La lettura delle pagine di un racconto, una tavola rotonda e l’ascolto di una toccante testimonianza: è così che Taurianova Capitale del Libro ha affrontato il tema dell’odio di genere, questa volta anche per offrire il suo contributo a ridosso della Giornata internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne, con un evento dal titolo “Rompi il silenzio e il ciclo della violenza”.
La sala “Sofia Alessio” della Biblioteca “Antonio Renda” ha ospitato un incontro che, promosso in collaborazione con l’associazione Piccola Opera Papa Giovanni – che in città gestisce uno dei 2 Sportelli territoriali di ascolto del Centro Antiviolenza Angela Morabito attivo nel capoluogo reggino – ha consentito, attraverso nei diversi momenti in cui è stato articolato, una trattazione originale per il linguaggio utilizzato e il coinvolgimento del pubblico, formato tra gli altri dai rappresentanti della locale Compagnia dei Carabinieri e del Commissariato di Polizia cittadino.
I temi della “vittimizzazione secondaria” spesso generata nei tribunali e dai mezzi di informazione, ma anche della “violenza indiretta” frutto del retaggio culturale ancora presente nel territorio, nonché della “nuova educazione sentimentale” da promuovere sin dalle scuole, sono stati analizzati a partire dalla riflessione proposta dalla psicoterapeuta Filomena Drago, autrice del libro “Sono Sbagliata”.
«Si riscontra sempre più spesso – ha detto l’esperta riferendosi ai casi che ha trattato in oltre 30 anni di attività – un collegamento tra la violenza fisica che la donna subisce da sposata e la violenza psicologica silente che ha vissuto nella famiglia di origine, formando quasi una sorta di abitudine che ritarda la consapevolezza e fa ritenere alla vittima di essere “sbagliata”»
Proprio per dimostrare che il circuito del silenzio e della autocolpevolizzazione può essere interrotto, Francesca Mallamaci – coordinatrice dello Sportello cittadino aperto in collaborazione con il Comune – ha chiamato alla testimonianza Maura, una ragazza di Taurianova vittima di violenza che ha vissuto 3 anni in una comunità, fino al riscatto ottenuto dopo la denuncia, un lavoro e un secondo matrimonio che l’ha resa altre volte mamma. Parole di gratitudine verso le operatrici dello Sportello antiviolenza che hanno emozionato e che, nella città tristemente accostata in passato al caso di una violenza sessuale di gruppo – ottenendo una ripetuta ribalta nazionale per la denuncia della vittima contro la sottovalutazione delle istituzioni – segnalano invece un deciso cambio di passo nella capacità di “fare rete” per prevenire le cause, proteggere la vittima e reprimere il reato.
Proprio su questo è intervenuta l’assessore alle Politiche Sociali, Angela Crea, ricordando come «i servizi comunali oggi si sono dotati di specialisti capaci di leggere per tempo quei segnali che spesso rivelano una violenza domestica taciuta», collaborando con le scuole che, come ha spiegato Maria Concetta Muscolino, dirigente dell’Istituto comprensivo taurianovese, «con una sempre maggiore vigilanza rispetto al passato aiutano i ragazzi ad abituarsi ad una educazione sentimentale nuova».
Testimonianze sull’importanza della rete cittadina creata in questi anni sono venute da Simona Scrivo e Emanuela Sorrenti – rispettivamente assistente sociale del Comune e Psicologa dello Sportello di ascolto – mentre Rosanna Certo, che in quest’ultima struttura cura la consulenza legale, ha riportato i casi di tribunali anche locali che «pure di recente hanno dimostrato, così come ha censurato la Corte Europea per i diritti umani, che spesso chi è chiamato ad applicare la legge si rifà a linguaggi superati e metodi sbagliati che fanno sentire colpevole la vittima».
Contributi qualificati sono venuti dal pubblico, come quello del maresciallo dei carabinieri Lucrezia Fico, che ha ricordato come ormai «contro la violenza sulle donne si possa procedere anche d’ufficio, rendendo fondamentale qualsiasi segnalazione anche di un sospetto», mentre l’ex parlamentare Angela Napoli ha sottolineato che «per arrivare agli odierni passi avanti della legislazione si sia dovuto spesso fare i conti con una politica in cui gli uomini chiamati a legiferare hanno negato il problema», trovando sponda nella preside in quiescenza Maria Corica che ha accusato «proprio il maschilismo ancora imperante che ci porta a fare i conti con un vero e proprio bollettino di guerra».
«La famiglia molte volte alza un muro invalicabile che nasconde ogni sopraffazione e lo fa in nome di un modo di pensare che predilige la falsa unità e ricatta la donna utilizzando i figli – ha detto nel suo intervento il sindaco Roy Biasi – ecco perché con il nostro ruolo di Capitale del Libro vogliamo spingere per creare, attraverso la cultura, un antidoto potente anche contro la violenza silenziosa».
L’incontro si è concluso con l’intervento dell’assessore alla Cultura e direttore di TCIL, Maria Fedele. «Per quantità e qualità delle proposte – ha detto – la nostra programmazione si conferma senza eguali nella storia delle manifestazioni culturali calabresi, determinando un continuo fermento che, intorno alla promozione del libro, della lettura e della riflessione collettiva, abbiamo voluto indirizzare anche contro la piaga dell’accanimento sulle donne, dimostrando che per il nostro territorio questo è il tempo di chiudere definitivamente i retaggi culturali del passato fatti di scelte imposte e di mancata consapevolezza della violenza psicologica non meno grave di quella fisica».