Sta scatenando un vespaio di polemiche, sui social, quanto successo giorni fa alla nicoterese Caterina Nevoso, docente di diritto e libera professionista a Pavia che, sabato scorso, ha accompagnato la madre al camposanto nell’area cosiddetta “cimitero nuovo”.
La signora si era recata per far visita al padre, ma, al suo ingresso, è stata colpita da un indecoroso spettacolo, un’immagine non certo consona ad un luogo che, per sua natura, dovrebbe invece presentarsi ordinato e pulito, tantissima sporcizia che andava immortalata. Ha pensato, così, di condividere le foto sui social facendo scoppiare l’accesa polemica.
Da maggio il lato sud del camposanto è interessato da un’opera di ampliamento e per tali motivi un’ordinanza del sindaco Giuseppe Marasco ha inibito al pubblico la libera circolazione fino al completamento dei lavori che erano stati previsti per il 30 giugno, l’area circoscritta rimane, però, aperta sabato e domenica. Il primo cittadino, via Facebook, ha denunciato l’ingresso della signora, a suo dire arbitrario, ma soprattutto delle foto scattate, sottolineando che: “Taluni arrivano dal norde e fannu i sberti – scrive –. Secondo voi è cosa normale che una persona, ben istruita, si introduca in un’area chiaramente delimitata, con tanto di recinzione e di cartellonistica affissa, in bella vista ed a ogni ingresso, con la quale si segnala il divieto di ingresso alle persone non autorizzate? Ancora, è normale che la stessa, non soddisfatta di aver chiaramente commesso un’infrazione, immortala la sua “impresa” con delle foto, ed in più critica chi, con grandi sacrifici, sta cercando di dare decoro ad un’area del cimitero da sempre totalmente trascurata”.
La Nevoso non è dello stesso avviso. “Con me c’erano altre 4 persone e non abbiamo incontrato alcuna transenna – afferma –, ci si intrufola quando di soppiatto e con furbizia si accede ad un luogo in cui l’accesso è validamente vietato. Vivendo fuori Nicotera non sapevo neanche ci fossero dei lavori e avendo trovato la strada libera sono passata. All’ingresso la cosa che mi ha meravigliato di più è stato vedere tanta spazzatura, non materiale di risulta, ma fiori secchi, ferri arrugginiti e i soliti bidoni lasciati per l’acqua. Tra l’altro su tutte le tombe c’erano fiori freschi, quindi, non siamo gli unici ad essere entrati”. La signora evidenzia che sui social, successivamente all’accaduto, alcuni amministratori hanno pubblicato foto dell’area, questa volta transennata e con una scopa messa sotto come se qualcuno avesse creato un varco per passare, ma intanto lei è stata accusata di essersi intrufolata commettendo reato. “Ci si intrufola se c’è qualcosa che te lo impedisce – dichiara –. Il Dlgs 81 del 2008 sulla sicurezza nei cantieri prevede la presenza di transenne che debbono impedire a chiunque, non addetto ai lavori, di accedere. Ho ribadito, altresì, all’assessore ai lavori pubblici, Marco Vecchio, di rivedere a tale proposito le ultime sentenze della Corte di Cassazione. Addirittura un imprenditore è stato condannato per omicidio colposo perché una persona ubriaca si è arrampicata sul ponteggio di un cantiere perché non adeguatamente delimitato e cadendo è morto. Io non ho violato alcuna legge. La stessa ordinanza comunale, poi, dura 30 giorni e pare non essercene una successiva”.