Nel 2010 l’UNESCO ha inserito la dieta mediterranea nel patrimonio immateriale dell’umanità. Un mosaico di variazioni alimentari, fortemente legato alle produzioni locali che si susseguono dalla Spagna attraverso la Sardegna, la Francia del sud, l’Italia meridionale. La definizione di dieta mediterranea ha il vantaggio di farci subito notare come sia stata funzionalmente suddivisa in due parti. La prima dedicata a cosa la costituisce in quanto cibo e pratiche tradizionali, la seconda in quelle che sono le sue relazioni con gli alimenti, le persone e le comunità. Nella prima parte sono protagonisti i prodotti e le pratiche agricole fortemente legati al territorio, nella seconda è l’interazione sociale, la comunità e il suo background culturale a costituire il legame con un modo di mangiare fondato sulla convivialità, sulla gioia di condividere non solo il cibo, ma anche i significati culturali, religiosi ed ecologici che veicola attraverso le relazioni sociali. Pertanto, il cibo non si limita agli aspetti nutrizionali o gastronomici, ma esplora le dimensioni culturali, sociali, economiche e simboliche del mangiare. Il cibo non è mai “neutrale”: ciò che è commestibile in una cultura può essere tabù in un’altra: la mucca sacra in India, il maiale vietato nell’Islam e nell’Ebraismo, gli insetti consumati in molte culture asiatiche e africane. Il cibo si richiama a due fattori culturali principali, quello identitario e quello di appartenenza. Le abitudini alimentari segnano l’identità individuale e collettiva; cibo e religione (cucina kosher, halal), cibo e classe sociale, cibo e genere. Esso si richiama a rituali, ovvero il cibo è parte centrale di riti: matrimoni, funerali, feste religiose. Il pasto può diventare una forma di comunicazione e coesione sociale (es. il banchetto, la condivisione del cibo). Nel mondo della globalizzazione i cibi, gli odori e i sapori della cucina tradizionale dei luoghi, nei paesi del sud America ma anche in Canada hanno subito cambiamenti seppure la radicalizzazione delle tradizioni delle festività riportate dagli emigrati nei paesi di arrivo mantengono l’elemento in terracotta dove cucinare le salse, ma seguono ancora antiche culture gastronomiche. Naturalmente non si può disconoscere una modernità a cui i giovani trovano maggiore attrazione, parliamo del “fast food” e il “junk food” come simboli della modernità (ma anche della crisi alimentare). Per un maggiore studio di si rimanda a Claude Lévi-Strauss: ha studiato il cibo come parte dei sistemi simbolici (es. “Il crudo e il cotto”). Jack Goody: La cucina e i suoi significati – confronto tra cucine “grandi” e “piccole”. Un grande contributo sulle nuove relazioni tra cibo e tradizioni lo ha proposto in termini scientifici Lucia Galasso che ha sottolineato quanto “la ripresa di interesse verso il mondo contadino e dei suoi ritmi nonché la riscoperta della natura, si stanno sempre più consolidando e imponendo come dati interessanti nell’orizzonte culturale moderno, avendo come terreno di elezione il tema della festa di tradizione orale e del mercato contadino e artigianale, spesso uniti insieme all’interno di uno stesso contesto culturale ed economico.” E, più avanti, concordando con la studiosa “il cibo riveste una funzione sempre più rilevante. La cucina, infatti, è uno dei sistemi culturali giunti fino a noi con una storia e una serie di valori simbolici particolarmente ricche. Così, se l’uomo contemporaneo è ricorso all’istituto folklorico della festa per tornare a sentirsi protagonista della sua vita in seno a una comunità percepita e cercata perché fonte di un forte senso di appartenenza, geografico oltre che emotivo, lo stesso individuo, riappropriandosi delle pratiche e dei saperi gastronomici, trova il modo per inventarsi e rivivere la comunità stessa. Riscoprendo la cucina contadina e le ricette della tradizione tenta di recuperare la storia e i prodotti della terra, che crescono con il ritmo delle stagioni, ricostruendo i frammenti sparsi dei ritmi alimentari di un mondo contadino ancora legato alla natura”.
Componente del Comitato Scientifico
della Dieta Mediterranea di Riferimento città di Nicotera