Anche a Vibo si ritorna a parlare di Unione o fusione tra la città capoluoogo e i comuni limitrofi. La proposta è stata formalizzata dal gruppo consiliare a palazzo Razza dei Progressisti per vibo (Antonio Lo Schiavo, Loreada Piliegi Rosario Tomaino) che ha richiesto al presidente del consiglio comunale Stefano Luciano di discutere sul tema in questione nel prossimo consiglio.
“Si può condividere o meno la mia proposta, ma un dato è certo – ha dichiarato Lo Schiavo sui social network e cioè che senza ridisegnare un ruolo alla città di Vibo non si potrà essere forti e competitivi nel sistema regionale e nazionale, e si continuerà così , con il costante declino e la fuga inesorabile dei giovani. L’avvio della fusione di Vibo con i comuni limitrofi – ha continuato l’esponente dei progressisti – è l’unico strumento per ridisegnare un ruolo alla città”.
E’ sicuramente una prima – e non certo unica, vista l’iniziativa che sta prendendo corpo a Cosenza-Rende-Castrolibero – coseguenza degli esiti del recentissimo referendum che ha interessato i comuni di Corigliano calabro e Rossano calabro.
E’ una proposta del resto di cui si discute da tempo a Vibo valentia. Una cosa non certo campata in aria visti gli ultimi sviluppi e le fusioni o unioni di comuni già realizzate in molte parte della penisola che trae ispirazione anche dal fatto che Vibo appare attualmente sottodimensionata poichè con i suoi 34mila abitanti è – per popolazione – 103esima su 110 capoluoghi di provincia.
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