stata evocata, in particolare dalla docente Antonella Aricò, la necessità di un intervento di tutela e conservazione dell’opera, che anche per la sua cornice colpisce chiunque entri nella stanza del sindaco. «Ho fortemente voluto che nel programma annuale della Capitale del Libro – commenta l’assessore Maria Fedele – ci fosse anche questo approfondimento di qualità nell’ambito di un indirizzo preciso che ci siamo dati, per far conoscere ad un pubblico che va oltre i confini regionali il genio artistico e la valenza nazionale dei grandi taurianovesi del passato. Anche per questo abbiamo voluto riservare un saluto evocativo a Laura e Lidia Barillà, diventate ancora di più ambasciatrici della taurianovesità nel mondo, visto il loro impegno diretto nella prestigiosa fondazione toscana, realizzando un loro desiderio e socializzando il portato del contributo di un artista giustamente inserito nel novero di quanti influenzarono la cultura meridionale prima e dopo la seconda guerra mondiale».
Anche il sindaco Biasi, dopo aver portato i saluti della città nella introduzione del convegno, ha legato l’incontro di oggi all’impegno per rivalutare la cultura e l’arte calabrese. «Non a caso abbiamo voluto ospitare questo confronto tra studiosi nella sala consiliare – dichiara il sindaco Biasi – in modo che fosse la casa dei taurianovesi ad omaggiare un artista che ho scoperto essere presente con le sue opere finanche nel Marca di Catanzaro, fatto questo che ci fa immaginare la possibilità di nuovi ponti culturali sia con il capoluogo di regione, sia con Napoli dove Barillà esercitò la docenza e dove diresse quello che rimane l’unico Museo artistico industriale attualmente attivo in Italia. Questa mattinata, per carica emotiva e valore culturale, rimarrà nella storia della mia città orgogliosa di mostrarsi all’Italia e fiera di divulgare il senso delle proprie radici alle giovani generazioni, grazie ad un pittore diventato con il suo quadro testimone giornaliero di un lavoro organizzativo prezioso e appassionato».
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