La vita è bella

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La vita è bella  è un film di Roberto Benigni che parla della Seconda Guerra Mondiale vista dagli occhi di un bambino ebreo deportato dai nazisti con la sua famiglia in un campo di concentramento.

Anche se  il tema è  molto triste e tragico, Benigni riesce a renderlo leggero e addirittura comico in alcune parti.

Alla sua uscita, in Italia questo film  ha incassato la cifra record di 92 miliardi di lire, divenendo il film italiano di maggiore incasso di sempre, oltre a essere una delle pellicole italiane più apprezzate e popolari in tutto il  mondo.

Ambientato nel 1939, un giovane ebreo si innamora di una maestra, che tenta in ogni modo di conquistare: riesce persino a entrare nella scuola dove lei insegna, improvvisando un discorso fitto di battute esilaranti, che svelano la natura ridicola delle leggi razziali.

Dal loro matrimonio nasce un bambino che, sei anni dopo, verrà deportato insieme al padre in un campo di concentramento.

Al fine di nascondere  al figlio gli orrori del Lager, il padre lo convince che stanno partecipando a un gioco a premi, la cui posta finale è costituita da un carro armato. Quando i soldati tedeschi stanno per abbandonare il Lager, il genitore, dopo aver nascosto il figlio, viene scoperto e fucilato.

Il giorno dopo, il campo viene liberato e un soldato americano (nella realtà storica il campo di Auschwitz sarà invece liberato dai russi) fa salire su un carro armato il ragazzino, felice perché convinto di aver vinto il premio finale, e lo riporta dalla madre.

Nonostante la trama sia ambientata in un periodo oscuro della storia, La vita è bella riesce a trasmettere un forte messaggio di speranza, amore e coraggio.

Il film è un’opera commovente che celebra la forza dell’amore e dell’umanità anche nei momenti più bui.

Vincitore di tre Premi Oscar, è stato anche  presentato in concorso al  51° Festival di Cannes, dove ha vinto  il  Grand Prix Speciale della Giuria; inoltre ha vinto 9  David di Donatello, 5  astri d’argento, il  Premio Cèsar per il miglior film straniero, 5 Globi d’oro, 2 Europea Film Awards e un premio medaglia a Gerusalemme.

Inoltre è stato inserito dal  National Board of Review nella lista dei dieci migliori film stranieri del 1998.

La colonna sonora firmata da  Nicola Piovani è stata acclamata in tutto il mondo, divenendo uno dei pezzi pregiati della discografia del compositore.

Ogni anno in occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio,in televisione viene riproposto questo film e la sua colonna sonora fa da sottofondo alle molte celebrazioni nelle scuole  e nelle associazioni.

Questo film è legato indissolubilmente  ad un periodo doloroso della mia vita.

Ricordo alla sua uscita, l’ho visto  al cinema della mia nobile Cittanova.

Seduta da sola, ricordo  ancora la mia commozione e le mie lacrime.

Come il titolo, anch’io  sognavo una vita bella o meglio diversa da quella che al borgo natio mancava.

Sognavo di vivere, ero affamata di vita, una vita che fosse vita.

Sognavo di vivere ,non sopravvivere.

Sola,  in quel cinema ho pianto e non solo per la trama del film e per la meravigliosa colonna sonora.

Ho pianto per me, per le cose che desideravo, per l’amore che era andato via.

Ho pianto  per quello che non sarebbe mai stato.

Ho pianto e ho continuato a piangere ogni anno il 27 gennaio, nell’ascoltare la colonna sonora, o al solo vedere  in televisione la pubblicità del film.

Piango ancora e come allora ritorno a soffrire, a sperare, a sognare.

Mi rivedo come in un film ,seduta al cinema di Cittanova, rivedo il tramonto sulla villa comunale, l’aria gelida che scendeva dallo Zomaro.

Piango ancora le stesse lacrime, annegate sul lago del tempo.

Piango sognando una vita che possa essere bella, nella consapevolezza che il cuore e la speranza non smettono mai di sognare, perché la vita se vuole,può essere davvero bella.

 

 

 

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