Si è svolto a Zungri l’incontro per la presentazione dell’opera inedita del compianto archeologo Achille Solano “CORPUS SPELUNCARUM CALABRIA MEDIOEVI”.
Una Serata intensa di Storia e di Archeologia, curata dalle D.sse Margherita Corrado e Maria D’Andrea, entrambe archeologhe, nella Sala Consiliare gremitissima di Amici e Amiche, di Studiosi, di Persone curiose e culturalmente interessate. Ha introdotto i lavori il Sindaco di Zungri Serafino Fiamingo, seguito poi dall’ex Sindaco Galati e dall’infaticabile Architetto Maria Caterina Pietropaolo, Direttrice del Museo e dell’Area Archeologica “Rupestre”di Zungri valorizzato e scoperto sin nelle sue radici da Achille Solano.
Presente la famiglia Solano con le parole emozionanti della figlia Gabriella Solano, che ha voluto e sostenuto la pubblicazione di questa opera postuma, il “CORPUS SPELUNCARUM CALABRIA MEDIOEVI” , edito da Ad Hoc Edizioni.
L’architetto Maria Caterina Pietropaolo è intervenuta constatando la sala gremitissima e per la seconda volta a Zungri, dopo il conferimento della Cittadinanza Onoraria nel 2021 in memoria di Achille Solano. <Abbiamo celebrato la grande figura di Achille Solano, con la presentazione del volume “CORPUS SPELUNCARUM CALABRIA MEDIOEVI. L’INSEDIAMENTO RUPESTRE DI ZUNGRI”. Solano non fu solo lo “scopritore” delle Grotte di Zungri ma ne fu lo studioso, il primo studioso e con metodo scientifico che seppe riconoscerne il valore storico, antropologico, archeologico. Colui, unico ed il primo, che si spinse oltre i confini comunali analizzando tutti gli aggrottamenti dell’altopiano del Poro in una lettura omogenea e non slegata.
Un grande lavoro di trasposizione, con grande rigore scientifico, di appunti, carte, schede, riferimenti bibliografici condotto dalle due curatrici Margherita Corrado e Maria d’Andrea, archeologhe, e dal prof. Maurizio Paoletti che ha curato la bibliografia di Achille Solano mettendo in evidenza la grande figura di studioso e scopritore, di un grande “archeologo di campo”. Un volume che apre nuovi orizzonti per i futuri studi, motivo per il quale la famiglia, custode di un grande patrimonio inedito lasciato da Achille Solano, ha voluto la pubblicazione di questo manoscritto.
Il comune di Zungri, nella figura del sindaco dott. Serafino Fiamingo, del già Sindaco Franco Galati e del direttore del Museo ed Insediamento Rupestre, ha sempre mostrato grande stima e rispetto verso la figura di Achille Solano riconoscendone l’alto valore dapprima con la Cittadinanza Onoraria ed ora accogliendo questa pubblicazione che va ad arricchire le poche notizie note che lo studioso aveva lasciato e che abbiamo letto su atti di convegni scientifici e articoli dell’epoca. Un libro che sarà guida e faro nella comprensione di un più vasto insediamento che ha al cento l’insediamento Rupestre di Zungri.
L’arch. Margherita Corrado è intervenuta provando grandi emozioni ricordando quanto spaziava l’esperienza culturale e di ricercatore di Achille Solano, finanche interessato a periziare e datare un reperto unico, l’opalina di vetro del Santo Graal, che ha visonato nel 2008 stabilendone l’epoca e l’origine del periodo romano in Palestina.
Prosegue la dottoressa Corrado in un ricordo di Solano che si accomuna nell’intervento dell’arch. Maria D’Andrea della come sempre quando si ripete il rito corale – e non potrebbe essere diverso – di ricordare ACHILLE SOLANO. L’Achille di ciascuno, perché ognuno ha le memorie personali del contatto umano e professionale con lui, e l’Achille di tutti.
L’Achille dei familiari, in primis, ma poi anche degli amici, degli ex studenti, della comunità locale in genere e della più vasta comunità degli studiosi. Ancora una volta, dopo la giornata di studio del 25 aprile 2015 a Nicotera e quella più recente (11.12.2021) di conferimento della cittadinanza onoraria di Zungri, tutti insieme lo abbiamo evocato, mentre lui si beffava bonariamente di noi con i nuovi mezzi di cui dispone – la pioggia copiosissima del 2021 e il nebbione padano di ieri sera! -, perché abbiamo disturbato le sue conversazioni con Poalo Orsi e gli altri (finalmente tutti insieme, accademici e autodidatti senza più distinzioni) che si sono occupati con uguale passione di Calabria e di Calabria minore, negletta, trascurata, sottovalutata.
Perché questo non va dimenticato: Solano, a Zungri e non solo, si è impegnato nella ricerca e nel tentativo di interpretare coerentemente storia e paesaggio (anche) con riferimento al Medioevo. L’ha fatto quando ancora nessuno, dopo Orsi, degnava di attenzione questa lunga e interessantissima stagione, e specialmente il Medioevo di marca bizantina, il più snobbato in assoluto, tanto più nella sua versione umile, senza re e regine, senza corti, senza palazzi, senza tornei, senza scrittura, senza opere d’arte, ma che fu esperienza di tanti, compresi uomini e santi sul monte Poro, per dirla con uno dei titoli che aveva pensato per la sua ricerca, incompiuta ma non più inedita, perché il volume presentato ieri ha dato dignità di stampa alle bozze, agli appunti, alle schede raccolte negli anni.
Non faceva distinzioni, Achille, guardando al passato: tutte le testimonianze materiali dell’esperienza umana dalla Preistoria in poi hanno pari dignità, perché hanno accompagnato il cammino che ci ha condotti all’oggi, punteggiato in una generazione dopo l’altra, dagli stessi dubbi, entusiasmi, speranze e paure. Tutta quell’esperienza merita di essere indagata e compresa perché l’oggetto ultimo della ricerca è la condizione umana.
Con questo spirito prima ancora che con gli occhi Solano ha guardato le grotte degli Sbariati e oggi noi le vediamo attraverso la sua prospettiva culturale, per questo aveva tutto il diritto di dirsi – lo abbiamo ascoltato dalla sua voce, ieri sera, nella registrazione proposta – lo scopritore delle grotte di Zungri. Studiarle e interpretarle nel merito è un compito meno impegnativo, da gente ordinaria, che Achille ha lasciato agli altri, ai non visionari, a noi che seguiamo le sue orme ma non abbiamo avuto il privilegio di gettare sulle grotte il primo sguardo realmente e pienamente umano dopo secoli, lo sguardo che le ha ri-create, ri-modellate a misura d’uomo e ce le ha consegnate confidando che potessimo capire quanto questo dono sia speciale.
Dal pubblico, Gabriele Emilio Chiodo ha ricordato in un brevissimo intervento, il contributo determinante che diede Achille Solano nella elaborazione della Tesi di Laurea “Nicotera e il suo Territorio”, aprendo nell’estate del 1975 il Museo Civico Archeologico da lui voluto nei locali del Castello di Nicotera con l’opportunità di fotografare e di schedare i preziosi e numerosi materiali, concludendo <Non dimenticherò mai la sua Disponibilità umana e di studioso, anche per la comune passione politica che entrambi ci animava in quegli anni. Grazie a tutti, a chi soprattutto ha voluto ricordarlo attraverso ciò ha fatto, perché attraverso i fatti le Persone come Achille Solano continuano a parlarci anche se non sono più tra noi.>