ASSOCIAZIONE CULTURALE ANASSILAOS: PIAZZA INDIPENDENZA

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Si ripropone dopo il concerto di fine anno il problema della sistemazione di Piazza Indipendenza e non è fuori luogo – scrive Giuseppe Diaco responsabile dell’Associazione Culturale Anassilaos nonché collezionista – ricordare un antico progetto risalente al 1964. L’Amministrazione Comunale dell’epoca desiderava  modificare la fontana di Piazza Indipendenza, quel fontanone al quale Nicola Giunta aveva dedicato una delle sue più irriverenti liriche (A funtana i Riggiu)  con la celebre chiusa “fissa cchiù fissa da funtana ‘i Riggiu!” e a tale scopo aveva rivolto un invito a scultori e architetti per la realizzazione di un bozzetto. All’appello rispose, tra l’altro, lo scultore Celestino Petrone che realizzò e invio agli amministratori e alla stampa (come si evince peraltro da una lettera in data 4 settembre 1964) un progetto dedicato al reggino  Ibico, tra i più grandi lirici greci del suo tempo e alla sua morte. Come si evince dal bozzetto al centro della fontana (un cerchio in mosaico con elementi greci) si eleva un groviglio di ali di gru che rimanda alla morte del poeta secondo quanto sopra  tramandato da Plutarco.  “Ferito a morte dai ladri nei pressi di Corinto, il poeta in punto di morte vide uno stormo di gru e le pregò di vendicare la sua morte. I ladri nel frattempo giunsero a Corinto e, poco dopo seduti nel teatro, videro le gru sopra le loro teste. Uno di loro, sorpreso, esclamò: “Guardate, i vendicatori di Ibico!”, così la gente capì cosa era successo, accusando gli autori del delitto.” L’opera che poteva “…inorgoglire per il suo valore altamente rappresentativo l’intera comunità reggina” (sono parole dello stesso Petrone) rimase soltanto un bozzetto e a Piazza Indipendenza venne realizzata una fontana senza cuore e senza storia in attesa di una nuova sistemazione. Di Ibico, rileva Diaco, nella città che pure gli diede i natali, non rimane molto a parte il monumento sul lungomare Falcomatà, opera pregevole di Michele Guerrisi, realizzato a cura di quella che era un tempo l’Azienda di Soggiorno e Turismo e una iscrizione sul già  Corso Vittorio Emanuele III, che ricorda una celebre ballata del poeta tedesco Friedrich Schiller “Le gru di Ibico” (Die Kraniche des Ibykus) composta nel 1797 e pubblicata per la prima volta  nel Musen-Almanach  per l’anno 1798. Non sarebbe dunque fuori luogo, a parere dell’esponente dell’Associazione Anassilaos, ritornare a quel mirabile progetto tenuto conto della vicinanza tra la Piazza e il Museo Archeologico che racchiude inestimabili opere della antica civiltà greca testimoni della nostra storia.

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