Con una conferenza sul tema “La percezione del tempo attraverso le mani di un artigiano” che la dott.ssa Rossella Agostino, archeologa e già Direttore del Museo e Parco Archeologico nazionale di Locri, terrà giovedì 28 settembre alle ore 17,30 presso la Villetta De Nava (Sala Giuffrè), l’Associazione Culturale Anassilaos conclude la serie di incontri organizzati congiuntamente con la Biblioteca “Pietro De Nava” nell’ambito dell’Estate Reggina 2023 promossa dal Comune di Reggio Calabria. La conversazione della studiosa- scrive il Presidente di Anassilaos Stefano Iorfida – si inserisce nel tema della “percezione dell’Antichità” che da qualche anno l’Associazione Anassilaos tenta di approfondire affinché l’immenso patrimonio di civiltà, miti, arte, cultura, tradizioni che il mondo antico ci ha trasmesso non vada disperso pena la perdita della nostra stessa identità. Tale lascito è stato finora analizzato nel corso di diversi incontri studiando le opere dei grandi artisti (pittori, scultori, architetti), di poeti, scrittori, drammaturghi, musicisti e autori che fino ai tempi più recenti hanno attinto a piene mani a quella eredità soprattutto a cominciare dall’Umanesimo. La “lezione” della dott.ssa Agostino punta invece a studiare la persistenza e la presenza dell’antichità in quelle che sono considerate, forse a torto, le arti minori e l’artigianato come ad esempio il battacchio di una porta con gorgone. Questa figura – in molti casi rappresentata nei templi greci anche della Sicilia – doveva allontanare gli influssi maligni e proteggere la comunità (vedi la Gorgone conservata al Museo P.Orsi di Siracusa). Essa compare anche nel cosiddetto gorgoneion (Γοργόνειον), un pendente apotropaico che allontanava da chi lo indossava le negatività. Non stupisce dunque di trovarlo come battacchio di una porta a scopo protettivo della casa e della famiglia che vi abita. Questo è soltanto un esempio – altri ne addurrà la relatrice- della permanenza di usi, abitudini e finanche superstizioni – peraltro tuttora presenti nella nostra vita quotidiana – dell’Antichità a dimostrazione che greci e romani sono più vicini a noi di quanto si pensi con la loro bellezza immortale, con le loro virtù grandi ed anche coi loro vizi e difetti. Del resto non è stato il romano Terenzio a scrivere “Homo sum, humani nihil a me alienum puto “ e cioè “Sono un uomo e nulla di ciò che è umano ritengo estraneo a me?