Si conclude al Castello Ducale di Corigliano-Rossano la IIa edizione di Danza Incontra Nel centenario della morte del compositore il concerto coreografico Extravagante Satie

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Domenica 23 Febbraio 2025, con inizio alle ore 18.00, nel Salone degli Specchi del  Castello Ducale di Corigliano-Rossano, si conclude con un omaggio al compositore francese Erik Satie la seconda edizione di Danza Incontra.

Lo spettacolo si chiama Extravagante Satie, un incontro collaborativo di musica e danza che presenta quel personaggio leggendario della musica moderna che fu Satie, amato già ai tempi delle prime avanguardie per il suo spirito bizzarro, irriverente e acutissimo.

L’evento, che ricalca il modello del concerto coreografico, è dedicato al compositore francese nel centenario della sua morte ed è stato costruito per offrire un ritratto dell’uomo e dell’artista, rileggendo quell’autoritratto che il musicista stesso lasciò di sé.

Gran parte dei brani di Satie contengono, tra i righi pentagrammati, una serie di testi-pretesti che l’autore consegnò al pianista, indicandogli, con la richiesta esplicita di segreta complicità, tracce interpretative.

Accompagnati dalla pianista Ida Zicari, sulle note intense di Satie si esibiranno i danzatori: Gabriella Sarubbo, Maria Pizzo, Danilo Calabrese e Vincenzo Nilo Stellato, con la partecipazione straordinaria di Daniela Morrone.

L’elaborazione coreografica di Michele Ferraro interpreta la musica di Satie, scavando in quella complessa dimensione semantica di cui è carico il segno grafico, musicale e letterario, dei brani pianistici, per esprimere le stravaganze, le abitudini, il gusto per il calembour e il travestimento, il taedium vitae, l’ironia, il disgusto per i luoghi comuni e il caparbio isolamento: ovvero, quanto ha reso leggendario il musicista francese.

All’interno di quel momento artisticamente felice della Parigi della Belle Époque, Satie fu il centro immobile: fomentatore indefesso del Nuovo, pur partecipe di quel circolare di idee, polemiche, alleanze e manifesti, tra uomini come Diaghilev e Max Jacob, Stravinsky e Picasso, Tzara e Cocteau, egli manteneva sempre qualcosa di separato, di distante.

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