I boss e i loro rappresentanti si sono incontrati spesso in occasione della festa della Madonna di Polsi che si celebra il 2 settembre. Il santuario di Polsi è un luogo religioso incastrato al centro dell’Aspromonte che, come emerso dall’inchiesta “Crimine”, nei decenni la ‘ndrangheta ha trasformato in un posto dove annualmente si riunisce la “Provincia” della ‘ndrangheta.
E’ scritto in un’informativa della questura di Reggio Calabria – “in quei luoghi –– il sacro si unisce al profano e tutto… ha il sapore di religione, ma anche di mafia”. “Solo la Chiesa continua a negare e a protestare” scriveva l’allora procuratore aggiunto di Reggio Nicola Gratteri che, nel suo libro “Acquasantissima”, ricorda una frase pronunciata nel 1999 da rettore del santuario di Polsi don Pino Strangio il quale, all’epoca, minacciò le dimissioni: “Che mandino un maresciallo a predicare, così la facciamo finita una volta per sempre”.
Oggi non è stato mandato un maresciallo, ma un nuovo rettore del santuario. Il vescovo di Locri Francesco Oliva, a conclusione delle indagini avviate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che ha indagato don Pino Strangio per concorso esterno in associazione mafiosa e violazione della legge Anselmi, scrive al successore don Antonio Saraco ammonendo che il “Vangelo rifiuta il compromesso con l’arroganza criminale”.
Per i magistrati di Reggio Calabria, don Pino Strangio è un elemento dell’associazione segreta, costituita da Paolo Romeo – ex deputato Psdi, considerato al vertice della cupola segreta della ‘ndrangheta – per condizionare la vita politica, economica e democratica di della Città di Reggio Calabria e provincia, favorendo l’ascesa e gli affari dell’élite della ‘ndrangheta. Intercettato per lungo tempo dagli investigatori, il sacerdote è stato sorpreso a chiacchierare di candidature da costruire, finanziamenti pubblici da drenare, misteriose riunioni da organizzare… Don Pino Strangio – secondo la DDA – deve rispondere per aver tentato di addomesticare l’azione di contrasto alla ‘ndrangheta, rendendola funzionale alle necessità di aggiustamenti gerarchici tutti interni ai clan. Risalenti fino al 2003, si compongono in gran parte di intercettazioni e filmati da parte di Polizia e Carabinieri: importantissimo quello ripreso al Santuario Madonna dei Polsi il 2 settembre 2009 ed al summit del 31 ottobre 2009 presso il circolo “Falcone e Borsellino” di Paderno Dugnano nel Milanese.
Il Vescovo, nel nominare il nuovo Rettore, ha dichiarato: “ il santuario della Madonna di Polsi, cuore dell’Aspromonte e della Calabria, grembo di una Madre che nel corso dei secoli ha accolto e rigenerato tanti suoi figli, ma che ha anche sofferto per le profanazioni subite a causa di fatti e misfatti, di complicità e sangue versato da gente senza scrupoli, in nome spesso di una religiosità deviata e non ver. Polsi come grembo di madre è chiamata a generare alla vita cristiana ed a convertire i peccatori al Vangelo. Un Vangelo che rifiuta il compromesso col potere del denaro e delle armi, della violenza e dell’arroganza mafiosa…essere luogo di spiritualità e di fede: è questa la sfida su cui si gioca il futuro del nostro Santuario”. E al successore di don Pino da un ordine: “dovrai esserne fedele e coraggioso interprete”.
Si attendono con serenità gli sviluppi della magistratura, ma una considerazione corre d’obbligo, in un luogo così lungamente chiacchierato, ci si domanda come mai un sacerdote era li da 20 anni, senza mai pensare ad un ricambio, senza per forza dover cedere alle accuse o al chiacchiericcio, ma la prudenza avrebbe richiesto di sicuro un intervento tempestivo a tutela e salvaguardia del luogo ma anche del sacerdote.