Un laboratorio prelievi che quotidianamente esegue dalle quaranta alle cinquanta prestazioni costretto, dal primo luglio al 31 agosto, ad effettuarne massimo venti. E’ l’ennesima tegola che si abbatte sull’ospedale nicoterese a causa della decisione assunta dal responsabile dell’Unità operativa del Laboratorio analisi dell’Asp di Vibo Valentia, Carmine Scafuro, “al fine di garantire l’attività del presidio ospedaliero vibonese”.
Un provvedimento che penalizza, ancora una volta, il nosocomio cittadino dove la decisione non è stata accolta bene, soprattutto da quegli utenti provenienti non solo dai comprensori che fanno capo alla cittadina tirrenica come Joppolo e Limbadi, ma anche dai limitrofi comuni reggini.
La riduzione dell’attività ambulatoriale scaturita dal fatto che l’Azienda sanitaria vibonese non è in grado di sopperire ad una cronica carenza di organico, si ripercuoterà, come sempre, su quell’utenza costituita in prevalenza da anziani o ammalati irreversibili che necessitano di esami continui.
“Il dimensionamento dei numeri dei prelievi per mancanza di personale – afferma il responsabile Pino D’Aloi – non tiene in considerazione le aspettative dei cittadini del comprensorio e ci creerà non pochi problemi considerando, infatti, che il nostro laboratorio raggiunge con facilità picchi di cinquanta prestazioni giornaliere”. Intanto, la decisione di Scufaro non sarebbe stata comunicata ai Cup e ai relativi operatori che continuano ad accettare le prenotazioni con il rischio di far giungere in città ammalati che poi saranno costretti a fare dietrofront perché il laboratorio ha superato il numero massimo dei venti prelievi giornalieri.
L’ennesima quanto discutibile scelta dell’Asp contro la città sempre di più penalizzata da scelte e decisioni incomprensibili e ingiustificate che disattendono il diritto alla salute dei residenti. E per non farsi mancare nulla, sempre lunedì, lo sportello dell’ufficio ticket, con un solo impiegato disponibile, rimarrà chiuso perché il dipendente preposto avrebbe chiesto un giorno di ferie con i consequenziali disagi per l’utenza.
Un abbandono totale della struttura evidente anche nel grande spazio antistante, dove fa incomprensibilmente bella mostra l’alta erba incolta e soprattutto secca con il pericolo che un fiammifero o un mozzicone di sigaretta possa sprigionare un incendio. “Ho sollecitato più volte la ditta che si occupa della pulizia degli spazi circostanti l’ospedale – assicura D’Aloi –, ma da dieci giorni fino ad oggi, non so perché, mi hanno fornito risposte evasive”.
Tante e irrisolte criticità, quindi, che dovrebbero rappresentare, invece, la priorità per un ampio comprensorio come quello nicoterese che non riceve adeguate risposte da parte di una gestione che continua a latitare causando l’impoverimento progressivo della struttura.
- Tags: Carmine Scafuro, pino d'aloi