Da una parte c’è l’amara constatazione che nonostante gli appelli, le denunce, le intimidazioni e tutto quello che si è detto sul settore Turistico in Calabria, nonostante alcune evidenze ed episodi spregevoli, tutto sembra immutabile.
Le Istituzioni non reagiscono e continuano a rimanere sorde ed indifferenti; vale da questo punto di vista il detto “chi tace acconsente”, quindi l’indifferenza che si tramuta in complicità.
Dall’altra parte quasi un senso di orgoglio nel sapere che per quei soggetti che si fanno chiamare “don” e che si sentono i padroni della nostra Terra, chi si rivolge al sindacato per tutelare i propri diritti e cercare giustizia è classificato come infame. Questo quanto emerge dalle intercettazioni dell’ennesima inchiesta contro la ‘Ndrangheta in Calabria, dove si è registrata un’intimidazione in piena regola ai danni di un dipendente da parte di un mafioso.
La Filcams CGIL Calabria esprime la propria solidarietà e vicinanza a tutte le lavoratrici ed i lavoratori costretti a subire abusi e ricatti da parte di questi maledetti criminali e ribadisce il proprio impegno nella tutela di chi lavora onestamente e chiede il rispetto delle leggi e dei contratti. Il nostro è un sindacato che è contro tutte le mafie, impegnato direttamente nel contrasto alla criminalità, un sindacato che accoglie le gente onesta e laboriosa e non si lascia intimidire da nessun tipo di ricatto.
Fa riflettere molto, il lerciume umano e culturale nel quale sguazza e cresce la cultura ‘ndranghetista: un’organizzazione criminale che macina miliardi, che detiene un patrimonio inestimabile, fatta da capi e capetti che vivono nel lusso, che ostentano ricchezze e sfarzo e che vengono beccati a minacciare un cuoco che chiedeva di essere pagato decentemente per il proprio lavoro… che vergogna!
Imbarazzante per il boss di turno dovrebbe essere riascoltare le parole che ha pronunciato nei confronti di un lavoratore che aveva come unica colpa il bisogno e come pena l’aver dovuto lavorare per quella feccia di persone e non per un’impresa decente. Presumiamo che così non sarà, che il boss di turno non proverà imbarazzo o disagio per le minacce, l’intimidazione e la prepotenza.
Auspichiamo, quantomeno, che sentimenti di pudore e di vergogna possano interessare la politica e le Istituzioni calabresi che dopo aver appurato che in Calabria esiste la ‘ndrangheta, che la sua esistenza è incompatibile con i principi basilari della nostra società, delle leggi e della giustizia sociale, si determinino e provino ad agire nel concreto per porne rimedio.
Cosa della quale non si è assolutamente interessato, ad esempio, l’uscente assessore al Turismo, che ha preferito che della ‘ndrangheta non si parlasse né in pubblico né nelle stanze istituzionali, come se questo bastasse a farla scomparire dalle nostre vite.
Auspichiamo che il Presidente della Giunta Regionale offra ai calabresi ed anche alle parti sociali, così invise agli ‘ndranghetisti, una figura istituzionale che faccia del confronto e della contrattazione nel settore del Turismo uno dei pilastri della propria azione amministrativa e politica.
Il Turismo, settore di prospettiva e crescita economica e sociale per l’intera Calabria, diversamente continuerà ad essere sottoposto al ricatto ed al sopruso criminale, costringendo le lavoratrici ed i lavoratori, i giovani che vogliono lavorare e crescere onestamente in questa nostra Terra a piegarsi ed umiliarsi o a scappare.
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