La poesia di Nando Scarmozzino incanta Rombiolo

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 Dalla poesia di Nando Scarmozzino un inno all’amore e al senso di appartenenza al luogo natio.

I riflettori si sono accesi ancora una volta sull’ultima, in ordine di tempo, opera poetica di Nando Scarmozzino intitolata “Odi d’Amore” con sottotitolo “Ai Comuni della Provincia di Vibo Valentia”, edita da Libritalia.net, giunta alla terza ristampa. Cinquanta poesie, quanti sono appunto i Comuni del Vibonese.

Il libro è stato presentato sabato scorso presso la Biblioteca Comunale di Rombiolo con la collaborazione del Comune e della Pro Loco, alla presenza di un numeroso pubblico che si è distinto in riflessioni, evocate dalle pagine del libro, sulla necessità di sublimare il senso di appartenenza al paese dove si è nati, e che sono state richiamate a più riprese dalla relatrice Elena Solano, nonché negli interventi della presidente della Pro Loco Alessia Gerace e dalla sindaca Caterina Contartese.

Non soltanto, quindi, un incontro con l’Autore (laureato in Lettere Classiche, ex giornalista, poeta e scrittore, con alle spalle numerose pubblicazioni di successo di critica e di pubblico), il libro  che gode della prefazione  della scrittrice vibonese Titti Preta, e  postfazione di Giuseppe Possa di Villadossola (VB), critico letterario e d’arte già in forza alla Mondadori – ha riproposto quanto Nando Scarmozzino sia capace di interpretare il proprio tempo e di trasmettere emozioni. Ogni poesia è intrisa di chiara “calabresità”, che si proietta in una dimensione coerente di promozione turistica dei luoghi oggetto di ispirazione. In particolare “Senza pedanterie e sentimentalismi, ovvero con saggezza misurata (frutto di un maturo distacco) l’autore  ha avuto la giusta intuizione di trasfigurare il contesto di appartenenza e di creare i petali di un unico fiore: la propria terra, restituita nel suo paesaggio fisico e umano.” Così  Titti Preta.

Dal canto suo Giuseppe Possa annota: “…Ed è la prima volta che un poeta in questa terra, pur non avara di cantori delle bellezze locali, abbia saputo radunare in un autentico “canzoniere” tutti i Comuni di una Provincia, descrivendoli con penetrante voce limpida, evocativa e aggiungerei musicale (cosa che non sempre riesce, anche ai grandi vati, in liriche, come queste, d’occasione).  Si può dire che è qui rinchiuso, nel suo “Odi d’Amore”, un territorio reale e nell’intreccio dei versi si percepisce qualcosa di fisico e di vitale, ma altresì di mistico e di spirituale, di gioia, di sofferenza, non solo del passato, ma pure dei nostri tempi.”

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