Il suono delle campane fa eco da quel promontorio, esse provengono dalla Chiesa degli Afflitti, una piccola chiesa dove da secoli si venera la Vergine Maria con il titolo di Afflitti. Dal 9 al 16 settembre si è rinnovato l’appuntamento alla Beata Vergine Maria degli Afflitti, una Settena molto sentita con grande partecipazione di popolo nella piccola comunità di San Procopio, una festa molto attesa, un momento speciale e sociale dove si ritrovano le famiglie, e il popolo respira il senso della festa.
La Settena guidata e sapientemente predicata dal cappuccino francescano il frate Pietro Amendola, originario di Taurianova e attualmente Guardiano del Convento dei Cappuccini a Reggio Calabria e Rettore della Basilica della Consolazione, non poteva esserci miglior connubio, “Maria Consolatrice degli Afflitti“. Invitato dal parroco il sac. Vincenzo Leonardo Manuli, anche lui di origini taurianovesi e compagni di gioco, con frate Pietro si sono ritrovati a condividere e celebrare la gioia attorno all’altare da ministri consacrati.
Durante la Settena sono stati diversi i momenti scanditi dalla preghiera e da altri appuntamenti. Come ogni anno, ad aprire l’itinerario della Settena è la Giornata Eucaristica, poi c’è stato il momento culturale della spiegazione dell’icona della Madonna degli Afflitti, la Giornata della Carità, la Messa della vigila e la Veglia nella notte, e la possibilità di accostarsi alla Confessione sacramentale, e la Santa Messa, cuore della vita del cristiano, ben presieduta e guidata dal frate cappuccino che è stato molto apprezzato e accolto dal popolo samprocopiese.
Il culmine è stata la processione religiosa del simulacro mariano, da tre anni che non si svolgeva, il desiderio dei devoti era molto forte e tutto si è svolto con rispetto e correttezza, a suon di tamburi e preghiera e accompagnati dalla banda musicale della vicina Melicuccà, sotto la vigilanza delle Autorità di Pubblica Sicurezza a cui va il grazie per il servizio svolto.
L’invito di Maria dopo la Settena è di continuare a guardare il Figlio, quell’icona immortalata della Pietà non si ferma al dolore ma coglie l’amore di Dio per l’umanità. Maria, la Madre, è per tre volte Madre, quando nell’annunciazione partorisce il Figlio, quando sotto la croce lo partorisce nuovamente e quando genera nuovi credenti, Madre del Corpo mistico di Cristo sotto la Croce.
Durante la Settena è stata seminata con abbondanza la Parola di Dio, e il frate cappuccino nelle sue omelie, ha puntato sulla Parola di Dio, spiegano la Parola per viverla nel quotidiano, ha pregato, con il popolo, ha dimostrato vicinanza al popolo, stile e postura nella preghiera nelle relazioni.
La Vergine Maria Consolatrice degli Afflitti è unita al popolo samprocopiese, un profondo legame secolare, è passata lungo le strade e le vie per benedire le famiglie, gli anziani, gli ammalati, i più piccoli, e veglia nel piccolo santuario, perché la nostra vita possa essere più cristiana e più umana, per seguire vie di giustizia e di pace.