Inaugurata con una degna cerimonia, la prima biblioteca nella storia di Gerocarne, con annesso archivio storico, intitolata ad un insigne cittadino: Rocco Cambareri, apprezzato e premiato poeta deceduto cinque anni fa. Dopo il taglio del nastro, affidato alla moglie Mimma D’Elia, presente insieme ai figli Pierpaolo e Livio, la benedizione dei locali al piano terra del municipio e lo svelamento della targa con dedica da parte del sindaco Vitaliano Papillo, i numerosi presenti, tra cui gli alunni della media, si sono trasferiti nella sala consiliare per ricordare la figura di Cambareri, definito da tutti come un grande poeta ed un uomo umile, rimasto profondamente legato al paese natio, che ha celebrato più volte nelle sue opere.
L’incontro è stato moderato magistralmente da Angela Varì, che ha lodato l’iniziativa «perché una biblioteca è l’unico strumento rimasto contro l’apatia di oggi», ed ha intervallato vari interventi su Cambareri e sulla sua «poetica moderna del ritorno».
Per il sindaco si è trattato di «una giornata straordinaria, sia perché si inaugura una biblioteca, luogo di conoscenza, cultura, crescita e libertà, sia perché, insieme all’archivio, la si intitola a Rocco Cambareri». Sull’importanza di un simile presidio per un piccolo centro si è concentrato Gilberto Floriani, direttore del Sbv, che fatto alcuni cenni sull’insigne figura del poeta, sulla considerazione in cui era tenuto dalla cultura calabrese e sui numerosi premi che ha ricevuto in carriera.
Dopo la proiezione di un intenso docu – film in cui lo stesso Cambareri recitava alcune delle sue poesie, altre testimonianze sono arrivate da Pasquale Del Giudice, che ha ricordato gli uomini di cultura di Gerocarne, e da Michele Papillo, che ha tracciato un triplice profilo di Rocco Cambareri, uomo, amico e poeta, e letto il contributo di Carmine Varriale, assente per motivi di salute. La mattinata si è chiusa col ricordo del figlio Pierìpaolo, che ha ringraziato di tutto e chiuso il cerchio sulla figura del padre, con alcuni aneddoti intimi e segni particolari della personalità, caratterizzata dal sorriso e da un profondo senso dell’ironia, che utilizzava per sdrammatizzare su ogni cosa, mentre «la sua poetica – ha concluso – era quella della partenza e del ritorno. Con un punto fermo e saldo: il territorio».