“Le stagioni si susseguono e nelle nostre campagne rimane una drammatica costante, la presenza devastante dei cinghiali, che distruggono le coltivazioni dell’intero territorio. La vitalità economica delle nostre aziende agricole è sempre di più messa a rischio e compromessa. Non abbiamo più la certezza di poter raccogliere quello che andiamo a seminare”.
A denunciare la grave situazione è il Comitato per la difesa della dignità dell’agricoltura che evidenzia, inoltre, come l’invasione dei cinghiali rappresenti anche fattore di franosità ed alla instabilità dei terreni, con gravi danni per intere zone rurali già alle prese con l’abbandono del territorio ed eventi climatici estremi. Gravi sono anche i rischi sulla salute degli allevamenti domestici e degli abitanti dovuti alle malattie che possono essere trasmesse da questa invasiva specie selvatica (Mycobacterium, sspp. M. avium, avium complex, bovis o tuberculosis complex).
“Il risarcimento dei danni causati dai cinghiali alle imprese agricole – affermano i coordinatori del Comitato, Antonello Greco e Fortunato Pezzo -, che è un diritto stabilito dalle leggi, è spesso oggetto di miserevoli lungaggini burocratiche. Inoltre l’Ambito Territoriale di Caccia di Vibo Valentia chiede agli agricoltori colpiti dai danni il pagamento di 50 euro per istruzione della domanda di risarcimento. La Regione chiede soldi a chi è danneggiato. Oltre il danno… l’umiliazione! Di fronte a questo scenario sconcertante le Istituzioni Pubbliche competenti non assumono colpevolmente i dovuti provvedimenti”.
La Regione Calabria ha di recente aggiornato il Regolamento sulla caccia ai cinghiali, “rimescolando – dichiarano – misure parziali e completamente inefficaci. Nessuna azione concreta a livello nazionale risulta intrapresa dal Governo Italiano, nonostante le ripetute vane promesse. Il Governo ha la competenza di assumere provvedimenti di urgenza, fra cui se necessario il commissariamento della Regione… nonostante ciò nei fatti è del tutto assente. Questa drammatica situazione si aggiunge ad una già difficile condizione dell’agricoltura, fatta di prezzi irrisori dei prodotti agricoli (al di sotto dei costi di produzione) e di costi crescenti delle materie prime necessarie. Per non parlare dei ritardi dei pagamenti degli aiuti diretti al reddito previsti dalle politiche europee e delle eccessive ed insopportabili complicazioni formali per l’acquisizione del gasolio agricolo. E’ venuto meno il rispetto e l’umana considerazione verso gli agricoltori e le attività agricole, che tanto hanno un ruolo di stabilità dell’economia e del contesto territoriale ambientale a cui tutti apparteniamo. Ancora una volta ci vediamo costretti a scendere in lotta per la tutela del nostro lavoro, delle nostre aziende e del nostro ambiente di vita”.
Sabato 4 maggio 2019 alle 10 a Vibo Valentia presso il piazzale del palazzetto dello sport si svolgerà una manifestazione di protesta e di proposta.
“Invitiamo – affermano i coordinatori – le associazioni agricole, ambientaliste e civili, gli agricoltori ed i cittadini interessati al bene del nostro territorio ad aderire e partecipare. Il Comitato, in primo luogo, chiede l’azzeramento della popolazione dei cinghiali nelle aree agricole non vocate. A tal fine rivendica le seguenti richieste: attivazione di un programma di cattura comprensoriale con apposite trappole degli animali, da destinare all’allevamento biologico ed amatoriale, previa supervisione degli istituti dell’ISPRA (e degli istituti scientifici che si vogliono coinvolgere) e delle Autorità Sanitarie competenti in materia di igiene e salute pubblica. Il programma di cattura deve prevedere per il posizionamento e il controllo delle trappole il ruolo attivo degli agricoltori, gli unici a poter assicurare la conoscenza ed il presidio costante del territorio; la pratica della sterilizzazione di massa, attraverso la somministrazione controllata di alimenti medicati; autorizzazione agli agricoltori ad utilizzare squadre di cani addestrati per il disturbo e l’allontanamento dei cinghiali dalle colture, nei momenti critici della coltivazione; autorizzazione alla caccia singola al cinghiale sui propri terreni, da parte degli agricoltori e dei propri coadiuvanti aziendali già in possesso di caccia o porto di armi; incremento dei selettori singoli e snellimento delle procedure burocratiche, con la loro autorizzazione su base annuale (facendo salvi i periodi critici per la specie); aumento dei giorni di caccia delle squadre di cacciatori autorizzate; restringimento dei comprensori di caccia e rotazione annuale delle squadre di caccia al cinghiale; snellimento delle procedure burocratiche relative al pagamento degli indennizzi dei danni alle colture causati da cinghiale, con previsione di tempi certi e celeri per l’accertamento degli stessi e la liquidazione delle spettanze; annullamento di ogni richiesta di contribuzione economica per l’istruttoria delle domande di danno; accertamento della presenza della tubercolosi diffusa dai cinghiali e predisposizione di un piano di prevenzione e di intervento, a tutela della salute degli allevamenti e degli abitanti”.
Il “Comitato per la difesa della dignità dell’agricoltura” su questi punti intraprenderà ogni azione di lotta e di difesa dei diritti dei propri associati.