ALLA GUIDA IL MRP. GIOVANNI DI MILITO IL CARMELO PALMESE TRA FEDE, ARTE E CULTURA. Il complesso ecclesiale conserva la miracolosa statua mariana del 1894 – testimonianze liturgiche grazie al Terz’ordine carmelitano e alla Congregazione dei laici – lo scrigno del Santuario – i paggetti e la fraternità orante  

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È il 16 luglio: è la festa del Carmine in Italia, in Europa e nel Mondo. Anche a Palmi si onora la B. Vergine Maria del Monte Carmelo perchè si commemorano i padri pellegrini esuli in Terra Santa devoti del M. Carmelo e sensibili alla poesia e alla bellezza che deriva dalla Fede Mariana.

Il Carmelo Palmese è ricco di testimonianze di base circa questa vicenda che conserva pur distinta la benemerita fede dei padri. Se il coordinamento storico passato del MRP. Anselmo Cosimo Leopardi O.Carm. è il curatore della “storia del miracolo”, il prof. Filippo Marino storico CdV. e distinto per eucologia e cultura dell’odierna prospettiva di sintesi riguardo ciò che si celebra nella città di Cilea.

– Prof. Marino, il centro d’irradiazione mariana di Palmi è contrassegnato da una referenza carmelitana che non conosce tramonto nella storia del santuario ma vive di simboli e figurazioni varie. Cosa ci dice in proposito?

Ci sono simboli è referenze alcuni note altre un pò meno. Nel progetto d’amore di Maria voglio dire dell’ingresso esterno dei due leoni uno con la bocca aperta nel quale è simbolo il terremoto, l’altro con la bocca chiusa (a sisma finito).

  1. Ruggiva come leone                                    2. Avendo

L’Etna                                                             La Mamma del Carmine

Cercando                                                        turbata

Il tributo alla Terra                                        da segni di 16 giorni

E sapevano                                                    deciso

Le Genti di Palmi                                           di entrare in città

di essere mortali                                           frementi i figli di Palmi

E da tempo                                                    accorsero

Dipendere d’altro                                          e furono salvi

Nel diuturno duello                                      da rovine e da macerie

Della vita                                                       stretti

E tremanti attesero                                      attorno alla Madre

 

Salendo con uno sguardo all’insù il vetrone policromo raffigurante la BV. Del Carmelo che costeggia le citazioni latine del FLOS CARMELI al centro, a dx. e a sn. eccoci al centro del pinnacolo con la Croce gerosolomitana emblema di tutti i carmelitani e i crociati delle XIV intraprese.

– Prof. Marino vogliamo fare un ingresso all’interno del tempio cosa c’è in proposito?

Ma il vero e proprio “scrigno” di devozione di fede, di cultura e di pietà è l’interno del santuario, che espone al centro quasi come una perla, la Statua miracolosa della BV. Maria del Carmelo opera settecentesca del De Lorenzo incorniciata su un tronetto in marmo policromo.

L’altare di pregevole fattura settecentesca è ornato di marmi di diverso colore e presenta ai lati angeli scolpiti in marmo bianco. Sul lato dx vi sono pale dipinte che raffigurano Santa Maria Maddalena de’Pazzi patrona del Terz’ordine Carmelitano, Sant’Elia Profeta, Santa Teresa D’Avila e Santa Teresa del Bambino Gesù. Di recente creazione l’altare del Santo Rosario.

A sn. si possono ammirare un dipinto raffigurante San Giuseppe che fece da modello il priore ecclesiastico Capodieci, la statua in legno del Sacro Cuore, un artistico Crocifisso in legno di Ortisei. Bellissime sono anche le volte affrescate dov’è raffigurata l’Apoteosi dell’ordine carmelitano con vari dipinti (l’Incoronazione della Vergine Maria Regina degli Angeli e dei Santi, la cosegna dello scapolare a San Simone Stock, etc.) Mentre a dx e sn sono raffigurati i Santi Carmelitani, rispettivamente S. Pietro Tomas e il Beato Battista Mantovano, San Cirillo d’Alessandria e San Giovanni della Croce.

Ma il centro della devozione popolare non può che essere Lei, la Madonna del Carmine Miracolosa ieri come oggi, invocata sempre con fede profonda e sincera dai palmesi. Essere della Madonna del Carmine, costituisce anzi “signum” di verace ed autentica palmesità: chi si sente cittadino di questa meravigliosa città non può che essere devoto a Lei, non può fare a meno di pensarLa, non può tralasciare d’implorarLa

– Prof. Marino, come si concretizza quest’anno la festa del 16 luglio?

Quest’anno il Carmelo palmese si pregia di avere un nuovo Priore Ecclesiastico. È il MRP. Giovanni Di Milito di Mesagne (BR). Di particolare lo svolgimento del novenario dal 7 al 15 luglio a Maria Carmelitana con la speciale considerazione del Terz’ordine dove spicca la figura della professoressa Vittoria Dugo e alla congrega perchè l’unum della preghiera non rughi quello che è il co-valore del sentimento popolare ossia la dimensione della letizia mariana. Molti mecenati lo sanno. Ultimamente prima del millennio sono avvenuti due restauri conservativi che nel consolidare la parte lignea della statua ne hanno delineato la compostezza delle forme estetiche di cui il compianto prof. Carmelo Carrozza, pedagogista ne era un degno e fedele cultore.

Cosi la Madonna del Carmine, riposta nella sua nicchia più bella che mai, guarda con occhio-vigile e materno ieri come oggi i suoi figli di Palmi. A lei con pubbliche lodi e profumati incenzi si rivolgono i Ministri del Culto e si Sacerdoti che quotidianamente nel suo Santuario amministrano l’Eucarestia. A Lei vanno i palmesi il 16 luglio e il 16 novembre, ma anche in tutti gli altri giorni dell’anno, quando devono confidare un cruccio o una pena o allorchè hanno da rivolgere una supplica o un ringraziamento.

Maria tutti vede, tutti ascolta, tutti provvede: Ieri ha salvato i nostri padri con segni premoditori incontrovertibili e sicuri, oggi esige da tutti un rinnovato impegno di Fede che tramutato secondo il personale carisma in quotidiana sollecitudine possa riuscire di edificazione per il prossimo nell’ambiente di vita e di lavoro. La Madonna del Carmine è importante nella vita di Palmi e come il miracolo del 1894 costituisce una pietra miliare nella storia cittadina perchè memoria che s’incarna nella vita degli uomini e della comunità civile, cosi la commemorazione trascende la dimensione del racconto e della narrazione per diventare patrimonio civile comune.

Bellissima a questo proposito la filosofia CD del neoesistenzialismo cristiano il cui principale interprete Gabriel Marsel scrisse appunto nel 1945 il saggio “Homo Viator”.

– Prof. Marino, la Calabria è un punto referenziale della cultura e del patrimonio folklorico regionale, quali sono gli aspetti più rilevanti?

Il bios a conferma che quello “del Carmelo” è il titolo Mariano più diffuso in Italia e nella stessa Europa. La pietà popolare nella nostra regione ha dato sempre grande rilievo al culto mariano in generale e alla devozione verso la Madonna del Carmine un particolare. Ci si sintonizzi sulla “longa hora” di Peppino De Filippo.

È in proposito dice MRP Emanuele Boaga: “la Calabria, terra contesa tra la priorità del mare, che vi si frange (fregit) in tanti piccoli golfi lucenti, e le aspre petrose montagne, la Calabria è particolarmente devota alla Vergine del Carmine”.

Ne fanno fede le parrocchie, i santuari, le edicole mariane, i canti, le preghiere e le invocazioni con cui il nostro Popolo supplica la Vergine Madre di Dio, implorandola con un vistoso florilegio di titoli.

– Prof. Marino, è vero che il Carmelo Palmese respira con due polmoni?

Certo che si! Il terz’ordine ha guida Marisa Fotia, la Congrega ha guida Lina Mazza che sono entrambe a presidio del culto mariano anzidetto. Viene curata anzitutto la Carità verso consapevole e segnalata Speranza vivacizzata dalla Fede al cui magistero è preposto MRP Giovanni Di Milito il cui sacerdozio improntato alla spiritualità del “Marianum” – ROMA è nato oltre i confini regionali e razionali per baccalaureato e specializzazione nei diversi campi della scienza maturata nel 1611 dal siciliano Placido Nigido. Ecco i polmoni la Fede che reggono la Santità e le attività del Santuario Mariano Palmese.

– Prof. Marino, ci sono “Canti per Maria” che costituiscono un’alternativa ancorchè forte di inclito rispetto per tutto valevole per Santa Maria del Carmelo. C’è ne parli!?

Si tratta di motivazioni di sincero aspetto di tutto rapporto con l’azione dello Spirito Santo la cui opera è paragonata a quella di un gran pittore:

“Spiritu Santu Miu, finu pitturi,

Chi Pingisti a Maria e non c’è l’eguali

A pingisti cchiù bella di lu Suli,

Bella cchiù di la stidda generali,

Maria di Grazia Prena li dicia;

Maria chi bellu fruttu ch’dha fari.

E ch’dha li fari lu bellu Messia

Chiddhù chi cria lu Celu, Terra e Mari”.

E ancora:                       Madonna di lu Carminu, Tu chi poi

Dunami rifrigerio a li me’ guai,

 ieu non mi movu di li pedi toi

se no’ mi mostri la Grazia chi mi fai.

Ecco perchè sotto la protezione la gente pone ogni cosa, compreso il lavoro (lu servizzu) della giornata:

“e vui chi siti la Matri divina,

vui di tri punti m’aviti a sarbari:

di mali genti, di mali vicini,

di farsi testimoni è dogni mali

lu servizzu chi pigghiù sta matina

lu santu ‘ndrizzu nci aviti a dunari”

di lu Bambinu tu si la Regina

fai lu miraculu o bella Bambina

Ma nella “weltanschaung” (=visione del Mondo) d’altri tempi la gente semplice chiedeva cose ritenute ben più importanti di quei pseudovalori che oggi hanno il sopravvento nella mentalità comune: intendo riferirmi ai beni eterni, all’aldilà, alla sorte dell’anima:

“Vergine Santa, se Tu mi voi beni

Cacciami di li peni e gran martirii

Pè no mu attendu a li cosi terreni.

A chistu mundu si joca a li carti.

Mbiatu a chiju chi nd’ha bona sorti.

Jeu su’ unu chi jocu pe’ l’arti,

Matri divina, non mi dati tortu,

mandatimi chist’arma a boni parti

quandu veni a la fini di la morti”.

Per il riferimento alla vita eterna, la Madonna viene incoronata sotto il titolo del Carmelo e a Lei si chiede la purificazione dell’anima e del cuore nella sicura certezza di ottenere quanto richiesto:

“Supra st’artaru c’è na gran Signura,

Madonna di lu Carminu si chiama:

china cci cirche grazzie e cci nni duna,

chin’ha lu core affrittu cci lu sana;

e ieu, Madonna mia tinni cercu una:

l’anima netta e lu cori chi T’ama.

– Prof. Marino, è vero che ci sono altre referenze oltre l’attesa, la processione e i paggetti? Sembra che il commediografo Peppino De Filippo abbia indovinato la risposta nella sua trasmissione pardodica di “Campanile Sera”.

Il Carmine di Palmi è un vulcano di Cultura, d’arte e di Fede! Non si smette di contare questi elementi. La processione è una “forma culturale” che fa necessario riferimento ad un popolo necessitante la protezione della Beata Vergine Maria nella storia delle vicende di vita.

Protexi et protegam! Si, l’altare è il suo “trono” di Grazia di recente abbellito dalla duplice memoria della Vergine Maria del Rosario di Fatima “singolare di affetti ed aspetti ad opera del MRP Marino Valentino nonchè ad opera di P. Carmelo Silvaggio di Filogaso (VV). Su questa consolante scia sarà la ricostituzione dei Paggetti di Santa Maria del Carmine”.

  • Marino, e il 16 novembre, cosa insegna ai Palmesi ?

Dopo quattro mesi dalla celebrazione liturgica della Madonna noi di Palmi eleviamo pur dunque preghiere e liturgie per scongiurare la Vergine e Madre dalle ire divine sul popolo di Palmi che nella circostanza del terremoto 1894 protesse la vita di noi tutti: il bilancio fu di soli 9 morti per questa vicenda che il can. Rocco Calogero evidenziò nei suoi scritti. Noi riportiamo questo dato per dovere di obiettività storica.I Santi di Palmi affluirono nella Piazza principale allora nominata al re Vittorio Emanuele. Preghiere e confessioni ivi furono organizzate, il popolo tutto ricorse fiduciariamente a Maria, ribattezzandola “Madonna del Miracolo”.

Per questo il ricordo della Madonna Santissima assume valore di “memoria storica” e trascende al contempo la storia per divenire “Meta Storia” quando l’intelligenza si concretizza con le ragioni della Fede e varca gli umani destini. Ma sono proprio vere le ragioni della Fede? È proprio per questo che la Madonna del Carmine a Palmi è venerata anche come la Madonna del Suffragio. Infatti le vicende storiche ammettono il numero di nove morti nelle ricorrenze didattiche che Maria a voca per se all’orquando nella nostra vita ci manifestiamo come “homines viatores” (G. Marcel), in cammino cioè, verso una Patria che pur ci appartiene.

 

 

 

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