C’è una vecchia canzone dialettale calabrese che, in maniera scanzonata, fa ironia sulle elezioni comunali, cantando “Mi ficiru Sindacu o chi bellizza…mi ficiru Sindacu chi cuntentizza…”
Sarà stata questa euforia, ancora non smaltita, sulla quale l’illustre sindaco di Nicotera deve aver inciampato su quella buccia di banana che, i maleducati emigranti, devono avergli buttato tra i piedi anzichè in differenziata.
Nicotera è una cittadina della Calabria tirrenica, ben conosciuta positivamente perché patria della Dieta Mediterranea, e molto negativamente per ben altri motivi, non ultimo quello di sapersi fare, masochisticamente, male ai massimi livelli.
Il Sindaco Pino Marasco, infermiere di professione, pur sapendo di amministrare un comune che è in ricovero da lungodegenza tra la barella del pronto soccorso e la rianimazione, si permette di distrarsi dall’esercizio delle proprie funzioni, postando sui social frasi denigratorie rivolte a cittadini dei comuni limitrofi, migranti e villeggianti, avendo questi osato, sempre sui social, avanzare fondate critiche sul mare e altro e, di riflesso, sull’operato dell’amministrazione comunale, non consci del reato di lesa maestà arrecato al Sindaco e alla sua giunta. Pronta la reazione del Sindaco che li ha definiti in maniera colorita e dialettale “ …morti di fame senza una lira in tasca…”. Insomma, la raffigurazione plastica di una scena da “Emigratis” alla Pio e Amedeo.
Che figura di m… direbbe il compianto Emilio Fede.
Una caduta di stile che richiederebbe altrettanta caduta dell’amministrazione per elezioni anticipate, ma questo è un miraggio di sensibilità politica d’altri tempi. Ci attendiamo almeno le scuse, al più presto, per chiudere questa triste e grottesca vicenda agostana, prima che diventi un caso nazionale.