Interessanti dati dal rapporto presentato nei giorni scorsi a Roma da Confcooperative e dal Censis sul lavoro nero in Italia. Dati però allo stesso tempo preoccupanti per quanto riguarda le regioni meridionali del paese.
Secondo questo rapporto, nel periodo 2012-2015 mentre l’occupazione regolare si è ridotta del 2,1%, l’occupazione irregolare è aumentata del 6,3%, portando cosi a oltre 3,3 milioni i lavoratori che vivono in questa vera e propria zona d’ombra.
Sul piano territoriale, e riguardo all’incidenza del lavoro irregolare sul valore aggiunto regionale, Calabria e Campania registrano le percentuali più alte (rispettivamente il 9,9% e l’8,8%), seguite da Sicilia (8,1%), Puglia (7,6%), Sardegna e Molise (entrambe con il 7,0%).