“La guerra normativa: questa sconosciuta?” è il titolo della lezione tenuta da Solange Manfredi, giurista, saggista ed esperta di diritto internazionale, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri.
Manfredi ha introdotto il concetto di “guerra normativa”, descrivendolo come l’uso strategico e talvolta manipolatorio delle norme giuridiche per perseguire fini che esulano da quelli per cui erano state concepite e che spaziano dall’ambito economico a quello geopolitico. Sebbene questa pratica sia antica, ha spiegato come si manifesti oggi con maggiore intensità in quanto favorita dall’era della globalizzazione e dalle rapide trasformazioni socioeconomiche.
Si tratta di un fenomeno poco esplorato, ma di crescente rilevanza internazionale, conosciuto anche con il termine “lawfare” (fusione di “law” e “warfare’), un termine introdotto nel lessico accademico degli Stati Uniti per indicare una forma di guerra combattuta attraverso il diritto e finalizzata ad ottenere vantaggi militari, politici, economici e finanziari. Il “lawfare” viene quindi descritto come una nuova modalità di conflitto che sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti all’interno dei convulsi cambiamenti globali.
La docente ha evidenziato come questo fenomeno abbia trovato un’interpretazione unica nella dottrina cinese delle “Tre Guerre” o “Falu zhan”, che integra in una strategia sinergica e globale la guerra legale, psicologica e informativa. Un metodo certamente contrapposto all’approccio occidentale della frammentazione della complessità giuridica, che se da un lato facilita l’analisi tecnica di singoli aspetti, dall’altro rischia di oscurare la visione d’insieme.
Manfredi ha quindi spiegato come nei periodi di grandi trasformazioni sociali ed economiche, si amplifichi il ricorso alla guerra normativa. Ha analizzato esempi pratici, quali l’uso delle sanzioni economiche e delle normative extraterritoriali, evidenziandone i loro effetti devastanti non solo sugli Stati, ma anche sulle relazioni internazionali e sull’equilibrio geopolitico globale. Un esempio significativo è quello delle sanzioni finanziarie statunitensi, che sfruttano il primato del dollaro per esercitare una pressione economica globale, influenzando così anche le decisioni di politica estera di altre Nazioni
La docente ha quindi rivolto l’attenzione ai protocolli operativi, distinguendoli in azioni a breve, medio e lungo termine. Tra questi, ha citato gli arbitrati obbligatori e la manipolazione del diritto come strumenti per eludere i tribunali e consolidare il controllo giuridico.
Particolare enfasi ha posto sul concetto di “controllo del pensiero giuridico” e della produzione normativa come strumenti di potere a lungo termine, capaci di modellare la società e le relazioni internazionali secondo visioni unilaterali.
Manfredi ha spiegato come il diritto, oltre a regolare la società, sia uno strumento di potere fondamentale per modellare relazioni internazionali e mantenere il dominio nel lungo termine. Ha pertanto richiamato l’attenzione sull’importanza della storia e della multidisciplinarietà nell’analisi giuridica e strategica, evidenziando come solo attraverso uno studio critico e di ampio raggio sia possibile anticipare e contrastare efficacemente le minacce derivanti dall’uso strategico del diritto.
La lezione si è conclusa con un appello a considerare il diritto non solo come uno strumento tecnico, ma anche come un mezzo strategico capace di trasformare le società e le relazioni internazionali. E quindi rappresenta un settore che l’intelligence deve necessariamente monitorare.
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