Ferdinando Imposimato era nato Maddaloni il 9 aprile 1936. E’ stato un magistrato, politico e avvocato nonché presidente onorario aggiunto della Suprema corte di Cassazione. Aveva un fratello, Franco Imposimato, ucciso dalla camorra nel 1983 che lo ha segnato per tutta la vita.
Si era occupato della lotta a cosa nostra, alla camorra e al terrorismo in Italia: era stato infatti giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della MagistraturaVittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Si era occupato della difesa dei diritti umani, ed era impegnato nel sociale. Era stato inoltre scelto per il riconoscimento di “simbolo della giustizia” dall’ONU, in occasione dell’anno della gioventù.
Aveva collaborato da gennaio 2001 a giugno 2008 in qualità di giudice arbitro nella trasmissione televisiva di Canale 5 e di Rete 4 Forum e Sessione pomeridiana tribunale di Forum, spiegando in varie cause i principi della Costituzione. Aveva partecipato a vari servizi di inchiesta sulla giustizia, su terrorismo interno e internazionale, sulla criminalità organizzata, sulla corruzione, sui diritti umani.
Il suo ultimo libro, “I 55 che hanno cambiato l’Italia” lo aveva dedicato all’analisi di fatti nuovi sul rapimento di Aldo Moro. Ho avuto modo di conoscerlo e di frequentarlo ed ho scoperto il magistrato integerrimo ma anche l’amico stimato. Di lui ho tanti ricordi e momenti piacevoli passati in allegria, come era suo carattere fare. Sempre pronto alla battuta e allo scherzo anche al telefono. Ho organizzato con lui la presentazione del suo libro sui 55 giorni del rapimento di Aldo Moro, insieme all’amico inseparabile Antonio Esposito, Presidente di sezione della Corte di Cassazione. Imposimato era un uomo prestato alla politica, ma rimanendo sempre con la cultura del magistrato e del servitore dello Stato.