Pubblichiamo la missiva nella sua stesura integrale:
“Preg. mo Sig. Prefetto di Reggio Calabria, Dott.ssa Clara Vaccaro, con la presente lettera desideriamo renderLa partecipe di una questione di grande rilevanza per la città di Gioia Tauro, ovvero la necessità di ripristinare la funzionalità della sala mortuaria dell’Ospedale “Giovanni XXIII”. Preme innanzitutto ricordare che ogni realtà ospedaliera costituisce – di là della sua crescente specializzazione tecnica e scientifica – non solo un primario luogo dedicato alla cura e dunque all’integrale tutela della salute, attraverso le diagnosi e le terapie, ma anche un fondamentale presidio che concorre alla tutela di quanti affrontano esperienze di estrema vulnerabilità, incluse quelle che spesso impongono la complessa gestione umana della morte. Appare evidente che, non essere attrezzati nella corresponsabile gestione di questa delicata dimensione, possa comportare il rischio di sottovalutare e tralasciare una dimensione piuttosto fondamentale, vale a dire quella rientrante nel ruolo di Istituzione sociale e dunque di prossimità che un nosocomio dovrebbe svolgere a favore della più ampia comunità cittadina. In questa prospettiva di senso non si può non rilevare che l’assenza, presso lo strategico Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Gioia Tauro, di un apposito complesso strutturale capace di garantire le pietose forme dell’accoglimento dei pazienti deceduti, rappresenta certamente un’ingiusta e intollerabile offesa alla dignità umana, al punto da ingenerare – innanzitutto nella comunità di appartenenza – una situazione che si lascia contraddistinguere da significative preoccupazioni e mortificanti disagi.
D’altronde la sala mortuaria rappresenta, da una parte, un luogo pensato a favore delle ragioni della memoria e del raccoglimento – nonché per l’opportuno sostegno ai familiari che, in tale riservato ambiente, possono opportunamente congedarsi dai propri cari – mentre dall’altra si configura come un simbolo di rispettosa sacralità, dal momento che riconosce che ogni essere umano conserva il proprio indiscutibile valore anche dopo la morte. Come Vostra Eccellenza può certamente immaginare, la mancanza di tale spazio è di conseguenza percepita come una certa insensibilità verso la cultura del cordoglio, che con i suoi imprescindibili aspetti antropologici e religiosi – nei quali si incarna e si esprime – tende, a sua volta, a intrecciarsi al modo in cui la nostra realtà affronta il senso della morte nell’immediatezza degli svolgimenti esperienziali del lutto e del ricordo.
Alla luce dell’esposto quadro situazionale sentiamo la necessità di rivolgerci alla Sua cortese attenzione, per chiedere di valutare con urgenza ogni necessaria azione per predisporre – con i mezzi e le procedure previste – il sollecito e funzionale ripristino della camera mortuaria presso l’Ospedale di Gioia Tauro, quale gesto di grande civiltà e appunto per questo incoraggiante una visione più umanizzata degli standard degli ambienti dell’assistenza, capaci non solo di curare il corpo, ma desiderosi di abbracciare anche l’universo degli indispensabili bisogni emotivi, sociali e spirituali dei cittadini, la cui esistenza risulta contrassegnata dalla drammatica e ineludibile condizione della fine.
Nella piena consapevolezza che tale intervento si rivelerebbe, tra l’altro, come un atto di alta e nobile sensibilità istituzionale da parte di Vostra Eccellenza nei confronti della popolazione – oltre che in un significativo passo verso il miglioramento del locale servizio sanitario – La ringraziamo sin da ora per l’attenzione e, nel porgerLe i più deferenti saluti, La preghiamo di accogliere la nostra totale disponibilità ai fini di un’eventuale e maggiore chiarezza espositiva delle ragioni a sostegno della presente richiesta”.