L’invio della commissione di accesso al Comune di Lamezia Terme, era ormai nell’aria da giorni a seguito dell’operazione denominata “Crisalide”, condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Catanzaro contro la cosca Cerra – Torcasio – Gualtieri, che ha portato a decine di arresti. La decisione, rende noto la Prefettura, è stata presa “ricorrendo la necessità di svolgere approfonditi accertamenti al fine di verificare la sussistenza di collegamenti, diretti o indiretti, con la criminalità organizzata degli Amministratori del Comune di Lamezia”.
Nell’inchiesta sono indagati in stato di libertà il vicepresidente del consiglio comunale lametino Giuseppe Paladino – poi dimessosi – e Pasqualino Ruberto. Quest’ultimo, candidato a sindaco di Lamezia in occasione delle amministrative del 2015, è stato sospeso dalla carica di consigliere comunale dal prefetto di Catanzaro dopo essere stato arrestato nel febbraio scorso in un’altra operazione della Dda – “Robin Hood”. Nel ciclone è finita anche la consigliera di maggioranza Marialucia Raso che si era autosospesa dopo l’arresto del fidanzato, Alessandro Gualtieri.
Dopo l’inchiesta la giuta comunale lametina – guidata dal sindaco di centrodestra Paolo Mascaro aveva peraltro cominciato pericolosamente a scricchiolare tanto che nei giorni scorsi il direttivo di Forza Italia aveva chiesto l’azzeramento dell’esecutivo dopo che due assessori – Massimiliano Carnovale e Angelo Bilotta – si erano dimessi dal loro incarico.
E’ stato il prefetto di Catanzaro Luisa Latella su delega del Viminale, a inviare la commissione di accesso al comune – il quarto della calabria per popolazione. In passato il Consiglio comunale di Lamezia Terme è stato sciolto due volte per infiltrazioni mafiose, nel 1991 e nel 2003.
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