Sono durati dieci giorni i festeggiamenti in onore di San Sisto, patrono del paese. La cittadinanza ha partecipato con la forza della passione e della fede a tutti gli appuntamenti inseriti nel programma liturgico e civile alimentando i nobili sentimenti che da sempre stanno alla base di quella coesione sociale tipica delle piccole comunità. Ognuno ha giocato un ruolo, ognuno ha dato il suo contributo, con grande soddisfazione del parroco don Salvatore Minniti e del suo coadiutore don Salvatore Chindamo. Due i momenti cardine dei festeggiamenti: la messa in ricordo di tutti i defunti e quella in memoria dei morti in mare. La prima è stata celebrata nel cimitero dove i fedeli sono arrivati in processione recitando il Rosario. La seconda, invece, s’è tenuta nella pineta che regala ombra al lungomare. Qui i membri del comitato organizzatore, con un volantino, hanno ricordato l’origine del paese fondato dai monaci basiliani che, arrivati dal mare per sfuggire alle persecuzioni, battezzarono il posto col nome di Sant’Euclo, un loro santo.
Tra le immagini sacre che si portavano dietro durante le loro ricorrenti fughe c’era anche quella di San Sisto, nome che gli stessi monaci diedero a un monastero fondato nella zona e che divenne centro culturale di grande importanza. Il momento più toccante è stato quello che ha visto un componente del comitato, a bordo di una barca, lanciare una corona d’alloro <nell’immenso verde non di prato, ma di mare> per come scrive don Minniti in una sua poesia. Molto partecipata anche la processione che ha percorso i vicoli dell’antico Borgo con San Sisto portato a spalla soprattutto dai giovani. Merito della buona riuscita dei festeggiamenti va al dinamismo di Fabio Zappia e dei membri del comitato Sisto Gurzì, Giovanni De Leo, Pasqualino Rodolico, Alessandro Comerci e Giuseppina Palermiti.