Nicotera, disappunto dei genitori per la gestione dell’orario scolastico della Primaria. Al dirigente Angelo Stumpo anche la contrarietà della nutrizionista Angela Maiolo Nicotera, disappunto dei genitori per la gestione dell’orario scolastico della Primaria. Al dirigente Angelo Stumpo anche la contrarietà della nutrizionista Angela Maiolo

Nicotera, disappunto dei genitori per la gestione dell’orario scolastico della Primaria. Al dirigente Angelo Stumpo anche la contrarietà della nutrizionista Angela Maiolo

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Angelo Stumpo

L’istituto Comprensivo di Rombiolo-San Calogero-Cessaniti, di cui fanno parte da quest’anno anche le scuole nicoteresi, assume la decisione della settimana corta con conseguente rimodulazione dell’orario scolastico e in città monta la protesta dei genitori.

Da qualche settimana, infatti, le famiglie dei bambini che il prossimo anno inizieranno a frequentare la scuola Primaria, nonché degli alunni che già la frequentano, stanno protestando contro la rimodulazione dell’orario che il Comprensivo del dirigente scolastico Angelo Stumpo, metterà in atto dal prossimo anno scolastico, 2025/2026, da lunedì a venerdì dalle 8 alle 14, con rientro a casa per pranzare in molti casi non prima delle 14:30, esprimendo motivate preoccupazioni circa il previsto orario scolastico, che include due merende giornaliere. “Tale scelta – affermano i genitori -, oltre a risultare discutibile sul piano educativo, solleva serie perplessità riguardo al benessere fisico dei bambini, aumentando i rischi legati alla sedentarietà e ad abitudini alimentari non corrette“.

Per questi motivi, nei giorni scorsi, si è tenuto presso il Comune un incontro tra la maggioranza dei genitori, il dirigente scolastico e il vicesindaco, Lorella Destefano. L’incontro, che avrebbe dovuto rappresentare un’occasione di ascolto e confronto costruttivo, si è rivelato, per le famiglie, deludente e privo di aperture concrete da parte delle istituzioni.

Lorella Destefano

Il dirigente scolastico ha categoricamente rifiutato ogni proposta di rimodulazione, giustificando la decisione con la necessità di “uniformare” gli orari tra i vari istituti per esigenze organizzative del personale. “Una logica burocratica – dichiarano – che, ancora una volta, sacrifica la salute e il benessere dei più piccoli in nome dell’efficienza amministrativa. Ancor più grave è stata l’assenza di una reale presa di posizione da parte del vicesindaco, che si è limitato ad alzare le spalle, mostrando un atteggiamento di totale disinteresse nei confronti delle legittime richieste delle famiglie. Un comportamento istituzionalmente inaccettabile“.

A seguito di questa chiusura totale al dialogo, numerosi genitori hanno già provveduto a iscrivere i propri figli presso la scuola Primaria di Limbadi, mentre altri stanno seguendo lo stesso percorso. Si tratta di una vera e propria fuga da una scuola che, invece di accogliere e ascoltare, impone scelte calate dall’alto senza alcuna condivisione. L’ironia amara con cui alcuni genitori hanno soprannominato il Comprensivo “l’istituto merenda” è il segno tangibile di una rottura profonda tra la dirigenza scolastica e le famiglie, che rischia di compromettere gravemente il rapporto di fiducia indispensabile per una serena esperienza scolastica. “Chiediamo – affermano i genitori – che questa situazione venga urgentemente riesaminata con maggiore responsabilità e che venga finalmente dato spazio alla voce dei genitori, primi garanti del benessere dei propri figli”.

Intanto, scende in campo anche la Dott.ssa Angela Maiolo, biologa nutrizionista, che attira l’attenzione del dirigente sulle conseguenze che potrebbe comportare una simile decisione sullo stile di vita dei bambini.

Angela Maiolo

“Ho appreso – si legge nella lettera inviata al dirigente Stumpo – del disagio in merito alla programmazione degli orari scolastici per il prossimo anno, a cui dovranno andare incontro i bambini di scuola Primaria, comprese le prime classi. Fare un doppio spuntino mattutino include l’ulteriore aumento del consumo di snack molto calorici e poco nutrienti. Inoltre, il consumo di un doppio spuntino incide sul possibile rifiuto del pranzo per un senso di sazietà, in quanto necessariamente il secondo spuntino sarebbe consumato poco prima e, se non fosse così, andrebbe comunque a sovrapporsi al primo spuntino, non rispettando la distanza temporale ideale di almeno tre ore tra un pasto e l’altro. Oltre a ciò, preme fare presente che studi recenti hanno dimostrato l’importanza non solo della qualità e della quantità del cibo consumato per il mantenimento di uno stile di vita sano, ma anche l’orario in cui questo avviene. La tempistica dei pasti emerge come un fattore cruciale che influenza la salute metabolica. Diversi studi randomizzati hanno dimostrato che ritardare l’assunzione dei pasti principali riduce il metabolismo basale e il dispendio energetico equivalente”.

Per la biologa, un altro aspetto negativo per lo stile di vita dei bambini è quello di anticipare l’inizio della lezione e ritardarne l’uscita, ciò porta inevitabilmente a sottrarre del tempo al riposo notturno e al gioco o all’attività fisica pomeridiana, entrambi punti importantissimi per la prevenzione di sovrappeso e obesità. “Ritengo pertanto – dichiara – di poter affermare che questi comportamenti se prolungati nell’arco temporale dell’anno scolastico,  potrebbero facilmente portare ad un maggiore rischio di sviluppare sovrappeso e obesità. L’obesità è una malattia progressiva e cronica che colpisce persone di tutte le età e generi ed è associata all’insorgenza di altre patologie tra cui diabete, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche e tumori. Al momento, secondo i dati pubblicati dall’Oms e dal Ministero della salute, rappresenta uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale, con una preoccupante espansione nell’età infantile che può provocare una precoce insorgenza di patologie croniche non trasmissibili.  In Europa, un adulto su tre e un bambino su quattro, convivono con il sovrappeso o l’obesità. E per quanto riguarda la popolazione infantile, l’Italia è tra i Paesi europei con la maggior prevalenza di sovrappeso e obesità, soprattutto nelle regioni meridionali tra cui la Calabria. Tra le priorità da adottare per il futuro per contrastare questo fenomeno in netto aumento rientra proprio l’espansione di programmi di prevenzione e intervento precoce ovvero investire in programmi di educazione alimentare e attività fisica, con focus su scuole e comunità. Io stessa ritengo che la scuola possa essere un pilastro importante per la prevenzione dell’obesità avviando il bambino ad una vera e propria educazione alimentare in collaborazione con genitori, nutrizionisti, psicologi. Considerando l’importanza di seguire una corretta alimentazione fin dall’infanzia come prevenzione dell’insorgenza dell’obesità e l’intervento multidisciplinare come strategia vincente, mi sembra doveroso dare ascolto alle preoccupazioni dei genitori con quanto su esposto”.

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