Si ripete in molti centri calabresi il rito della “Affruntata”.

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L’affruntata (“incontro” in calabrese) è una rappresentazione religiosa che si tiene nei comuni delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e nella parte meridionale della provincia di Catanzaro, dove è conosciuta anche con il nome di Cunfrunta, nel periodo di Pasqua. È di carattere prettamente popolare, con origini pagane. La manifestazione si svolge per le strade e nelle piazze dei comuni, dove tre statue (raffiguranti Maria Addolorata, Gesù e san Giovanni) vengono trasportate a spalla, da quattro portatori per statua, per simboleggiare l’incontro dopo la resurrezione di Cristo. Essa viene preparata e provata a lungo in precedenza. L’affruntata è inscenata anche in altri comuni d’Italia e all’estero, ad esempio a Toronto in Canada, dove le comunità di emigrati hanno deciso di mantenere le tradizioni dei paesi d’origine.

Di solito, durante questo rito, la statua di san Giovanni fa la spola tra le altre due per 3 o 5 volte (il numero dei passaggi varia da paese a paese) avanti e indietro, con passo sempre più veloce, come messaggero della resurrezione di Cristo. All’ultimo passaggio si incontrano correndo davanti a Gesù san Giovanni da una parte e L’Addolorata dall’altra. All’incontro il velo nero del lutto viene tolto dalla statua di Maria, la cosiddetta “sbilazioni”, “sbilata” o “sbilamentu”, lasciando visibile un vestito di festa. Una cattiva riuscita della funzione è secondo la tradizione presagio di sventura per la comunità. Le cronache raccontano che a Vibo Valentia nel 1940 la “sbilazioni” non avvenne in modo perfetto e in quell’anno l’Italia entrò in guerra. In ogni località l’affrontata si svolge in modo diverso, in molti comuni, ad esempio, avviene il cosiddetto incanto con la medesima modalità.

Per decidere chi porterà la determinata statua si svolge un’asta, detta “incanto”, che si svolge nei giorni precedenti la festa o durante lo svolgimento della stessa, come avviene ad esempio a Dasà o come avveniva una volta a Pazzano nella festa del Santo Salvatore. Tuttavia in molti centri (come ad esempio Vibo Valentia) la scelta viene effettuata di anno in anno secondo criteri di robustezza o secondo privilegi ereditati dalle singole famiglie. Nel comune di Sant’Onofrio l'”incanto” che stabilisce quali saranno i portatori delle statue è gestito dalla “Congrega del Santissimo Rosario”. In passato per decidere quando fermare l’asta venivano utilizzati dei fiammiferi: quando la fiamma si spegneva, l’asta era dichiarata chiusa. Attualmente invece le offerte dell’asta vengono presentate in busta chiusa.

Gli elementi il cui trasporto è messo all’incanto sono: le statue di san Giovanni, di Maria e di Gesù Cristo, il baldacchino di Gesù e la mazza di san Giovanni. Viste le dimensioni le statue sono portate da un numero diverso di persone: 8 per la Madonna, 4 ciascuno per Gesù e san Giovanni; mentre la mazza è portata da una sola persona e il baldacchino da 4, uno per ogni angolo. La statua della Madonna è velata di nero, e con un corteo funebre raggiunge la piazza del paese seguendo un proprio percorso, mentre la statua di Gesù e il baldacchino arrivano dalla parte opposta. Nel frattempo la statua di san Giovanni e la mazza fanno la spola tra i due, prima lentamente e poi sempre più velocemente. Il compito del “mazziere” è di dare il tempo ai portatori della statua: nelle ultime fasi della corsa, la statua di san Giovanni viene abbassata e rialzata per 3 volte, a indicare tre inchini. Alla fine nella piazza restano solo la statua di Maria, che comincia a correre, e quella di Gesù Cristo. La statua della Madonna viene portata avanti e indietro molto velocemente per tre volte, ed è svelata alla fine della terza corsa.

A Cinquefrondi, sulle prime pendici dell’Aspromonte, lungo la via principale del paese, le statue di san Giovanni, della Madonna e del Risorto vengono portate a spalla. L’incontro avviene al termine di una lunga serie di andirivieni per il paese (chiamate ‘mbasciate). San Giovanni, una vecchia e pesante statua viene portato a spalla da decenni sempre dai componenti della famiglia Gallo. All’inizio la statua viene portata a passo normale. Pian piano l’andatura accelera, infine quando l’Affruntata entra nel vivo, i portatori corrono in mezzo alla folla, ondeggiando pericolosamente e paurosamente sotto il peso del santo. Maria non sa ancora della risurrezione. Dall’altro capo della strada appare Gesù, portato a spalla da 8 uomini per volta che si alternano continuamente con altri portatori. Cristo è con la mano benedicente, accenna un sorriso. Le statue di Maria e del Cristo avanzano l’una verso l’altra, in mezzo san Giovanni, che continua a correre avanti e indietro. A quel punto l’incontro avviene, l’Affruntata si realizza. Scoppia un battimani generale, dalle spalle di Maria cade il segno del lutto, e la Madonna piccola e biondissima, vestita di rosa con un mantello azzurro, fende la folla in tripudio. Volano le colombe della pace. La banda intona le note trionfali del Mosè di Rossini.

A Satriano a fare  da cornice all’evento è Piazza Spirito Santo. Fede e tradizione si incontrano. La statua di San Giovanni è già per le strade. Il Cristo risorto che giunge da Corso Vittorio Emanuele incontra San Giovanni in Piazza Monumento. Il rullo del tamburo dà il via alla spola avanti e indietro. Sa Giovanni per tre volte, con passo sempre più veloce, ha il compito di portare l’annuncio della Resurrezione alla Madonna che dal Calvario della zona bassa del Borgo giunge in Piazza Spirito Santo vestita ancora a lutto accompagnata dalle marce funebri. Alcuni canti popolari raccontano l’incontro tra San Giovanni e la Madonna con queste parole: “O Gianni Gianni viani ch’io ti voglio: tu perdisti il Maestro il maestro ed io a mio figlio”. E ancora: “Passa la turba e la cavalleria, mo passa Giuanni e cunsula a Maria”. Le “ambascerie” di San Giovanni ottengono il risultato all’ultimo passaggio, quando in rullo del tamburo si fa più intenso. La Madonna allora decide di andare incontro al figlio percorrendo il centro della piazza, ma ancora incredula torna indietro per tre volte fin quando una corsa intensa la porta davanti allo splendore del Risorto. All’incontro la madonna viene “sbelata”: il manto nero del lutto viene tolto durante la corsa lasciando visibile il vestito azzurro della festa. Il suono delle campane, il lancio dei fuochi pirotecnici, il volo delle colombe bianche, la consegna della corona alla Madonna da parte del Parroco l’accensione del cero votivo del Sindaco sono i segni visibili della festa. La solenne processione accompagnerà il trittico Pasquale in Chiesa dove la benedizione solenne concluderà il rito.

La cunfrunti o cunfrunta o cumprunta/i di Pazzano, in Provincia di Reggio Calabria, invece si differenzia dalle altre cerimonie, poiché non si svolge nel periodo pasquale ma ad agosto durante la Festa del Santissimo Salvatore, e le statue usate sono quelle di Gesù Salvatore, la Madonna e San Giuseppe. Difatti la confronte pazzanese rappresenta l’incontro fra Gesù che torna dal tempio con i genitori Giuseppe e Maria. Si svolge lo stesso giorno una seconda confronte al pomeriggio dove Gesù dopo che incontra i genitori per l’ultima volta inizia il suo viaggio di predicazione. La confronte del mattino comincia tra le 11:30 e le 12:00; allo scoccare delle campane accompagnate dalla banda musicale e dai fuochi d’artificio la statua del Santo Salvatore corre lungo via XXIV Maggio per raggiungere le statue di San Giuseppe e della Madonna che sono appena uscite dalla Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo per incontrarsi a metà strada all’altezza del vicolo Via Francesco Filzi; le statue fanno un inchino nei confronti del Santo salvatore e velocemente vengono posizionate accanto ad esso, Giuseppe a destra e la Madonna a sinistra.

Gli altri comuni dove si svolge questo suggestivo rito sono: Arena, Ionadi, Dasà, Pizzo, Rombiolo, San Calogero, Braitico, San Gregorio d’Ippona, Vibo, stefanaconi e Soriano nel vibonese; Bagnara Calabra, Bovalino, Caulonia, Bruzzano, Cittanova, Giffone, Melicucco, Monasterace, Pazzano, Polistena, Rizziconi, San Luca, Portigliola, San Pietro di caridà, Siderno, Cittanova, San Giorgio Morgeto e Stilo nel reggino; Borgia; Chiaravalle Centrale, Girifalco, Satriano, Soverato, Guardavalle, Squillace e Stalettì nel catanzarese.

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