Teo Intelligence e Ucraina. Dalla rivolta di Maidan all’influenza straussiana di Vittoria Nuland. Seconda parte di tre. Teo Intelligence e Ucraina. Dalla rivolta di Maidan all’influenza straussiana di Vittoria Nuland. Seconda parte di tre.

Teo Intelligence e Ucraina. Dalla rivolta di Maidan all’influenza straussiana di Vittoria Nuland. Seconda parte di tre.

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Trump si ritrova adesso a dover gestire una guerra voluta da Biden, ripetendo in campagna elettorale che non gli appartiene e vuole tentare di chiudere con la pace tra Ucraina e Russia, seppur contrastato dallo Stato Profondo. Una occasione ghiotta gliela ha offerta Zelensky, ancora pressato dagli inglesi e dagli straussiani sfociato nel fatidico teatrino della tragicomica visita/scontro alla Casa Bianca, allo scopo di far rallentare Trump nelle trattative, che però, dimostra una forte volontà di mantenere fede ad un impegno elettorale.

Più marginale alla guerra è la posizione del Word Economic Forum di estrazione “malthusiana”. Essi sono una ricca élite salottiera, da ZTL trans e da erre moscia, relegata ideologicamente alla visione orwelliana di un Grande Reset per una umanità dell’algoritmo da indirizzare verso la sottomissione tecnologica e robotizzata. Insomma, una congrega elitaria che vive fuori dal mondo, priva di una visione spirituale e di una intelligenza umana aperta e multiculturale, tanto evidente da dover ripregare sull’ideologia del transumanesimo puntando sull’intelligenza artificiale per programmare una quarta rivoluzione industriale green, più inquinante e ideologica che occupazionale.

La Teo Intelligence studia queste tre ideologie occulte ed esoteriche degli straussiani, malthusiani e fabiani, prevalenti rispetto ad altre congreghe meno influenti di tipo iniziatico. Putin, ha dichiarato guerra a tutti questi “assatanati”, con particolare attenzione agli straussiani, vincendo pure la partita dopo il ritorno di Trump che ha dichiarato anch’egli guerra agli straussiani e ai malthusiani del WEF, portando a casa, a marzo 2025, le immediate dimissioni del capo supremo del WEF: Klaus Schwab. Un uomo che si vantava di aver allevato e preparato alcuni suoi capi di Stato messi da lui al comando per eseguire i suoi ordini che impartiva ogni anno dal Forum di Davos, tracciando le line guida tramite l’agenza 2030 del WEF che mira al controllo e non al progresso.

Della terna ideologizzata rimangono ancora in agitazione solo i fabiani inglesi, tanto spiazzati dalla incapacità di leggere la complessità geo strategica degli eventi da essere stati in grado di perdere la partita da soli, posizionandosi, anche questa volta, dalla parte sbagliata della storia.

Sulle proteste pilotate dagli Straussiani nella piazza Maidan a Kiev  nel 2014, è bene ricordare che Vittoria Nuland pronunciò la fatidica espressione “L’Unione Europea si fotta!” parlando al telefono con l’ambasciatore americano a Kiev che le esprimeva le preoccupazioni europee per i fatti di Maidan, per la destabilizzazione dell’Ucraina attuata dagli Stati Uniti e le conseguenza per l’Europa che ha subito questa guerra da utile idiota di GB e USA. I russi intercettarono la conversazione della Nuland e la resero pubblica.

La  Germania e la Francia, nel 2015, firmarono gli Accordi di Minsk che avevano lo scopo di fermare sin da allora il conflitto da guerra civile interna nella regione Ucraina del Donbass tra separatisti filorussi e ucraini, ma non si fece nulla per farli rispettare, anzi, la Merkel, di recente, ha ammesso che erano stati usati gli Accordi di Minsk come una strategia franco-tedesca per fregare i russi e ridare tempo all’Ucraina di riarmarsi.

L’allora vicepresidente Biden s’impegnò risolutamente per le posizioni straussiane di Victoria Nuland la quale, per dare forza si recò in Ucraina per sostenere gli elementi neonazisti del “Settore Destro” e supervisionare il commando israeliano “Delta” in piazza Maidan.

“Jake” Sullivan e Antony Blinken nel frattempo sistemarono il figlio del vicepresidente Biden, Hunter, nel consiglio di amministrazione di una delle più importanti società di gas in Ucraina, Burisma Holdings, nonostante l’opposizione del segretario di Stato John Kerry.

Sotto la sorveglianza di Amos Hochstein, il figlio di Biden individuava parecchi suoi “compagni di sballo” per farne altre teste di legno a capo di diverse società, così da saccheggiare il gas ucraino. Sono costoro che il presidente Putin ha definito in un suo intervento alla nazione “cricca di drogati”.

Con l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca da presidente, nel 2021, gli Straussiani arrivano all’apice governando l’insieme del sistema. Sullivan è consigliere nazionale per la Sicurezza, Blinken è segretario di Stato e al suo fianco c’è Victoria Nuland. Questi mirano al controllo dei gasdotti che passano per l’Ucraina verso l’Europa che sono una fonte di finanziamento incredibilmente vertiginosa per la Russia, che è il terzo incomodo degli Straussiani d’America già costretti a confrontarsi con la grande Cina. L’obiettivo è prendere il controllo del gas ucraino, interrompere la fornitura russa imponendo il gas all’Europa sotto il controllo americano. Nel 2019 è stato firmato l’accordo tra Russia e Ucraina  per il transito del gas, scaduto il 31 dicembre 2024.

Sono date utili a comprendere le vere motivazioni dell’attuale conflitto che non ha nessuna motivazione etica di difesa di democrazie o di libertà del popolo ucraino, e né di timore di invasione russa in Europa, ma è solo un sadomasochistico calcolo degli anglo americani che hanno spinto per il sostegno alla guerra alfine di entrare, allo scadere dell’accordo, nel possesso di quel che rimane dell’Ucraina, atteso che Putin non è capitolato prima, riuscendo a spiazzare tutti gli analisti occidentali, tranne i pochissimi indipendenti sempre più realistici e intelligenti tipo ad esempio, in Italia, il prof Alessandro Orsini, rispetto a quelli prezzolati per la diffusione delle concordate fake news, utili a coprire le sporche tattiche di azioni di forza militari in un gioco d’azzardo andato doppiamente male: la Russia ha vinto conquistando territori e, in USA, adesso rigoverna Trump, in odio ai “gasati” democratici e agli Straussiani, per essersi impossessato dei loro piani che, con idiozia, gli hanno servito il gioco del gas su un piatto d’argento, d’oro e mirra.

Cosa sta accadendo dal primo gennaio 2025? Il think tank politico-economico internazionale Bruegel, che ha sede a Bruxelles, ha delineato  possibili scenari  prevedendo la “sostituzione delle forniture russe con Gnl” grazie ai terminali in Polonia, Germania, Lituania, Italia, Croazia e Grecia, alle nuove unità di rigassificazione e stoccaggio galleggianti in Germania e Italia e alla potenziale espansione della capacità del gasdotto Turkstream, che attraversa il Mar Nero dalla Russia alla Turchia. Bruegel immagina anche un nuovo accordo tra Paesi Ue, Ucraina e Russia, in cui gli operatori europei del gas acquistano gas russo al confine russo-ucraino e prenotano una specifica capacità di transito attraverso l’infrastruttura di gasdotti ucraini, per venderlo poi ai Paesi comunitari, ma a questa ipotesi vi è l’intruso americano che intende porsi al vertice dell’accordo per spuntare un “dazio” sulla fornitura. Una forma di risarcimento che mal stanno digerendo gli europei, costretti ad accettare seppur agitandosi in maniera scomposta, trovandosi nella spiacevole situazione di co-perdenti nella guerra in Ucraina.

Anche queste ipotesi però, ironia della sorte, porterebbe la Russia a conservare potere e influenza sui consumatori europei e limiterebbe la portata di future sanzioni. L’Italia è stato uno dei più celeri a diversificare le sue fonti di approvvigionamento, favorito in particolar modo da una posizione geografica favorevole, dal ruolo attivo di Eni e dalla sua centralità in una vasta rete di infrastrutture e gasdotti per potenziare le importazioni di gas da Stati come Algeria, Azerbaijan e Qatar.

Nel mentre l’Ucraina ha interrotto il transito diretto dalla Russia perdendo le royalty, l’Europa continua ad importare gas russo da  altre vie a prezzo maggiorato, come il gasdotto TurkStream che attraversa il Mar Nero fornendo anche la stessa Ucraina. Sempre la Nuland a fine gennaio 2022, un mese prima dell’invasione russa in Ucraina, dichiarava che “se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro, il gasdotto Nord Stream 2 non andrà avanti”. Nel 2023, in audizione al Senato, affermava soddisfatta che sia lei che l’Amministrazione Biden erano gratificati dal sapere che North Stream era un pezzo di metallo sul fondo del mare. Il tutto senza che in Germania e nelle altre nazioni del Nord Europa, dove sono state avviate inchieste e indagini sulla distruzione dei gasdotti Nord Stream, nessuno le abbia mai chiesto quanto meno chiarimenti circa quelle affermazioni. La Nuland, alla fine delle missioni compiute, si è dimessa da ogni incarico nel marzo 2024.

Tra gli straussiani segnaliamo anche Gary Schmitt, Abram Shulsky, Richard Perle Douglas Feith, David Wurmser, e Paul Wolfowitz inseriti nella comunità dell’intelligence statunitense grazie al “Gruppo di Lavoro per la Riforma dell’Intelligence”. Wolfowitz riuscì a ricoprire la carica di vice segretario della difesa nel governo Bush padre e nel 1992, fu il teorico neocon della “Dottrina Wolfowitz”, adottata per decenni dagli Stati Uniti, che prevedeva di non consentire a nessun’altra superpotenza di contenderle l’egemonia globale. Nel 1994 Richard Perle (alias Principe delle tenebre), all’epoca trafficante d’armi, divenne consigliere del presidente ex nazista Alija Izetbebovič in Bosnia Erzegovina.

Nel 1996 membri del PNAC(Progetto per un nuovo secolo americano), fra cui Richard Perle, Douglas Feith e David Wurmser, redassero, all’interno dell’Institute for Advanced Strategic and Political Studies -IASP, uno studio per conto dell’allora nuovo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Il rapporto raccomandava l’eliminazione di Yasser Arafat, l’annessione dei territori palestinesi, la guerra contro l’Iraq per trasferirvi in seguito i palestinesi. Il documento traeva ispirazione non soltanto dalle teorie politiche di Leo Strauss, ma anche da quelle di un amico di Strauss, Zeev Jabotinsky, fondatore del «sionismo revisionista», di cui il padre di Netanyahu fu segretario particolare.

Parte seconda di tre

Antonio Leonardo Montuoro, Analista di Teo Intelligence

https://mediterraneinews.it/2025/05/03/teo-intelligence-e-ucraina-dalla-rivolta-civile-del-2014-alla-guerra-nel-2022-lo-scontro-tra-gli-storici-e-i-sofisti-bellici-prima-parte-di-tre/

https://mediterraneinews.it/2025/05/02/teo-intelligence-e-ucraina-nel-2024-scaduto-laccordo-alle-compagnie-petrolifere-americane-shell-e-chevron-per-estrarre-gas-per-10-anni-in-quattro-regioni-terza-e-ultima-parte/

 

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