Paolo si è tolto la vita. Il declino di una società sempre meno umana e più individualista. Paolo si è tolto la vita. Il declino di una società sempre meno umana e più individualista.

Paolo si è tolto la vita. Il declino di una società sempre meno umana e più individualista.

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Dott.ssa Vittoria Vardè Psicoterapeuta

Il caso di Paolo Roberto, il14enne che si è impiccato nella sua abitazione a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, ancora una volta evidenzia il fallimento di una società che alimenta disprezzo, violenza e istigazione all’odio. È questo l’ennesimo caso che rileva come il bullismo sia un fenomeno spesso sottovalutato e ridimensionato nelle sue conseguenze.

L’atteggiamento più diffuso è quello di considerare gli atti di prevaricazione come uno scherzo, come comportamenti tipici della fase adolescenziale caratterizzata da una disregolazione emotiva, scatenata dalla tempesta ormonale. E difronte al disagio adolescenziale, si aspetta inermi attendendo la fantomatica maturità. Tuttavia non è attraverso l’attesa che le cose cambiano. Spesso la “crisi adolescenziale” si esacerba e si cronicizza dando luogo ad un vero e proprio disturbo psichiatrico.

I numerosi fatti di cronaca evidenziano un fenomeno allarmante che contraddistingue una comunità violenta che abita nelle scuole, nelle famiglie e nella società in generale.

Un ambiente di vita alimentato da violenza verbale e fisica, è un terreno fertile per lo sviluppo di atteggiamenti prevaricatori, aggressivi e discriminanti che plasmano personalità antisociali.

Difronte a comportamenti terrificanti messi in atto dai giovani, spesso l’atteggiamento degli adulti è superficiale e minimizzante. Tale atteggiamento impotente e deresponsabilizzante giustifica e rinforza i comportamenti sbagliati.

E, difronte alla “mascherata” forza del bullo, c’è la vittima, scelta astutamente per la sua sensibilità e la sua fragilità. L’esistenza della vittima, alimentata da ansia, insicurezza e paura, viene perturbata da parole che feriscono come lance, da insulti ingiustificati e lesioni all’anima che diventano vortici.

Difronte a questo malessere dilagante, occorre un risveglio delle coscienze e soprattutto un’assunzione di responsabilità. Bisogna agire per prevenire il disagio mentale ed i disturbi psichiatrici favorendo il benessere psico-socio-mentale.

Sempre di più emerge il bisogno di un approccio umano, di una Comunità educante, che sappia mettere al centro la persona, cogliendone i limiti ed esaltandone le risorse. C’è bisogno di ascolto, centralità, umiltà, di valorizzazione delle differenze. C’è bisogno di parole gentili che accolgono, di “No” che facciano riflettere sui confini!

Occorre ritrovare i ruoli, assumersene le responsabilità ed essere modelli funzionali da seguire!

Che ogni vita spezzata sia momento di riflessione e ricerca di soluzioni!

Siamo tutti responsabili dell’indifferenza, della cecità e della sordità con quale affermiamo e difendiamo il nostro ego a scapito dell’Altro.

C’è un Paolo, in ogni scuola, in ogni famiglia, in ogni angolo di società!

 

 

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