Da vent’anni presta servizio nell’ospedale di Chivasso, ormai quasi tutto convertito a Covid. Si è arrampicato sin lassù nel 2000 quando, da giovane medico laureatosi e specializzatosi col massimo dei voti, vince un concorso e lascia la clinica Sant’Anna di Catanzaro, dove già si muoveva in corsia con grande professionalità, per andare incontro a qualcosa di definitivo. A pochi passi dalla Svizzera e dalla Francia, mette su famiglia portandosi sempre dentro l’amore per Nicotera ed il suo stupendo mare. Da circa tre mesi, però, la sua vita è cambiata. In casa vive a distanza da moglie e figli, mentre attorno a sé, sul posto di lavoro, percepisce solo sofferenza e dolore. Pino Leone, 52 anni, dirigente medico, sposato e padre di due bambini, sta vivendo, assieme ai suoi colleghi, la terribile esperienza della lotta al Covid-19. <La situazione è tragica – afferma – e siamo in piena epidemia, con i contagiati che aumentano di giorno in giorno. Alcuni colleghi si sono ammalati e ho temuto anche per me stesso. Per fortuna un recente tampone ha dato esito negativo>. Il camice bianco nicoterese, comunque, ha grande tempra. Stare in prima linea non lo spaventa.
<Lottiamo – dice – contro un nemico insidioso e invisibile e taglia l’anima vedere tante persone spegnersi sotto i nostri occhi senza poter far nulla per rimandarli a casa guariti. Qui ci sono circa 120 ricoverati, più o meno quanti ce ne sono in tutti gli ospedali calabresi messi assieme. La metà è di origine meridionale e sono numerosi anche i calabresi. La nostra prima vittima del Covid-19 proveniva dal Catanzarese. Siamo alle prese con una bomba sociale per il cui disinnesco non si prevedono tempi brevi>.D’altra parte <è pure difficile stabilire – sostiene Pino Leone – quali saranno i danni sulle persone e quanto tempo ci vorrà per venir fuori da quest’inferno. Al momento, c’è solo da usare tanta prudenza perché la guarigione clinica non sempre coincide con quella virologica. Spesso i tamponi danno risultato negativo, ma tale esito non coincide col quadro clinico e radiologico. In sostanza, eseguire i tamponi con cura potrebbe non bastare anche perché naso e gola sono zone esterne rispetto ai polmoni>. I problemi, peraltro, sono tanti perchè <il virus va via assai lentamente – rimarca il dirigente medico di casa nostra – è difficile intercettare gli asintomatici, c’è il rischio che il contagio si ripeta e non si sa come evolverà la situazione. Ne avremo sino a quando non salterà fuori il vaccino>. Ha voglia di tornare a Nicotera? <Temo proprio che non potrò farlo per parecchio tempo ancora – si rammarica – e non so quando potrò riabbracciare mia madre e i miei fratelli. Al momento si lavora 12 ore al giorno, le vacanze sono solo un sogno>.
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