di Giovanni Tonini e Cecilia Sandroni 8 agosto 2025
Quattro contributi recenti mettono in luce le criticità del rigassificatore galleggiante ex Golar Tundra, attualmente Italis LNG, ormeggiato nel porto di Piombino; un’infrastruttura imposta in tempi rapidi sull’onda della crisi energetica post-2022, ma il cui impatto suscita ancora oggi interrogativi profondi, spesso sottovalutati. Il primo contributo, “Il caso Piombino e il rigassificatore: tra geopolitica, interessi e silenzi” (pubblicato il 29 luglio u.s.), affronta il tema da un punto di vista geopolitico e istituzionale, analizzando la cornice normativa entro cui è avvenuta l’installazione dell’impianto. Emergono questioni rilevanti: – il mancato rispetto della normativa Seveso; – le deroghe procedurali adottate in nome dell’emergenza; – le carenze di trasparenza e partecipazione pubblica; – la scelta di collocare un terminale ad alto rischio industriale in un porto commerciale, già congestionato e in prossimità del centro abitato.
Il secondo contributo, “Terminal LNG galleggianti: sicurezza a rischio” (pubblicato il 5 agosto u.s.), si concentra sugli aspetti più tecnici e sulla vulnerabilità intrinseca delle FSRU (Floating Storage and Regasification Units), soprattutto in un’area complessa come il Mediterraneo. Vengono evidenziati i rischi legati a collisioni navali, eventi climatici estremi, minacce ibride e attacchi cibernetici, con particolare riferimento alla mancanza di una strategia coordinata tra istituzioni civili, autorità militari e organismi internazionali. Si richiama così la necessità di una governance multilivello, in cui anche NATO e Unione Europea abbiano un ruolo attivo nella protezione degli asset energetici strategici. Il terzo contributo, “Nave rigassificatrice e acciaio a Taranto: una convivenza che solleva domande” (8 agosto 2025), prende le mosse dal piano di decarbonizzazione dell’ex-Ilva, che prevede l’uso di una nave rigassificatrice per alimentare forni elettrici e impianti DRI.
L’articolo mette in evidenza come il Governo abbia sostenuto in tempi rapidi la FSRU di Piombino in chiave emergenziale e ora promuova un impianto analogo a Taranto, senza però applicare lo stesso metro di valutazione tra i due contesti. Piombino, con il suo porto di dimensioni ridotte, la vicinanza del centro abitato, l’intenso traffico commerciale e turistico (traghetti operativi tutto l’anno, con picchi estivi) e condizioni meteomarine spesso ventose, presenta criticità persino maggiori rispetto a Taranto. L’intento non è contrapporre le due città, ma richiamare la necessità di criteri coerenti e trasparenti nelle decisioni, tenendo conto dei rischi strutturali, operativi e ambientali che impianti di questo tipo comportano in porti urbani.
A dare ulteriore visibilità alle problematiche trattate nei due primi contributi è stata l’intervista rilasciata da Cecilia Sandroni a Radio RVS (il 31 luglio u.s.), nella quale si sottolinea l’importanza della consapevolezza pubblica su tematiche che intrecciano energia, sicurezza e ambiente. Un invito, implicito ma fermo, a superare l’approccio emergenziale in favore di una pianificazione trasparente, sostenibile e realmente condivisa.
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Ripreso da
WHY DOES ITALY HATE THIS TOWN? Piombino Is Continually Victimized by Italy’s Government and Power Elite
Diretta Radio
https://www.eurocomunicazione.com/2025/08/05/terminal-lng-galleggianti-sicurezza-arischio/