È partita in tutte le province calabresi la macchina del dimensionamento / taglio delle 79 istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 24/25. Il quadro che si delinea desta serie preoccupazioni a tutti i livelli. Una problematica alquanto delicata sulla quale, dall’alto della sua esperienza maturata come dirigente scolastico e segretario regionale della Cisl Scuola, si sofferma, con appropriate riflessioni, Giovanni Policaro.
<La Calabria – afferma – si trova di fronte a una crisi scolastica senza precedenti, con una riduzione/taglio di 79 autonomie scolastiche (11 in provincia di Vibo Valentia ). Una decisione presa a Roma, ma che ha lasciato la regione in uno stato di shock e di disapprovazione generale tra i ben pensanti e gli addetti seri ai lavori. Nonostante le proteste di sindaci, genitori e personale della scuola, sembrerebbe che la politica e i sindacati non si muovano abbastanza per contrastare o contenere questa decisione che va, per la Calabria e per il Vibonese, contro lo sviluppo socio – economico .
L’assessora regionale e vice presidente regionale Princi – prosegue – ha cercato e cerca di opporsi ( oggi anche con il rinvio delle proposte per meglio fare decidere! ) e di rimediare a questa decisione romana, lavorando instancabilmente sia a Roma che in Calabria per ottenere il mantenimento di autonomie scolastiche nelle zone disagiate, montane e a forte dispersione – nel rispetto dei numeri e dei criteri nazionali – e , soprattutto, delle linee e indirizzi regionali approvati. Tuttavia, il silenzio e l’assenza a volte degli altri politici e non solo, anche a livello nazionale e locale, hanno lasciato un vuoto di sostegno all’opera meritoria, per alcuni aspetti, dell ‘amministrazione regionale. La situazione socio-economica della Calabria, già in grave crisi, rischia, comunque, di peggiorare ulteriormente a causa delle conseguenze di questa decisione calata dall ‘alto . Le scuole, già in condizioni precarie, potrebbero subire ulteriori danni e non solo sul funzionamento. La gestione dei cambi di incarico, i mancati /movimenti interregionali e la negazione di nuove assunzioni / nomine in ruolo dei dirigenti scolastici calabresi e non in graduatoria nazionale con le 80 reggenze operate dall USR, è divenuta ancora più problematica. La Calabria – conclude – da oltre seicento autonomie negli anni duemila passerà a meno di trecento istituzioni autonome nel 2023/24, una riduzione drastica che mettera’ in luce la gravità della situazione. La regione ora attende con ansia una risposta seria dai territori e un sostegno più forte da parte dei suoi rappresentanti istituzionali, quelli attenti alle sorti dei Calabresi e dei loro figli!
Questa è AUTONOMIA>
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