Il 13 febbraio presso la Sala Giuffrè della Villetta De Nava alle ore 16,45 riprendono gli incontri promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca Pietro De Nava, dedicati alla “percezione dell’Antico”. Se fino ad ora tale tema è stato declinato sul piano dell’ approfondimento delle conoscenze storiche e archeologiche della antica civiltà greca e romana con la partecipazione di studiosi del settore, il tema della conversazione che il prof. Francesco Tripodi propone “ Et in Arcadia ego: la Grecia nelle prose di viaggio di Emilio Cecchi” sposta il centro della riflessione dall’Antico da conoscere alle impressioni che tale civiltà può suscitare in un uomo della contemporaneità quale Emilio Cecchi (1884-1996), critico letterario e critico d’arte, giornalista certamente una delle personalità più significative della cultura italiana della prima metà del Novecento. L’opera al centro della conversazione del giovane studioso, assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina (DICAM), “Viaggio in Grecia. Et in Arcadia ego” (1936), il cui titolo “Et in arcadia ego” rievoca l’iscrizione che ritroviamo in un famoso quadro del Guercino (1620) nel quale due pastori fissano un teschio posto su una maceria recante l’iscrizione del motto e poi del Poussin, è la cronaca letteraria del viaggio che il Cecchi fece in Grecia nel 1934, attraversando in lungo e il largo quella nazione alla ricerca di quel passato storico- archeologico a cui egli e l’intero Occidente si erano ispirati da lungo tempo. Visitò così i centri più celebri consacrati dal mito Corfù, Creta, Cnosso, Delfi, Micene, Corinto, il Peloponneso, Atene, in cerca delle più importanti tracce artistiche e archeologiche. La Grecia del 1934 non era quella degli Elleni ma neppure quella di oggi devastata dal turismo di massa. Era possibile cogliere inattesi scorci, scenari naturali nei quali anche l’opera dell’uomo era pienamente integrata con la natura e i resti archeologici, le colonne e i templi apparivano all’improvviso insieme ai capri che si celavano tra le rocce richiami ai miti che lo scrittore ben conosceva. Una Grecia sospesa tra antico e un turismo selvaggio che anticipava, con la globalizzazione ventura, la scomparsa di quella “percezione dell’antico” tuttora presente in noi ma che rischiamo di perdere. A portare i Saluti la Dott.ssa Daniela Neri, Responsabile della Biblioteca Pietro De Nava e il Dott. Stefano Iorfida, Presidente Associazione Culturale Anassilaos. Conduce e modera Prof. Amos Martino, Responsabile Centro Studi Anassilaos Glauco di Reggio.
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